Mettersi in gioco secondo il Pensiero Positivo

Di Federica Finore

pensiero positivo

La vita è una sfida continua, nel lavoro, in amore, in famiglia, ma soprattutto nei confronti di noi stessi, nelle nostre aspirazioni, nelle nostre aspettative. Ci mettiamo in gioco per soddisfare il nostro bisogno di autorealizzazione, il più elevato nella scala dei bisogni teorizzata del noto psicologo Abraham Maslow; siamo pronti a rischiare, a fare un passo in più per ciò che desideriamo ottenere e sviluppiamo un’attitudine nei confronti del nostro obiettivo. I pensieri che formuliamo si tramutano nel modo in cui reagiamo di fronte ad un ostacolo o ad un bivio posto da un’occasione di lavoro, da una scelta di un trasferimento in un altro paese o da una decisione di investire o meno in un progetto ambizioso.

Quando si parla di Pensiero Positivo si tende a confonderlo con l’essere ottimisti e affrontare col sorriso gli ostacoli che si trovano lungo la strada. In realtà applicare le teorie del Pensiero Positivo e della Legge di Attrazione al mettersi in gioco, va al di là del semplice desiderare ardentemente qualcosa e così ottenerlo. La meta che ci prefiggiamo non deve essere un mero sogno che speriamo di realizzare, ma deve essere ben chiara e definita dentro di noi, così da generare quell’energia positiva che ci conduce al cambiamento, alla realizzazione di noi stessi, avvicinandoci sempre di più al nostro obiettivo.

Secondo Joe Vitale (metafisico, esperto di Marketing e scrittore), “I pensieri emanano quel segnale magnetico che attira verso di te i loro omologhi.” . Ed è proprio questo il principio alla base della Legge di Attrazione, argomentata e esemplificata nel celebre “The Secret” di Rhonda Byrne. Questa legge è una legge di creazione: creiamo ciò che pensiamo. Poiché i pensieri sono dotati di frequenza e sono quindi misurabili, anche gli studiosi di fisica quantistica stanno cominciando ad ammettere che “non può esistere un Universo senza una mente che vi penetri, e che la mente plasma effettivamente ogni cosa che viene percepita” come afferma Fred Alan Wolf, fisico quantistico, conferenziere e autore di libri multipremiati.

Ognuno di noi ha dei sogni ma nella maggior parte dei casi si ha paura di fallire ancor prima di aver tentato la sorte; i pensieri negativi prendono il sopravvento su di noi e si tramutano nei nostri gesti, nel nostro modo di porci con gli altri , nella postura fisica che assumiamo e di conseguenza nel nostro linguaggio. Molto spesso infatti le persone pensano più a quello che “non vogliono” che a quello che vogliono, e concentrandosi e visualizzando ciò che non vogliono finiscono per attrarlo a sé. In tutti i manuali che affrontano il Pensiero Positivo e la Legge di Attrazione si vieta categoricamente l’uso delle frasi negative. Un esempio concreto: nel lavoro è sbagliato pensare “non voglio essere dipendente di nessuno”, ma si dovrebbe optare per “ho le carte in regola per creare e gestire il mio business in autonomia”. Così come nello studio, l’approccio preferibile è “ho studiato e sono in grado di prendere un buon voto” piuttosto che “non posso prendere di nuovo un brutto voto”.

I nostri pensieri inoltre sono la fonte delle nostre emozioni: ed è proprio per questo che quando una sfida ci si presenta davanti, il solo pensiero di metterci in gioco ci dà una scarica di adrenalina. Le emozioni positive a loro volta attraggono altre emozioni positive; dirigendo i pensieri verso ciò che si vuole davvero raggiungere, si otterrà un cambio di frequenza delle proprie emozioni. Solo controllandole si riuscirà ad utilizzarle nel modo migliore per trovare la motivazione e la voglia di rischiare e di mettersi in gioco per realizzare ciò che realmente ci sta a cuore. Come afferma Lisa Nichols (scrittrice e sostenitrice del Personal Empowerment) “I tuoi pensieri e le tue emozioni creano la tua vita. Sarà sempre così, immancabilmente”.