Il nome deriva dall’arabo Kour-Koum, che significa Zafferano e molti la chiamano “Zafferano delle Indie”. Ma zafferano non è. Attenzione alle differenze!
La Curcuma longa è una pianta erbacea perenne originaria dell’Asia, dal colore giallo-ocra. Gli indiani neconoscono le proprietà benefiche da più di cinquemila anni e sin dall’antichità viene utilizzata non solo come spezia, ma anche come colorante ed antinfiammatorio. Appartiene alla famiglia delle Zinziberacee ed è caratterizzata da lunghe foglie di forma ovale che accolgono dei particolari fiori raccolti in spighe, dai quali si estraggono i rizomi, di un intenso colore giallo, che contengono il principio attivo e costituiscono la droga.
La curcuma è utilizzata nella medicina tradizionale indiana e cinese come disintossicante dell’organismo, in particolare del fegato, come antinfiammatorio, cicatrizzante, immunostimolante e antiossidante. Le sue proprietà benefiche sono state riconosciute da recenti studi scientifici che hanno anche rilevato una bassa incidenza di malattie cerebrali come Parkinson e Alzheimer e di tumori nelle zone in cui viene consumata abitualmente. Inutile dire che la rilevazione di una minore incidenza di tali malattie potrebbe essere dovuta a molteplici altri fattori e per questo le ricerche devono proseguire per dare conferma di quanto fino ad ora ritrovato.
L’utilizzo della curcuma è particolarmente indicato nella cura dei disturbi digestivi, nell’insufficienza epatica lieve con rallentato flusso biliare. L’azione antiossidante protegge dai radicali liberi, cause dell’invecchiamento cellulare. Nei luoghi d’origine, questa pianta è sfruttata per curare punture di insetti, ferite, malattie della pelle e lesioni da varicella, applicando direttamente il rizoma sulle parti interessate.
La curcuma entra a far parte della composizione del Curry, insieme con altre spezie, come coriandolo, cannella, chiodi di garofano, noce moscata, peperoncino e zenzero.