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L’Italia unita da un filo d’oro: insieme ripartiremo

Quando succede qualcosa di negativo abbiamo due scelte: abbandonare tutto oppure provare a recuperare quanto danneggiato. Il regalo più prezioso che ho avuto in dono è stata una collana con un cuore di legno realizzata con l’arte giapponese del Kintsugi, ovvero l’arte che ripara oggetti rotti con l’utilizzo di smalto d’oro o d’argento.

Queste le parole del biglietto che accompagnava il regalo:

“La mia speranza è che quest’immagine del Kintsugi in una pietra ti incoraggi a trovare e cogliere il tuo oro nelle cicatrici guarite della tua vita.”

Ma dove nasce questa tecnica artistica? Si racconta che nel 1400 lo shogun Yoshimasa, comandante dell’esercito giapponese, amante dell’arte e della cultura, durante il rito del tè ruppe una tazza preziosa. Dispiaciuto, chiese ai maestri ceramisti di ripararla e il risultato fu una tazza ancora più bella e preziosa in quanto ricomposta con l’utilizzo di smalto d’oro. Così nacque il Kintsugi. La lavorazione richiede maestria e pazienza, in quanto in alcuni casi occorrono diversi mesi per ottenere l’oggetto finito. 
La tecnica di restauro è una perfetta metafora della resilienza: la capacità di rimettere insieme i “pezzi” causati dalle ferite della vita, ottenendo una rinascita. È simbolo della forza d’animo, la capacità psicologica di adattarsi alle avversità e di perseverare nel raggiungimento dei propri sogni, di reagire, di combattere. La resilienza è la forza di rinascere sempre e di vedere il lato positivo anche nelle situazioni più buie. 

Vediamo adesso in che cosa consistono le fasi del Kintsugi:

Il Kintsugi non si limita a riparare un oggetto danneggiato, ma lo rende più prezioso di quello che era
Il mondo intero sta attraversando un momento terribile che in futuro si studierà nei libri, tutti noi siamo messi alla prova. L’Italia è in difficoltà e chiede il nostro aiuto e questa volta il contributo di ciascuno di noi può fare davvero la differenza. 
I frammenti d’oro sono quelli con cui stiamo provando a riparare le ferite dell’Italia. Le regioni sono frammentate, divise, non possiamo spostarci, alcune famiglie non possono incontrarsi né abbracciare i propri cari. Ogni giorno leggere il giornale equivale ad assistere ad un bollettino di guerra. Tuttavia l’amore che vedo in giro mi riempie di speranza e sono sicura che ne usciremo. Non ho mai visto l’Italia così unita come adesso. Siamo sempre stati un popolo forte, sensibile al problema dell’immigrazione, aperto alle culture straniere. Noi tutti, insieme agli altri Paesi che ci daranno una mano e un sostegno, siamo pronti a mettere in campo tutte le forze che abbiamo per sconfiggere questa pandemia.

Il bene che abbiamo fatto e la generosità che da sempre ci contraddistingue non è stata dimenticata: dalla Cina sono arrivati medici esperti e attrezzature indispensabili in questo momento. Dobbiamo stare a casa, rispettare i decreti che vengono emanati per il nostro bene e dare la possibilità ai medici di lavorare in sicurezza.
Abbiamo l’occasione unica di rimettere insieme con un filo d’oro le ferite causate da questo terribile virus, possiamo ripararle e ripartire più forti di prima. 
Passeggiare sotto il sole, incontrare gli amici all’aria aperta e mangiare un panino nel nostro posto preferito avrà un gusto nuovo, sarà più bello di prima. La solidarietà che ho visto in questi giorni è commovente, sui social ci si intrattiene con le proprie doti artistiche: spettacoli di teatro, cantanti che si esibiscono, ragazzi che dal nulla organizzano raccolte fondi destinati agli ospedali di tutta Italia, si consigliano libri, si riscopre il piacere delle piccole cose di casa, mentre con alcune amiche prendo il caffè via Facetime e alla sera metto un filo di mascara per l’appuntamento “virtuale” con il mio ragazzo, per regalargli un sorriso.

I frammenti d’oro per me sono i medici che ogni giorno combattono per salvarci la vita, mettendo a repentaglio la loro salute, i frammenti d’oro sono i giovani infermieri che hanno accettato di laurearsi in anticipo per aiutare l’Italia in difficoltà, i frammenti d’oro sono i volontari della protezione civile e tanti altri insieme a loro. A volte l’Italia ci ha girato le spalle, non dandoci lavoro e costringendo tanti giovani promettenti ad emigrare per trovarne uno, però adesso ha bisogno di noi e ci richiama alle nostre radici, adesso l’Italia ha bisogno del contributo e della professionalità di tanti giovani e si scusa di averci lasciato andar via.
Ma noi siamo qui, e ci risolleveremo. Noi siamo qui e non abbandoneremo l’Italia. 

Crediti immagine: lifegate.it

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