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Pillola contraccettiva e Prep gratuite: la storica decisione dell’AIFA

Pillola contraccettiva e Prep gratuite: la storica decisione dell’AIFA

La pillola contraccettiva e i farmaci di prevenzione per non contrarre il virus dell’Hiv saranno forniti gratuitamente a chiunque ne abbia bisogno. Finalmente! È la storica decisione presa qualche giorno fa dal Comitato prezzi e rimborsi dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), in occasione della giornata nazionale per la salute della donna.

Facciamo un passo indietro: il 22 aprile si celebra in Italia la Giornata nazionale della salute della donna, istituita e promossa su iniziativa del ministero della Salute e della Fondazione Atena Onlus. La Giornata – giunta quest’anno alla settima edizione – è un’occasione per porre al centro dell’attenzione i temi legati alla salute della donna e alla sua tutela, dalla promozione di comportamenti sani all’accesso alle cure sul territorio e alla prevenzione.

Tornando alla notizia – balzata in apertura di tutti i siti e giornali italiani anche per le sue grandi implicazioni politiche -, no, non è un’esercitazione: la pillola contraccettiva sarà davvero rimborsabile, senza alcun limite d’età. Allo stesso modo, l’AIFA ha stabilito che il SSN dovrà rimborsare anche le spese, a tutti e tutte e senza limiti di età, per i farmaci necessari alla cosiddetta “Prep”, cioè la profilassi pre-esposizione al virus dell’Hiv.

La gratuità della pillola non è però ancora effettiva: manca ancora il sì del Consiglio di amministrazione dell’Agenzia, atteso per il prossimo mese di maggio, e la pubblicazione in Gazzetta.

Ad oggi, le pillole contraccettive sono classificate in fascia C: ciò significa che sono interamente a carico del cittadino e hanno un prezzo libero, deciso dall’azienda farmaceutica e ritoccabile ogni due anni. La decisione di AIFA porrà alcune pillole contraccettive in fascia A, rendendole prescrivibili su ricettario regionale. Non tutti lo sanno, ma la situazione in Italia non è ovunque uguale: fino a oggi la pillola anticoncezionale era già gratuita in cinque Regioni (Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte, Puglia e Lazio) e in una Provincia autonoma (Trento) attraverso i consultori, ma solo per una specifica fascia d’età e con diverse restrizioni.

Una decisione storica, dunque, che riconosce finalmente il diritto alla contraccezione gratuita e consapevole. Non è di secondaria importanza il fatto che le pillole anticoncezionali abbiano comportato sinora una spesa, talvolta non indifferente. Questo non solo quando la pillola viene utilizzata come anticoncezionale, ma anche come cura per patologie molto diffuse (quale, ad esempio, la sindrome dell’ovaio policistico).

La decisione dell’AIFA è un faro nella notte: potenzialmente, potrebbe favorire i ceti più deboli della popolazione e portare, finalmente, a una crescita di civiltà e a una nuova attenzione verso la salute sessuale.

Che questo passo in avanti non sia un’isola in mezzo al mare: la speranza è che sia accompagnato da altri interventi, come l’implementazione di una campagna informativa e formativa sulla sessualità responsabile e delle strutture consultoriali.

Per Mario Puiatti, presidente AIED, “con la decisione attuale dell’AIFA, viene restituita fiducia sulla sicurezza di un farmaco usato da decenni da milioni di donne, ma soprattutto si restituisce alla contraccezione il ruolo prioritario per la tutela della salute e del benessere delle donne e delle ragazze. Ora è importante potenziare il ruolo dei consultori, che devono essere pronti ad assistere le donne e soprattutto le adolescenti che vogliono usare la contraccezione orale”.

Da destinataria della decisione, mi sento di dire che ci troviamo di fronte a una scelta inequivocabile, che va in una precisa direzione. Il tema è a forte (se non fortissimo) impatto sociale: sarà questa l’occasione per attivare una informazione corretta e contribuire ad una maggiore consapevolezza degli italiani sulla salute sessuale? Ricordiamo che, all’alba del 2023, l’Italia è ancora fanalino di coda per quanto riguarda l’educazione sessuale nelle scuole, essendo una delle pochissime nazioni in Europa, insieme a Cipro, Bulgaria, Polonia, Romania e Lituania, prive di programmi curricolari nel merito. Come ribadito dall’UNESCO nel “Comprehensive sexuality education (CSE) country profiles” del 2023, quello all’educazione affettiva e sessuale è un diritto dell’essere umano, che non afferisce soltanto all’ambito dell’istruzione, ma proprio alla salute, con lo scopo preciso di “sviluppare relazioni sociali e sessuali basate sul rispetto”.


Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni

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