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Quidditch per babbani a Bologna, tra scope non volanti e inclusione

In attesa di ricevere la lettera di ammissione ad Hogwarts, c’è chi ha comunque iniziato a giocare a Quidditch!

Ebbene sì, proprio lo sport pensato dalla Rowling ha preso piede a Bologna e in altre parti di Italia e del mondo: le scope non volano ma le regole per giocare sono (quasi) le stesse. Per soddisfare la nostra curiosità in merito abbiamo incontrato Alberto Nicolini, alias Teddy, che nel 2014 ha fondato la squadra Hinkypunks Bologna Quidditch ADS di cui è capitano e ormai anche Presidente dal 2017, quando è stata registrata come associazione sportiva dilettantistica.

Il Quidditch non è un gioco ma in Italia non è ancora uno sport, perché per essere riconosciuto tale deve contare un numero minimo di iscritti molto alto per cui non è semplice per le discipline da poco e del tutto innovative come, appunto, il Quidditch. Al momento è una specialità che rientra sotto la pallamano, ma è in via di espansione quindi confidiamo arrivi presto il riconoscimento come sport a sé stante, anche perché presenta analogie con vari sport già riconosciuti nel nostro Paese.

Siete tutti fan della saga? È tutto connesso al mondo di Harry?

Quando abbiamo fondato la nostra squadra di Bologna era “di moda” riprendere anche nei nomi il mondo di Harry Potter così noi abbiamo scelto “Hinkypunks” che è una creatura magica fatta di nebbia che attira i viandanti e ci sembrava rappresentasse perfettamente i nostri allenamenti a Bologna di inverno, con la nebbia appunto. Nel tempo ci si è distaccati quanto più possibile dalla saga, ad oggi l’obiettivo è dimostrare che non si tratta di un’emulazione di un mondo fantastico ma di una vera e propria disciplina sportiva esattamente come le altre, infatti oggi sempre più giocatori non hanno mai visto né letto Harry Potter ma hanno semplicemente voluto provare un nuovo sport.

Proviamo a capire meglio: quali sono le regole in una partita?

In campo ci sono diversi ruoli, come nel Quidditch magico. I cacciatori devono segnare facendo passare la pluffa (palla da pallavolo) attraverso i 3 anelli, collocati dall’altro lato del campo, dove il portiere ha il compito di evitare che ciò avvenga. I battitori giocano con il bolide (palla da dodgeball) con cui colpire gli avversari e mandarli fuori dal gioco: quando un giocatore è colpito non può rientrare nel gioco in maniera attiva finché non tocca gli anelli della propria squadra, che costituiscono la “base”. I cercatori entrano in campo solo dal 18° minuto ed hanno il compito di catturare il (famoso) boccino d’oro: uno scalpo posto dietro la schiena di un soggetto terzo (ndr come un arbitro). Se il cercatore che recupera il boccino fa parte della squadra in vantaggio la partita si conclude con la vittoria di essa; se, invece, è membro della squadra in svantaggio si passa ai c.d. tempi supplementari.

Ovviamente le scope non volano ma comunque ci sono…

Il Quidditch nasce in America nel 2005 e risultava decisamente folcloristico, forse anche tendente al ridicolo dato che si tendeva a riprodurre il più possibile quanto visto/letto in Harry Potter: si giocava nei College con ramazze, moci, scope ecc. e con tovaglie legate al collo a mo’ di mantello. Col passare del tempo ci si è resi conto che alcuni dettagli erano di impaccio e poco utili al gioco (come i mantelli) e che le scope in legno nei placcaggi e nelle cadute spesso si rompevano e generavano schegge. Si è passati allora ai pali in PVC che, anche quando si spezzano/piegano, non generano alcun problema e sono utili allo scopo, costituiscono una sorta di intralcio che rende più complicato il gioco: ogni giocatore deve perseguire il proprio obiettivo di gioco mantenendo sempre il palo tra le gambe e, qualora questo dovesse cadere, deve raggiungere i suoi anelli prima di poter tornare in gioco!

Esistono dei tornei/campionati in cui si sfidano le squadre italiane e/o estere?

Per tutto l’anno si gioca in Italia la Lega italiana Quidditch divisa in due fasi: Season starter ossia un torneo di 2 giorni per testare il livello delle varie squadre di cui le migliori passeranno all’Euro Qualifier che è il secondo appuntamento della stagione mentre le altre si sfideranno ai playoff. Vi è poi la Division 1 e 2 per gli europei. Noi abbiamo appena finito di giocare la Division 2, i cui migliori giocatori finiscono in Nazionale e della squadra di Bologna sia io che altri 5 siamo nella rosa dei 25 convocati. Poi c’è la World Cup cui partecipano le squadre nazionali di tutto il mondo, dall’Italia all’Australia; mentre la Coppa Italia segna la conclusione della stagione competitiva nel nostro Paese e quest’anno si è giocata a Bologna poco tempo fa. Aggiungo che, anche se ancora a fatica, nel periodo estivo si prova a giocare la City league, un appuntamento non competitivo per puntare sull’esperienza.

Sembra un anno pieno: sono tantissime competizioni per una disciplina esordiente…

Sì ma siamo in crescita, al momento in Italia si contano circa 12 squadre (il numero oscilla ogni anno), al nord è più facile trovarne mentre al sud si ha più difficoltà nel reclutarne i membri più che nel fondarne di nuove. Purtroppo in Italia si ha uno sguardo critico verso gli sport non “tradizionali”.

Perché scegliere il Quidditch? Quali sono le caratteristiche che rendono particolare e speciale questa disciplina?

Sicuramente è una disciplina eterogenea, che comprende aspetti di vari sport quindi è dinamica e costituisce allenamento completo ma la prerogativa è quella dell’inclusività: tutti sono accolti nelle squadre di Quidditch, a prescindere da ogni possibile differenza fisica, atletica, di genere o di qualsiasi tipo; a Bologna non ci sono neanche delle vere selezioni per entrare, si prova e si impara. L’inclusione sta ad uno step più alto rispetto agli altri sport divisi ancora per categorie: si accetta tranquillamente che un maschio cis possa essere placcato da una ragazza cis! Si gioca misti e senza alcuna etichetta di genere, peraltro ci sono molti ruoli da ricoprire per cui si fa in modo che ognuno trovi il suo posto nel team in base alle proprie potenzialità e senza preconcetti. L’insegnamento più grande che ci dà il Quidditch è che si può andare oltre i pregiudizi e le differenze di genere e di abilità con cui siamo abituati a convivere fin da bambini. È per questo che non si può solo considerare mera imitazione dei maghetti della Rowling e i più attenti notano che è a tutti gli effetti uno sport con quella nota in più che è l’assoluta apertura a tutti senza alcuna discriminazione. Siamo una grande famiglia dentro e fuori dal campo.

Sopresi da quanto appreso, non ci resta che confidare nel riconoscimento di questa disciplina come sport e sperare che si diffonda con esso anche la libertà, novità e inclusività che porta con sé. Per provare a costituire una squadra nella vostra città potete contattare l’Associazione Italiana Quidditch che fornisce informazioni e supporta nell’organizzazione.

…e se vi trovate a Bologna potreste fare un salto per tifare Hinkypunks o magari proprio unirvi alla loro squadra super inclusiva!


Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni

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