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Ray Bradbury, 100 anni dello scrittore del futuro

Cento anni fa, il 22 Agosto 1920, nasceva lo scrittore fantascientifico Ray Bradbury. Celebre autore di “Cronache Marziane”, “Fahrenheit 451”, “Cento Racconti”, solo per citarne alcuni, si è distinto per la sua capacità di anticipare i tempi e tenere milioni di lettori con il fiato sospeso nei suoi avventurosi racconti al limite tra realtà, scienza e fantasia. I suoi lavori continuano a godere di immensa popolarità tra le giovani menti. I contenuti, le ambientazioni visionare e creative, celano profonde riflessioni culturali e sociali.

Ray Bradbury, nato in Illinois, ancora prima di essere scrittore innovativo del genere fantascientifico, è lettore. Attraversando i suoi testi, si scopre la duplice faccia di avanguardista nei confronti della problematica del futuro e della capacità di porre la cultura a riferimento della esistenza umana. Attraverso il mezzo della scrittura consegna alla carta stampata, in particolare nel racconto “Fahrenheit 451”, la possibilità di intravedere un futuro segnato dalla presenza degli “Uomini Libro”: salvano la cultura imparando a memoria i testi.

Meglio tenersi tutto quanto in testa, dove nessuno può venire a vedere o sospettare nulla! Noi siamo tutti pezzi e bocconi di storia, letteratura, codice internazionale.

Fahrenheit 451, pubblicato tre anni dopo il grande successo di “Cronache Marziane”, completa il racconto “Fireman” iniziato tempo prima. La vicenda narra la vita di un mondo futuristico in cui è negato possedere e leggere libri. Un apposito corpo speciale dei vigili del fuoco è deputato a bruciare ogni testo esistente. Il Governo ritiene che la lettura renda l’uomo infelice perché lo sottopone allo stress derivante dalla necessità di comprendere e pensare, restituendogli la sensazione della sua piccolezza e bestialità, quindi immensa malinconia. Bradbury affida a questo mondo fantasioso le angosce del presente, il degrado dei rapporti umani, la depauperazione delle risorse naturali. Certamente si può ritenere Fahrenheit 451, un susseguirsi di invenzioni, di immagini oniriche e simboliche che producono una trama in buona parte specchio della vita reale dei nostri giorni. François Truffaut dall’opera letteraria ne ha tratto un film che è diventato un culto.

Questa notte ho pensato a tutto il cherosene di cui mi sono servito da dieci anni a questa parte. E ho pensato ai libri. E per la prima volta mi sono accorto che dietro ogni libro c’è un uomo. Un uomo che ha dovuto pensarli. Un uomo a cui è occorso molto tempo per scriverli, per buttar giù tante parole sulla carta. Ed è un pensiero che non avevo mai avuto, prima di questa notte.

Un autore geniale, completo ed efficace nelle scelte stilistiche di scrittura per il cinema e per le pagine dei libri. Nel ‘900 ha definito un nuovo modo di fare letteratura fantascientifica, basata sulla capacità di raccogliere simbolismi, mistero, fantasia e cruda realtà senza mai dimenticarsi di inserire delle velate critiche alla società umana. Simbolismi e suggestioni che collocano Bradbury a profeta dei nostri tempi. Riflessioni letterarie, etiche e filosofiche trovano spazio e tessono le trame dei racconti che celano un intento pedagogico. Nei suoi testi la visione del futuro assume toni discrepanti nell’ottica di speranzose azioni progressiste che, d’altro canto, lasciano segni distruttivi sulla natura. Bradbury si fa promotore della inadeguatezza dell’uomo di progredire nella modernità in armonia con l’ambiente che lo circonda. In questi flussi simbolici di parole, aggiunge domande esistenziali: senso della vita, della felicità, della purificazione dell’anima, la duplice interrogazione sull’esistenza del male e sulla incapacità umana di imparare dagli errori commessi. In soccorso arrivano i libri: mezzi fisici che contengono molte delle risposte necessarie all’uomo per raggiungere il suo stato di benessere, la massima felicità.

E a quanto sembra, noi esseri umani non sappiamo fare altro che la stessa cosa, infinite volte, ma abbiamo una cosa che la Fenice non ebbe mai. Sappiamo la colossale sciocchezza che abbiamo appena fatta. Conosciamo bene tutte le innumerevoli assurdità commesse in migliaia di anni e finché sapremo di averle commesse e ci sforzeremo di saperlo, un giorno o l’altro la smetteremo di accendere i nostri fetenti roghi funebri e di saltarci sopra. Ad ogni generazione, raccogliamo un numero sempre maggiore di gente che si ricorda.

Un grande romanziere che trova dimensione letteraria nel racconto e che, negli ultimi anni, si era schierato apertamente contro l’avvento degli e-book. Per conoscere un libro occorre infatti assaporarlo con tutti i sensi che abbiamo a disposizione. Le emozioni del racconto scaturiscono soprattutto dal contatto, dagli odori e dai suoni che le pagine di un libro producono mentre trovano spazio tra le calde mani del lettore.

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