“La spedizione più pazza del mondo, sul sentiero più lungo del mondo nel paese più bello del mondo”
questo è l’incipit del sito di un gruppo di 7 giovani che dal 2019 sono in marcia sul Sentiero Italia. Un percorso di 7000 km che abbraccia tutta l’Italia dalle Alpi agli Appennini e che è ancora poco conosciuto. Sara, ideatrice del libro fotografico della prima spedizione, mi ha raccontato la loro storia.
Come nasce la passione della montagna e del vostro collettivo?
Ognuno di noi ha un rapporto diverso con l’ambiente montano frutto del diverso background. Abbiamo unito quindi le diverse esperienze, aspirazioni e motivazioni per formare un gruppo di giovani che amano la montagna . È questo che rende Va’ sentiero speciale; nessuno di noi è sportivo o vive questa esperienza con spirito agonistico. La nostra è un’attenzione a documentare il territorio, a cercare storie, a capire come vivere adesso in montagna e come implementare il tessuto sociale e culturale sfruttando la rete dei sentieri, spingendo su un turismo sostenibile.
Voci dalle Terre alte è il libro fotografico che documenta questo percorso fatto non solo di montagne e sentieri ma anche di borghi, paesi e di persone che avete incontrato lungo il cammino. Il libro andato in poco tempo sold out è la testimonianza che le montagne e l’entroterra affascinano proprio perché c’è ancora tanto da scoprire. Vi aspettavate un tale successo?
No ed è stata una bella sorpresa. Abbiamo lavorato sia al libro che al documentario. Questo parla soprattutto della nostra esperienza come team di spedizione invece il libro è un focus sulle genti e sugli elementi ricorrenti che abbiamo trovato nel territorio.
Attualmente siete in cammino per la terza e ultima tappa del percorso Italia che vi ha visto scalare le catene montuose appenniniche del sud Italia e la cima dell’Etna. Cosa vi ha colpito di più in questa spedizione? Ci sarà una continuazione del libro fotografico? Abbiamo percorso soltanto una parte della Sicilia e ci manca ancora la Sardegna, Basilicata, la Campania e la Calabria per completare il nostro tour ad anello. Siamo rimasti sul Sentiero Italia che fortunatamente passa proprio sul limitare della zona rossa delle eruzioni ed è stata un’esperienza incredibile. È molto difficile scegliere un elemento specifico che ci ha colpito di queste settimane perché è stato un continuo susseguirsi di scenari diversi, inaspettati e bellissimi.
Il 15 e il 16 maggio si sono svolte le giornate del Fai e finalmente l’Italia ha riaperto alla cultura. La montagna rappresenta un patrimonio naturale, paesaggistico e culturale che va scoperto e tutelato. Che idee o suggerimenti per avviare una ripartenza economica del settore turistico? Il Sentiero Italia è perfetto perché permette di conciliare l’immersione naturalistica con la scoperta culturale dei luoghi e dei borghi di cui è costellato e promuoverlo sarebbe un’iniziativa utile. Per il dopo spedizione abbiamo delle idee e vorremmo trasformare questo format, che per ora è solo in forma associativa, in un lavoro a tutti gli effetti, sviluppando tanti progetti localizzati sui territori in modo da approfondire il racconto e allo stesso tempo promuovere i percorsi.
Condividere la strada dimezza la fatica e raddoppia le gioie. Il condividere è anche la vostra mission attraverso reportage che documentate quotidianamente. Cosa volete trasmettere a chi vi segue sui social o chi decide di fare un pezzo di strada insieme a voi? Chi si unisce al nostro cammino fa in prima persona le stesse bellissime esperienze che viviamo noi. Si rende conto di quanto il cammino sia uno strumento incredibile per riconnettersi con la natura, per essere più consapevoli e riscoprire una dimensione più introspettiva e più profonda e soprattutto riscoprire la genuinità delle relazioni. Questo succede perché quando si cammina ci si sveste di tanti preconcetti o di tante paure sociali e si è veramente se stessi al 100%.
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni