Parlare di alieni e UFO non è qualcosa che mi entusiasma particolarmente.
A parte qualche documentario in stile Mistero o film e telefilm a riguardo – penso a Roswell, X-Files, E.T. o Futurama – non sapevo quasi nulla in materia, per cui ho iniziato a fare ricerche su ricerche. Ho scoperto che in Italia e nel mondo si svolgono ripetutamente innumerevoli convegni di ufologia (ad esempio, si è concluso proprio qualche giorno fa a Roma il III Convegno Internazionale di Ufologia, mentre in questi giorni a Varese si sta tenendo un ciclo di conferenze sulla fantascienza e su com’è cambiata la concezione degli alieni, “da esseri mostruosi a normali e accettabili”) e che recentemente l’astronomo Michael Garrett, capo della fondazione di ricerca astronomica ASTRON, ha affermato durante il Congresso Astronomico Internazionale che la Terra è uno dei 40 miliardi di mondi potenzialmente abitabili nella nostra galassia, e nella Via Lattea potrebbero essere presenti circa 3000 civiltà extraterrestri! Ho letto del simposio organizzato dalla NASA e dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti dal tema “Prepararsi alla scoperta”, per valutare cosa fare in caso di contatto con gli alieni; dell’ironica preparazione del raggio laser da parte della Germania e della volontà di Padre Guy Consolmagno, presidente della Specola Vaticana, di battezzare gli alieni (se solo lo volessero!).
Ma nonostante tutte le ricerche, nonostante la tenerezza che genera in me il piccolo E.T., l’alieno buono di Spielberg che cerca di tornare a casa, e che un po’, forse, incarna tutti noi, in costante ricerca della nostra meta, del luogo in cui sentirci sicuri; o nonostante l’improvvisa comparsa e scomparsa sotto casa mia, a Milano, di strane sfere, che sembrano vere e proprie navicelle spaziali, o pokéball (indiscrezioni lasciano pensare che si potrebbe trattare di uno spot per il lancio della nuova Smart ForTwo, o della pubblicità per il film Interstellar, ma al momento non si sa cosa siano realmente), il tema alieni continuavo a sentirlo distante dai miei interessi.
Poi però mi è venuto in mente che gli alieni in realtà sono ovunque, sono proprio in ognuno di noi. A un tratto ho ricordato tutti i discorsi esistenziali fatti tra i banchi del liceo o al telefono con una compagna di scuola (nonché amica di vita) sul mondo, la personalità di ciascuno, le opinioni e i pregiudizi degli altri, il nostro futuro incerto e le nostre grandi speranze. Nei nostri discorsi confusi e fomentati da adolescenti troppo grandi per poter restare nel sicuro cantuccio delle proprie certezze infantili e troppo piccole per poter riuscire ad avere le certezze che cercavamo (e, in fondo, cerchiamo tutt’ora), c’era soprattutto la nostra stramba “teoria della relatività esistenziale“: ognuno di noi è diverso dagli altri, è a suo modo alieno. Avremo pure in comune alcuni lati del carattere, alcune esperienze di vita e affinità, ma nella realtà ognuno è diverso, si sente alieno e incompreso.
Cause everyone knows we’re stranges,
So why do you feel ashamed
Everyone knows we’re different
So why do you feel ashamed
(The Feeling)
Sì, siamo uguali ma anche diversi, ci sentiamo “strani”, stranieri, alieni. La verità è che ognuno si sente solo ed extraterrestre, incompreso e incompleto. Ognuno cerca come E.T. la propria casa e le proprie certezze.
Questa piccola e forse banale considerazione mi ha avvicinato un po’ di più alla tematica scelta e insieme, nel lavoro di redazione, abbiamo avvistato e raccolto qua e là scorci di vita “aliena” sulla Terra, curiosità terrestri ed extraterrestri; abbiamo scovato teorie evoluzionistiche particolari (forse discendiamo da Nibiru!) e modi di vivere nella società al limite del normale, ombrelli e street artist insoliti; abbiamo analizzato il rapporto della musica con lo spazio, ammirato l’Iron Man Alex Zanardi e avvistato molte altre curiosità.
Perché se non è detto che gli extraterrestri esistano, gli alieni terrestri sì.
P.s. Se volete scoprire cosa racchiudono le magiche sfere apparse in questi giorni a Milano, Napoli e Roma, aspettate le 20:15 di stasera!