Riforma pensioni: flessibilità sì, flessibilità no

Continua il dibattito su una possibile riforma delle legge Fornero, varata dal governo Monti, che prevede l’innalzamento dell’età pensionabile e, in caso di pensione anticipata, del numero di anni contributivi.

pensioni 2Negli ultimi giorni, il premier Matteo Renzi ha aperto alla possibilità di una riforma delle pensioni, che consenta l’uscita anticipata dal mondo del lavoro. E’ stato tuttavia immediatamente fermato dal ministro dell’economia Padoan, il quale ha ricordato che non ci sono abbastanza fondi a disposizione e che un’eventuale revisione della legge Fornero potrebbe mettere a repentaglio l’intero sistema previdenziale.

Ci sono state varie proposte riguardanti il pensionamento anticipato, come ad esempio quella dell’esponente PD Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, il quale crede che si dovrebbe permettere ai lavoratori di andare in pensione a 62 anni di età e 35 di contributi, prevedendo delle penalizzazioni in termini di tagli sulla pensione (il 2% per ogni anno di pensione anticipata, sui 66 anni di età previsti dalla legge Fornero). Ad esempio, un lavoratore che decidesse di andare in pensione a 62 anni, vedrebbe la propria pensione ridotta dell’8%.

inps

Una riforma simile, porterebbe tuttavia a significativi costi per il sistema previdenziale italiano, stimati tra gli 8 e 10 miliardi di euro dal presidente dell’Inps Tito Boeri. La sua proposta è invece quella di calcolare l’assegno della pensione mensile sulla base del metodo contributivo, cioè sulla base dei contributi versati nel corso della carriera, che risulterebbe molto meno vantaggioso di quello retributivo, basato sulla media degli ultimi stipendi. Con il metodo contributivo, il taglio da effettuare sulle mensilità di chi sceglie il pensionamento anticipato, sarebbe molto più alto, stimato tra il 4 e il 6% per ogni anno di uscita anticipata.

Con il calcolo basato sul metodo contributivo, si potrebbe effettivamente pensare ad un’uscita anticipata sostenibile per le casse degli enti previdenziali, ma si avrebbe un taglio sulla pensione molto significativo che con ogni probabilità renderebbe per il lavoratore quella della pensione anticipata una strada non percorribile.

Riformare la legge Fornero (che sicuramente presenta molte problematiche), potrebbe rivelarsi controproducente per i futuri pensionati. Purtroppo il sistema previdenziale italiano si trova in quella che ricorda un po’ la favola della cicala e della formica, al contrario: negli anni passati siamo stati cicale, non abbiamo voluto mettere da parte quello che ci serviva per l’inverno e ora che l’inverno è arrivato, siamo costretti a soffrirlo più di quanto non avremmo dovuto, se solo avessimo avuto il buon senso di essere (solo un po’) delle formiche diligenti.

Siamo quindi spacciati? Ovviamente no. Serve soltanto (si fa per dire) qualche politico lungimirante che riesca a riformare non soltanto il sistema pensionistico e previdenziale, ma anche quello contributivo del Paese, bilanciando imposte e tasse con servizi adeguati.