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Soul – Quando un’anima si perde

Il nuovo film Pixar per i bambini di ieri

Avete presente quel momento esatto in cui prende forma sullo schermo il famosissimo castello scintillante della multinazionale Americana e il bambino che è in voi comincia a scalpitare?

Bene, calatevi nel vostro io migliore perchè sto per parlarvi del nuovo lungometraggio targato Disney Pixar, il numero ventritré, per la precisione. 

Si chiama Soul, proprio come “anima” ma anche come il Soul, quel groviglio di jazz, rhythm & blues nato negli anni sessanta : “la musica dell’anima”. 

E a proposito di musica, ce n’è davvero tanta.

Dal solenne intro di apertura della Disney che cede immediatamente le sue note ad una melodia stonata di una classe di scuola media, alle strade vibranti della metropoli, tra i passanti, incredibilmente verosimili che scorrono in una energica New York dall’anima black, la musica si nasconde dietro ogni angolo.

A questo punto della recensione, vi informo che non si tratta affatto di un film per bambini, per cui scollate dal divano i vostri preconcetti sulle pellicole d’animazione e cliccate sicuri sul Play, perchè ogni personaggio in Soul vuole brutalmente parlare a voi grandi. Di cosa esattamente? Degli obiettivi, quelli che poniamo e imponiamo alle nostre strambalate vite, proprio come il frustrato Joe Gardner, il primo protagonista Afroamericano della Pixar, magnificamente doppiato da Neri Marcoré. 

Joe ha un obiettivo ben chiaro, non ha dubbi a riguardo, diventare a tutti i costi un famoso artista jazz esibendosi in un concerto al club, The Half Note. È la musica la sua “scintilla”, l’unica ragione per cui è stato disegnato, o almeno cosí crede.

E poi, Ventidue, un’anima fuori dagli schemi, con la voce Italiana di Paola Cortellesi, che nessun mentore riesce a mandare sulla terra. Ventidue, di direzioni in realtá non ne ha, nessuna idea sul cosa diventare da grande, nessuna “scintilla” per vivere sulla Terra. Ma non starò qui a soffermarmi su vari ed eventuali spolier, lascio a voi il resto della magia Pixar. 

Se con Inside Out e Up, Pete Doctor dipinge un fantastico atlante di emozioni umane, in un palcoscenico a misura di bambino, in Soul il regista punta la lente d’ingrandimento su accenni di psicoanalisi e feroci temi esistenziali che attraversano lo schermo e stringono le mani agli adulti bambini (ancora in grado di commuoversi davanti una pellicola Disney).

Sará proprio l’adulto Joe a guidarvi, quando ottenendo ciò a cui aveva sempre ambito, un’esibizione da togliere il fiato sul palco del Jazz Club, proverá in realtá un senso di “vuoto”, sgretolando tutte le sue convinzioni piú solide.

E chi altro, se non lui, potrá dimostrare all’anima Ventidue che vivere non significa trovare la propria scintilla, o inseguire un obiettivo preconfezionato, ma semplicemente assaporarne le note stonate? Insomma “godetevi il viaggio” senza badare troppo ai titoli di coda e al trailer che avevate in mente. 

“Non assegniamo scopi, come ti è venuto in mente?
La scintilla non è lo scopo di una persona. Oh voi mentori e le vostre passioni, i vostri scopi… il senso della vita! Così basici..”
Jerry, il consulente.

Di improvvisazione e istanti in cui le cose vanno per la loro strada, quando basta inspirare profondamente e sentirvi incredibilmente a vostro agio, questo è il senso. Banale? Può darsi, ma se c’è qualcosa che questo film vuole far intendere, è: guardatevi intorno, va bene cosí.


Presentato alla 15ª Festa del Cinema di Roma,  ma ritirato dall’uscita nelle sale a causa dell’emergenza sanitaria, Soul è disponibile su Disney+ dal 25 dicembre 2020.

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