A Roma è tornato il Disability Pride con l’edizione 2021
Ho ancora negli occhi, nelle orecchie e nel cuore l’energia e le emozioni di quel giorno: il 3 ottobre, quando decine di persone con disabilità, in occasione del Disability Pride 2021, hanno sfilato per le vie del centro di Roma per rivendicare il loro diritto ad esserci.
É stata una marcia gioiosa, accompagnata da tanti suoni e colori, in ognuno di noi c’era la consapevolezza di fare qualcosa di importante, perchè in ogni passo c’era la voglia di conquistare simbolicamente ogni centimetro del mondo.
É stato importante che quest’anno la manifestazione tornasse in presenza, per far sì che la rivendicazione di diritti e di equità da parte delle persone con disabilità diventasse qualcosa di concreto e tangibile agli occhi del mondo.
Attraversare le strade di Roma, facendosi largo tra la gente stupita è stato un modo bello ed emozionante per rivendicare l’appartenenza ad un movimento, quello delle persone con disabilità, che con la forza dei loro corpi, tutti diversi, rappresentano la volontà di stare al mondo con orgoglio e dignità.
La parola che ha caratterizzato questa edizione del Disability Pride è stata inter-sezionalità, ad indicare quanto il tema della disabilità riguardi tutti e si aggiunga alle altre caratteristiche della persona. Proprio per questo si parla ormai di discriminazioni multiple nei confronti di donne con disabilità o persone LGBTQ+ o persone di origine straniera che vivono in condizioni di maggiore svantaggio a causa di una disabilità o, meglio, dall’incapacità dell’ambiente esterno di accogliere le diversità.
Quest’anno il Disability Pride si è arricchito con una serie di conferenze che si sono svolte nelle giornate del’1 e del 2 ottobre alla città dell’Atra Economia di Roma, dove si sono affrontatati temi come il Buget di Salute, la Vita Indipendente e il rapporto tra media e disabilità.
Sono intervenuti attivisti, operatori nel settore dei servizi, ma anche politici e parlamentari, una grande occasione di incontro tra istituzioni e società.
Tema cruciale è stato quello del lavoro per le persone con disabilità, prerequisito fondamentale per realizzare la vita automa e indipendente, proprio come accade per qualsiasi altro cittadino. Su questo è intervenuta in particolare Palma Maria Aimone a rappresentare la Società Italiana dei Disabilty Manager (SIDIMA).
Durante le 2 giornate sono state presentate tante buone prassi e casi positivi di persone che sono riuscite a realizzare un proprio progetto di vita rispondente alle proprie aspirazioni e qualità. Dobbiamo fare in modo che queste buone prassi diventino sistema, in modo che le persone con disabilità non siano più visti come eroi ma semplicemente persone.
Non è stato trascurato poi il tema dei care giver, che in Italia non hanno un giusto riconoscimento, nonostante sopperiscano alla mancanza di servizi e assistenza per le persone con disabilità a loro vicine. Il modo migliore però, per riconoscere il valore dei care giver è proprio quello di garantire maggiori servizi e assistenza alle persone con disabilità in tutte le fasi della loro vita attraverso la costruzione di progetti di vita individualizzati che portino i bambini pian piano ad essere adulti, cioè capaci di partecipare attivamente alla vita della propria comunità.
Il Disability Pride, con la sua marcia iniziata da piazza Colonna per arrivare a Piazza del Popolo,
partita quest’anno assieme al Fiaba Day (giornata nazionale contro le barriere architettoniche), vuole
indicare proprio la volontà di partecipazione attiva e consapevole di tutti.
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni