Nel 2019 le 22 persone più ricche al mondo detenevano più ricchezza di quella posseduta dalla somma della ricchezza di tutte le donne africane messe insieme.
Ventidue persone con un capitale superiore a quello di tutte le donne di un intero continente. Lo dice il rapporto annuale Oxfam sulla diseguaglianza economica globale, pubblicato in concomitanza al World Economic Forum a Davos. E’ sempre più evidente come l’attuale sistema economico consenta solo ad una ristrettissima cerchia di individui di concentrare nelle loro mani enormi quantità di capitale, mentre il resto dell’umanità si contende gli avanzi.
Secondo i dati Oxfam, l’1% più ricco della popolazione mondiale deteneva, a metà 2019, più del doppio della ricchezza netta posseduta da 6,9 miliardi di persone.
Nel mondo, nel 2019, 2.153 miliardari detenevano più ricchezza di 4,6 miliardi di persone, circa il 60% della popolazione globale. In Italia, il 10% più ricco possedeva oltre 6 volte la ricchezza del 50% più povero.
Negli ultimi 20 anni, i ricchi hanno accresciuto i loro patrimoni del 7,6% mentre la metà più povera della popolazione italiana restante vedeva diminuire la propria ricchezza del 36,6%.
Nell’anno appena trascorso, la quota di ricchezza in possesso dell’1% più ricco degli italiani superava quella posseduta dal 70% della popolazione.
E’ emerso inoltre che le disuguaglianze di reddito dei genitori diventano disuguaglianze di istruzione dei figli, che non possono che trasformarsi in future disuguaglianze di reddito. La diseguaglianza quindi si tramanda di generazione in generazione. Nel nostro paese 1/3 dei figli di genitori più poveri, sotto il profilo patrimoniale, è destinato a rimanere fermo al piano più basso, mentre il 58% di quelli i cui genitori appartengono al 40% più ricco, manterrebbe una posizione apicale. Le categorie più colpite dalle disparità sono i giovani e le donne che si trovano a dover fronteggiare un mercato del lavoro profondamente diseguale.
Oltre il 30% degli occupati giovani guadagna meno di 800 euro lordi al mese.
Il 13% degli under 29 italiani versa in condizione di povertà lavorativa.
In Italia, mediamente, i giovani entrati nel mercato del lavoro negli ultimi dieci anni percepiscono un reddito più esiguo se paragonato ai livelli retributivi dei loro genitori all’epoca del loro ingresso nel mercato del lavoro.
Gli approfondimenti sui dati rilevati da Oxfam sono disponibili qui.
Le diseguaglianze globali hanno quindi una comune radice nelle diseguaglianze economiche e non nell’etnia, nel credo religioso, nel paese d’origine o nell’orientamento sessuale come alcuni vorrebbero farci credere.
Se fossimo in Hunger Games [la saga scritta da Susan Collins n.d.r.], a questo punto vi darei il suggerimento che uno dei personaggi principali dà alla protagonista: “Katniss, quando sei nell’arena, ricordati chi è il vero nemico”.
Di fatto, qualunque sia il nostro background, il sistema economico attuale ci ostacola nel processo di emancipazione dalla condizione di povertà economica totale o relativa di partenza, frapponendo impedimenti a tutti i livelli e generando un effetto a catena che non può far altro che agevolare chi è già agevolato e falciare chi con la metà delle risorse, fa il triplo della fatica per raggiungere poi risultati più esigui.
Per combattere questo enorme divario sono necessarie una serie di riforme sistemiche delle politiche socio-economiche ed ambientali: non è un caso, infatti, che al World Economic Forum si sia discusso molto anche di ambiente, grazie anche all’intervento di Greta Thumberg.
Il mondo necessita di azioni concertate per edificare un sistema economico e politico più equo che dia il giusto valore alle persone, attraverso politiche di redistribuzione della ricchezza e del potere.
Già nel rapporto del 2014 Oxfam aveva individuato quattro aree di intervento per arginare la disparità delle condizioni economiche su scala globale:
Lavoro e salari. Il reddito derivante dal lavoro determina lo status economico della maggior parte delle persone. Per gran parte dei più poveri del mondo la realtà è che, per quanto duramente lavorino, non riescono ad affrancarsi dalla povertà, mentre chi è già ricco continua a veder crescere il proprio patrimonio in misura esponenziale. Si vede agire per migliorare i salari e le condizioni lavorative, permettendo ai lavoratori di emanciparsi dalla condizione di bisogno;
Fiscalità. Il sistema fiscale è uno dei più importanti strumenti che i governi hanno a disposizione per affrontare il problema della disuguaglianza. Bisogna indirizzare le tasse ed incrementare gli investimenti per dare a tutti le stesse possibilità di accesso ai servizi necessari;
Salute e istruzione. Garantire alla maggioranza della popolazione mondiale la tutela del diritto alla salute ed una istruzione adeguata significherebbe fornire solidi strumenti per una reale redistribuzione della ricchezza ed un più equo futuro;
Politiche economiche specifiche per arginare la disparità di genere. Le donne svolgono la maggior parte del lavoro non retribuito [come quello della cura dei cari n.d.r.]e la stragrande maggioranza di quello part-time e precario e, a parità di mansioni, sono spesso pagate meno degli uomini, gender pay gap. E’ necessario che le lavoratrici ricevano un trattamento equo per battere le disparità.
Combattere la diseguaglianza è possibile, basta ricordare chi è il vero nemico.