Quando pensiamo all’economia, generalmente ci vengono in mente banche, imprese e mercati finanziari.
Quando pensiamo all’inquinamento ci vengono in mente auto, industrie ed emissioni di anidride carbonica.
Come possono questi due concetti essere legati? Semplice: l’inquinamento è una tipica esternalità negativa, che si verifica quando l’attività di produzione o di consumo di un soggetto influenza negativamente il benessere di un altro, senza che questi ne riceva una compensazione.
L’inquinamento rappresenta un insuccesso del mercato e gli economisti mostrano come abbia un altissimo valore economico. Per dimostrarlo, vengono utilizzati degli indicatori che “ribaltano” su vari settori economici i costi dell’inquinamento, come gli impatti sulla salute umana, traducendo in valori monetari i tassi di mortalità e morbilità.
Si tratta chiaramente di una definizione molto ristretta, in quanto non vengono considerate le variabili relative agli impatti dei possibili cambiamenti climatici, che oggi sono molto importanti, come mostrano i risultati della Conference of the Parties (Cop21) tenutasi a Parigi questo dicembre, in cui 185 Paesi si sono riuniti per trovare un accordo sul clima, in modo da riuscire a mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario tagliare le emissioni del 50-70% entro il 2050 e gli accordi di Parigi rappresentano un buon punto di partenza in tal senso.
Tenendo in considerazione tutte o anche soltanto alcune delle variabili citate, si arriverebbe ad avere un costo altissimo dell’inquinamento, concentrato in pochi settori industriali. Addirittura alcuni settori industriali provocano più danni in termini di inquinamento rispetto al valore aggiunto prodotto ai prezzi di mercato. Questo non vuol dire che si debba smettere di utilizzare l’energia elettrica, ma soltanto che i consumatori pagano un prezzo troppo basso per questo tipo di energia, poiché non si considerano i costi esterni legati alla produzione. Tenendo conto di questi costi, il prezzo effettivo sarebbe altissimo, tale probabilmente da portare ad una drastica riduzione dell’utilizzo di questi beni.
Tipicamente, in economia, per controbilanciare gli insuccessi del mercato, si ricorre a tasse sull’inquinamento o ad un sistema di quote di emissione scambiabili su un mercato, che portino alla formulazione di un prezzo corretto. Entrambi questi sistemi sono stati ad oggi messi in piedi, in primis in Europa.
Anche l’inquinamento, è quindi diventato da alcuni anni un oggetto economico, sperando che i mercati possano riuscire ad arginare il fenomeno del surriscaldamento globale, con il dovuto aiuto dei governanti e delle istituzioni internazionali, che dovrebbero aiutare la ricerca, lo sviluppo e soprattutto la diffusione di tecnologie a minore impatto ambientale e sempre più a risparmio energetico, in modo da garantire alle nuove generazioni un pianeta pulito, quasi quanto quello che i nostri antenati hanno trovato.