Buonasera a tutti,
tavolanti e imbastitori,
appassionati di cucina o semplici amatori,
Mi presento: sono MangiaGraecia, Vostro umile Virgilio, pronto a tendervi la mano per guidarvi nei meandri infernali del Girone dei Golosi, d’Italia e del Mondo.
Con fare ardito, dunque, intingerò la mia telematica penna – rigata – nel calamo d’inchiostro rosso sugo, coinvolgendo tutti Voi, emissari, followers e lettori in questo meraviglioso viaggio culinario.
Perché a tavola si combatte con la morte e noi, di certo, non ci tiriamo indietro!
Come tutti i viaggi che si rispettino, ovviamente, si parte, col cuore pesante e gli occhi sognanti, da Casa.
Casa è da dove si parte e dove – alla fine – tutto ritorna, Casa è dove tutto nasce, Casa è ovunque si ama.
Nel nostro caso, però, Casa può essere anche un tavolo rettangolare nero lucido, bottiglie di vino rosè a tappezzar le pareti illuminate da luce soffusa, un bicchiere di Vino Rosso, un buon piatto di Risotto e delle forchette impugnate dagli amici di sempre.
Poiché non si tratta solo di cibo, ma di convivialità e condivisione: nessun piatto è più buono di quello condiviso con un amico.
È questa la filosofia di MangiaGraecia e la stella polare che orienta il nostro viaggio, ed è in questo luogo e con questo spirito che inizia il sodalizio con Venti.
Il locale
Ci troviamo, l’avrete capito dall’intervista che ci ha presentato, da Ferrocinto (Ristorante sito in Quattromiglia (CS) alla Via V. Alfieri n. 58), luogo del nostro primo appuntamento.
I piatti
Il risotto, testimone dei nostri primi passi, è un “moro e magliocco”, specialità della casa e fiero araldo del locale: consiste in un risotto mantecato al Formaggio Moro, con riduzione di Vino Rosso Magliocco – a fare pendànt con quello versato nei bicchieri – che spezza egregiamente con una nota dolciastra il sapore molto deciso del formaggio.
Alcuni commensali, meno tradizionalisti e più sperimentali, hanno optato chi per un’amatriciana, chi per mezze maniche baccalà e asparagi, chi per gnocchetti tonno, pomodorini, olive e pan grattato, e chi, infine, per delle seppioline grigliate.
Ma se sul primo si è sperimentata l’anarchia, è perché sull’antipasto non c’è stato spazio per alcuna discussione: vigeva la monarchia del tonno crudo in salsa di soia, cipolla e peperoncino.
Sovranità illuminata, a render suddite le papille secondo la modalità da esse prescelta, se a cubetti o a carpaccio.
Per dolce infine, si è scelto democraticamente sia lo yin che lo yang: crema di ricotta, miele e cantucci da una parte, crema di mascarpone e cantucci di cioccolato sbriciolati e croccanti dall’altra; il tutto annaffiato da un buon passito.
Il conto
Strette le mani, placata la sete e saziata la fame, mettendo mano al portafogli ci si è piacevolmente accorti che, sebbene le pietanze fossero ottimamente condite e i sapori perfettamente equilibrati, il conto, al contrario, non era per niente salato!
Il verdetto
Insomma: ottimo cibo, ottimo vino (locale) ad un ottimo prezzo!
Con queste premesse, il viaggio si annuncia eccitante!
Seguiteci, dunque, non ve ne pentirete ma, anzi, sulle note di Cesare Cremonini, amerete il finale!