I giovani della classe ’96, qualche anno in più e in meno, condividono con me la prima esperienza consapevole di partecipazione all’operato del Presidente della Repubblica nella figura di Sergio Mattarella. È forse per questo se alle ore 21 del 31 dicembre 2021, con le ultime parole pronunciate durante il discorso annuale e di fine mandato, abbiamo lasciato scendere sui nostri visi una lacrima di rispetto, riconoscenza e diciamolo pure rammarico per la “perdita istituzionale” di un uomo che ci ha guidati con onore e passione.
Siciliano d’origine, Sergio Mattarella non si è lasciato mai prendere dall’indole esplosiva degli uomini del sud. Un arbitro garbato che con sapienza ha fatto politica senza eccedere nelle dimostrazioni di potere e di apparire come siamo soliti osservare nelle sedi parlamentari e non solo.
Un uomo da ammirare per le sue doti di devozione salde e sincere alla famiglia e al suo paese. Mattarella in questi anni non lo abbiamo visto frequentare circoli o salotti che in alcuni momenti particolari del suo mandato avrebbero pure potuto essere necessari. Al contrario, ha fatto della sua carica istituzionale un elogio alla semplicità già dai piccoli accorgimenti quotidiani: un appartamentino nella foresteria della Corte costituzionale. Badiamo bene a comprendere tale insegnamento, soprattutto noi giovani: la vera grandezza è nelle proprie doti e non nei possedimenti.
L’uomo, Sergio, che del suo riserbo ha fatto clausura dopo la perdita nel 2012 dell’amata moglie Marisa. Questo lutto profondo non ha portato il presidente ad esimersi dalle cerimonie ufficiali ed i viaggi istituzionali nei quali il galateo prevede una accompagnatrice al suo fianco. Con altrettanta eleganza, discrezione e premura, Laura Mattarella ha sempre affiancato il padre facendosi apprezzare da presidenti e relative consorti delle altre nazioni.
Un legame intenso ci stringe all’uomo Mattarella e il suo comportamento impareggiabile ha fatto sì che negli anni la sua figura di presidente sia divenuta la punta di diamante della buona Italia. Del resto, buon sangue non mente. La sua morale e carriera politica viene sempre raccontata da tutti priva di qualsiasi forma di clientelismo e\o favoritismo.
Un socialista palermitano che si è fatto conoscere ed apprezzare negli anni dapprima dai partiti e poi da tutto il popolo italiano. Esemplare il suo comportamento, un esempio che dovrebbe far riflettere molti esponenti che ricoprono ruoli istituzionali di spicco nel panorama nazionale, in quest’ultimo anno di pandemia: Mattarella in fila per accedere alla vaccinazione.
Il gesto prova della sua eleganza e del rispetto verso i ruoli. Eppure, vista la posizione che occupa sarebbe stato giusto vaccinarsi per primo per mettere al sicuro la gestione del paese. Una sua prematura assenza avrebbe aggravato l’emergenza sanitaria che ancora stiamo attraversando e che nei prossimi giorni sarà inasprita dalla volontà a terminare il suo mandato.
A nome di un nutrito numero di giovani mi sento di rivolgere un messaggio, al Presidente Mattarella, che possa trasmettere i sentimenti di paura, angoscia, smarrimento ed incertezza che attendono i miei coetanei e me nei mesi a seguire. Ci sentivamo al sicuro con la sua guida ed ora parafrasando il Sommo Poeta “Nel mezzo del cammin di nostra vita, ci ritroviamo in una selva oscura”.
Comprendiamo bene quanto sia esoso il peso fisico e psicologico di un secondo mandato, soprattutto perché sarebbe portato avanti con la stessa diligenza che l’ha contraddistinta in questi anni ma il nostro augurio è che Lei, Presidente Mattarella, possa sempre vegliare su di noi, come un buon padre di famiglia.
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni