Sono ore di fuoco queste. E il fumo è molto nero.
La Banca Centrale Europea si è riunita per decidere se assecondare le richieste di erogazione di ulteriore liquidità di emergenza della banca centrale greca. Negli ultimi giorni le banche elleniche stanno infatti fronteggiando l’ennesima fuga di capitali, che potrebbe verosimilmente impedire loro di aprire da un giorno all’altro per mancanza di liquidità.
Le ultime indiscrezioni riferiscono che sarebbero stati accordati nuovi aiuti alla Grecia, ma meno rispetto alle richieste.
Per questo è ragionevole credere che verranno concessi nuovi prestiti alla Grecia, almeno per poter ripagare questo importante creditore. Ma la situazione non cambierebbe: entro agosto, saranno da restituire altri 6,8 miliardi alla BCE e senza i 7,2 miliardi di aiuti che dovrebbero essere rilasciati allo Stato ellenico, non c’è speranza che ciò sia possibile.
Le condizioni imposte dai creditori sono sempre state misure di austerità e anche ad oggi le richieste sono di riformare le pensioni e il mercato del lavoro, con ulteriori tagli e aumento dei tributi. Ma dopo anni di crisi nera, che sembra aggravarsi sempre più, è davvero questa la strada giusta? Affinché un Paese come la Grecia possa tornare ad essere finanziariamente indipendente, non sarebbe più conveniente adottare una politica espansiva, certo con alcuni vincoli per il Paese ad adottare importanti riforme volte ad assicurare il miglior utilizzo delle risorse, e concedere i prestiti necessari affinché la ripresa economica possa davvero essere una concreta prospettiva?
Come spesso detto, non sempre l’austerità è la strada giusta. Mantenere i mercati nel costante terrore di un default greco, che sta contribuendo all’aumento del costo del denaro, impedendo così anche a quello che è stato definito il bazooka di Draghi, di dare gli effetti sperati, potrebbe, ancora una volta, non rivelarsi il modo migliore di affrontare la situazione.