Per antonomasia l’argomento antico come il mondo è l’amore. Sono innumerevoli le sue declinazioni, infinite le storie che lo narrano e sconfinati gli orizzonti che apre, questa volta lo assaporiamo in un contesto tutto da ridere che fa sentire leggeri e fortunati grazie alla comicità artistica dell’attore campano Paolo Caiazzo regista della commedia “Separati…ma non troppo”, andata in scena il 7 Gennaio nel Teatro Sociale Aldo Giuffrè di Battipaglia (SA).
La storia è quella di due amici che vengono lasciati dalle loro mogli; entrambi soli, si ritrovano a convivere nello stesso appartamento e a condividere questo tempo difficile di separazione e abbandono, ma anche di nuovi incontri e avventure. Tutto sembra procedere serenamente per i due scapoli, finché i protagonisti non si ritroveranno a un appuntamento ottenuto su Tinder proprio con le loro ex mogli…. Tutto questo è solo l’incipit della storia che diventa esilarante e coinvolgente, grazie a equivoci di percorso e momenti di pura comicità partenopea. Anche una tematica scottante e delicata come la crisi di mezza età o quella matrimoniale diventa quasi una cornice di un contesto più denso di vicende che capitano per casi fortuiti e che, in fondo, raccontano la quotidianità della vita e della leggerezza che trasforma tutto in bellezza, anche nei momenti più complicati.
La napoletanità ancora una volta non delude e viene raccontata in ogni piccolo dettaglio, partendo dall’estro artistico della padrona della casa in cui vivono i due scapoli, che ha la passione per il cinema e la poesia e ogni giorno diventa un personaggio diverso costringendo i due “poveri ommn” a compartecipare ai suoi monologhi, fino ad arrivare alla personalità esuberante e glitterata della moglie di uno dei due single che, molto più determinata di suo marito, racconta di aver picchiato più volte il malcapitato, ma tutto sommato lo ha fatto per il suo bene!
Paolo Caiazzo, classe 1967, originario di Castel San Giorgio, riesce ad abbracciare l’intero pubblico e a farlo sentire accolto e sereno, contagiando con risate e vocine imbarazzate, con imprecazioni tipicamente napoletane e paroline dolci da simpatico ruffiano trainando in una storia fresca che affronta con leggerezza uno spaccato di vita vera. A lui poniamo alcune domande per saperne di più.
Paolo, ormai lei è entrato nelle nostre case grazie al programma Made in Sud con il personaggio di Tonino Cardamone, oggi la ritroviamo su un palcoscenico teatrale, quale ambiente preferisce maggiormente?
«Questa è una domanda a cui rispondo come molti altri avranno già fatto: preferisco di gran lunga il teatro dove ogni momento è come viene, non ci può essere nulla di perfetto perché non ci sono filtri e la bellezza sta proprio lì, nel sentirsi parte di qualcosa di più grande e vibrante che deriva dal momento, dal palco e dalla presenza del pubblico che partecipa con te».
Ha dichiarato che tutto quello che riporta in chiave comica deriva da una profonda osservazione e lei vive uno scenario ricco di sfaccettature come è solo quello napoletano. Crede che potrebbe esistere un Tonino Cardamone del nord?
«Sarò sincero: no, non potrebbe esistere, non perché voglio essere campanilista o territoriale, semplicemente perché lo scenario di vita napoletano è unico nel suo genere, è un teatro a cielo aperto. Basta vedere come i napoletani vivono le piccole cose, o i problemi e si capisce che sono dotati di un carattere profondamente sensibile e volto a cogliere comunque il meglio, tutto questo non si impara, è insito nella cultura».
Nonostante lei sia un comico tocca problematiche intense e profonde, in questo caso la crisi matrimoniale.
«Dietro ogni commedia c’è sempre una piccola o grande tragedia, la bellezza sta nel saper affrontare queste tematiche con leggerezza ma mai con banalità. In “Separati ma non troppo” racconto l’amore, bello, difficile, pacifico, ma pur sempre un racconto dell’amore».
Nei suoi spettacoli non nega mai che il sud ha tanti aspetti irrisolti, ciononostante usa l’ironia. Quale consiglio dà ai giovani che decidono di rimanere al sud?
«La nostra terra è piena di problematiche, ma è pur vero che la soluzione non sta nel lamentarsi. Ai giovani dico che qui il cambiamento ci può essere se ci si rimbocca le maniche. Molti giovani vanno fuori e diventano più responsabili e disponibili, basterebbe iniziare da qui e le cose migliorerebbero di certo».
Salutiamo così Paolo Caiazzo nel teatro sociale gremito, in cui il pubblico alla fine ha applaudito alzandosi in piedi perché in fondo “Due cose ci salvano nella vita: amare e ridere. Se ne avete una va bene. Se le avete entrambe siete invincibili” (Tarun Tejpal).
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni