Se siete giovani abitanti di una cittadina di provincia vi sarà sicuramente capitato di pensare che quello non è il vostro posto, che la vita vera è fuori, che quella città non ha nulla da offrirvi. Sono pensieri comuni, che abitano la mente di chi sa quanto talvolta possa essere monotona la vita provinciale eppure per ognuna di queste persone esiste un’altra che, di contro, ama quella vita lenta e rassicurante tanto che non ha alcuna intenzione di andar via, anzi sviluppa la capacità di creare qualcosa che fino a ora non era esistita.
Questo è successo a Eboli, in un fine settimana settembrino, grazie ad un gruppo di giovani del posto che hanno messo in campo la loro passione per la fotografia e il cinema creando l’associazione Movieboli. Dall’8 al 10 settembre si è svolta la prima edizione del festival del cinema di Movieboli che ha avuto come protagonisti giovani attori, registi e sceneggiatori che hanno realizzato cortometraggi, svolto un cineforum con ingresso libero, proiettato in anteprima il docufilm Miracolo Napoli realizzato dalla giovane ebolitana Maria Rosaria Dell’Orto in occasione dei festeggiamenti dello scudetto e ospitato l’attrice Greta Esposito, che ha partecipato alla celebre fiction Mare Fuori e più recentemente al film Mixed by Erri. Tutto questo è nato da un’idea di Mattia Maioriello, presidente dell’associazione Movieboli, che ci racconta qualcosa in più.
Mattia, parlaci di te e di come nasce la tua passione per il cinema.
«Sono ebolitano e ho 22 anni, studio giurisprudenza ma amo da sempre il cinema e il mondo della fotografia. Già in passato avevo creato un cineforum ad Eboli, ma dopo poco il Covid ha bloccato tutto, mi sono fermato per tre anni per poi ripartire con la creazione di questa nuova associazione. Sto cercando la mia strada sperando di poter unire quello che mi piace studiare a quello che amo per passione».
Come e quando nasce Movieboli?
«Sono fotografo e girando un po’ in Campania mi sono accorto che molti giovani riunivano le loro forze e i loro talenti per dar vita a eventi di buona cultura. Mi sono detto che anche io potevo creare qualcosa che a Eboli non c’era mai stato, sfruttando il mio amore per il cinema, così ho condiviso le mie idee con il mio gruppo di amici. Pian piano ho iniziato a conoscere tante persone che come me sono appassionate di videomaking, fotografia, scenografia oltre che veri e propri addetti al settore, ragazzi laureati in cinema o che stanno studiano sceneggiatura. Dall’unione di tutte queste menti a maggio è nata Movieboli».
Hai creato un evento che ha raccolto circa 200 spettatori a serata con l’exploit finale in cui i posti erano tutti occupati, hai dimostrato che “manifestazioni di questo tipo ad Eboli si possono fare”, lo hai ribadito più volte. A chi rivolgi idealmente questa frase?
«In fondo credo che a nessuno dobbiamo dimostrare qualcosa, tutto quello che si è svolto è stato fatto solo da persone che avevano voglia di mettersi in gioco e che volevano dare concretezza a quello che fino a ieri poteva essere solo un hobby e che in un futuro potrebbe diventare un lavoro vero e proprio. A Eboli non era mai stato fatto un evento che desse spazio ad amanti di questa forma di arte ed era il momento di dar luce alla bellezza della nostra città. che amo molto, a cui non manca nulla. Il senso di questo festival è anche dare la possibilità ai giovani di restare a Eboli facendo quello che amano nel posto in cui hanno le loro radici».
Siete appena nati e avete avuto già molto successo, che cosa avete in cantiere per Movieboli?
«Abbiamo tanti progetti. Il cineforum non mancherà, la visione di un film riesce a offrire molti spunti di riflessione agli spettatori oltre ad essere elemento di aggregazione. Inoltre, vorremmo creare una vera e propria fucina di registi, videomaker e sceneggiatori magari invitando addetti al settore e far divenire Eboli un punto di riferimento nell’ambito cinematografico!».
Movieboli è diventata una realtà concreta che serviva a questa città per scuoterla, farla rinascere e, magari, trasformarla in una meta da raggiungere, non un luogo da lasciare. Talvolta la vita di provincia meraviglia, basta prendere una persona ostinata che ha un sogno da realizzare e in men che non si dica si scopre che quella idea era nel cassetto di tanti altri. Non sarà un caso che alla mia ultima domanda, “qual è il tuo film preferito?”, la risposta di Mattia sia stata «La vita è un sogno!».
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni