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LiberaMente Insieme

Photo by Audi Nissen on Unsplash

Un’iniziativa per promuovere lo sport per tutti

Un progetto d’inclusione, all’insegna dello sport e del divertimento, quello organizzato dal Cus di Cosenza. Un mese di attività e di emozioni che ci ha raccontato il coordinatore Antonio Vallotta.

Ci puoi raccontare cos’è e come è nata l’idea del Progetto LiberaMente insieme? un’iniziativa che vuole promuovere lo sport per tutti, persone con e senza disabilità.

L’iniziativa è stata promossa dal CUSI (Centro Universitario Sportivo Italiano) e fa parte del progetto “Siamo Sport” cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ai sensi dell’Avviso 1/2017 per il finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza nazionale ai sensi dell’art.72 del D.Lgs. 3 luglio 2017 n. 117 – Anno 2018. “LiberaMente Insieme” è il nome che abbiamo scelto per il nostro progetto territoriale, proprio per sottolineare due concetti che riteniamo fondamentali: la libertà di stare insieme abbattendo barriere che sono soprattutto mentali oltre che architettoniche. La nostra iniziativa è stata rivolta a persone con disabilità con l’intento di avvicinarli allo sport, un mondo che spesso, per molti di loro o per chi pensa alla disabilità, è ritenuto fuori dalla loro portata. Noi non abbiamo mai creduto a tale distanza: è per questo che abbiamo organizzato allenamenti multidisciplinari in palestra e, grazie alla collaborazione con la Piscina Comunale di Cosenza, anche in acqua. Tutto ciò è stato svolto nell’arco di un mese con turni settimanali prestabiliti.

Qual è stata la risposta da parte delle istituzioni locali e della società di fronte a questa sfida, in un periodo, peraltro, non semplice per tutti noi, come quello che ancora stiamo vivendo?

La risposta è stata decisamente positiva. A partire dall’Unical, che si è messa immediatamente in prima linea per sostenerci, ogni istituzione, ente e associazione che abbiamo contattato è stata entusiasta della nostra iniziativa, ancor più alla luce della situazione pandemica che ha rallentato (e spesso totalmente bloccato) lo sport, le attività per soggetti con disabilità e la vita quotidiana in genere.

Ci vuoi raccontare meglio questa esperienza? Quali gli sport che avete praticato? Le esperienze che avete vissuto, le emozioni che avete provato?

Innanzitutto, abbiamo pensato di praticare sport adatti a tutti, nel senso che avrebbero il più possibile eliminato le differenze interindividuali, ancor più se contiamo che il progetto vedeva era inclusivo, non destinato quindi solamente a persone con disabilità. Gli sport principali sono stati pallavolo, calcio, rugby, basket e percorsi motori, il già citato nuoto ma anche il torball. Quest’ultimo è generalmente poco conosciuto, ma è uno sport fantastico perché permette a persone non vedenti o ipovedenti di giocare con la palla. Anche noi istruttori ci siamo cimentati… ed è stato stupendo! In effetti, per tutti noi tecnici e tutor questo progetto è stata un’esperienza carica di emozioni. Inizialmente eravamo timorosi che non ci sarebbe stata molta affluenza, ma quando gli interessati hanno superato le venti unità ci siamo sentiti carichi. Al timore è seguita la preoccupazione che qualcosa potesse non andare per il verso giusto, ma questa è stata l’emozione meno duratura: in men che non si dica, ad ogni turno aumentava l’entusiasmo di tutti. Ho visto i miei colleghi divertirsi almeno quanto i ragazzi che stavano allenando, così come io stesso ho provato una gioia e un senso di soddisfazione che raramente avevo provato prima. È nata subito empatia tra tutte le parti, dai volontari ai ragazzi, dai tutor ai tecnici, da ogni addetto ai lavori fino al Presidente del Cus Cosenza, Marcello Fiore, grande promotore di questa iniziativa. A lui devo la possibilità di avermi affidato questo progetto e gliene sarò sempre grato.

Tra i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato alle attività ce n’è uno che ti ha particolarmente colpito o sorpreso?

Tutti quanti! È stato incredibile vedere ragazzi di diversa età, provenienza e di diversi interessi condividere le ore di allenamento proposte da noi. Come detto, non eravamo sicurissimi che sarebbe andato tutto alla perfezione, eppure siamo stati talmente contenti di vedere i ragazzi sorridere, scherzare, sentirsi liberi di esprimersi da non poter scegliere neanche uno di loro a svantaggio di altri. Sono stati tutti bravissimi e partecipativi e mi ritengo fortunato per averli potuti conoscere uno ad uno.

C’è un messaggio che vorresti lanciare al termine di questa esperienza di sport inclusivo e senza barriere?

Il mio messaggio è sostanzialmente uno: lo sport è di tutti, quindi non deve tagliare fuori nessuno. Ecco perché il Cus Cosenza ha intenzione di attivare già dalla prossima stagione sportiva corsi sportivi rivolti a ragazzi e ragazze con disabilità. Il nostro staff è pronto ad accogliere non solo le persone già coinvolte dal progetto appena terminato, ma anche tante altre che si dimostreranno interessate ad avvicinarsi al bellissimo e coinvolgente mondo dello sport. Perché noi “Siamo Sport” e ritengo che il modo migliore per praticarlo è stare “LiberaMente Insieme”.


Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni

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