Come tutti i ragazzi, sin da piccolo anch’io mi domandavo come funzionassero l’amore e le relazioni, chiedendomi cosa portasse una coppia a vivere insieme tutta la vita e cosa, invece, a lasciarsi definitivamente. Mai avrei pensato che la risposta l’avrei trovata qualche anno dopo, sui banchi universitari della facoltà di biologia, studiando le proteine.
Sin dall’inizio, rimasi stupefatto da come queste possano essere simili a noi esseri umani e le loro interazioni analoghe alle nostre. Già dalla loro nascita, così come noi esseri umani siamo accuditi dai nostri genitori per aiutarci nella crescita, anche le proteine sono accolte da “proteine badanti”. Queste, si assicurano che le neonate proteine possano essere completamente funzionali, prima di lasciarle girovagare da sole per il nostro corpo.
Una volta maturate, le proteine iniziano ad incontrarsi tra loro, ad interagire ed a cambiare. Come anche per noi, non è la loro origine a caratterizzarle, né tanto meno lo è la loro posizione finale: non siamo uguali a persone che sono nate nel nostro stesso posto, né tanto meno a persone che si trovano nella nostra stessa posizione sociale, con lo stesso lavoro o situazione sentimentale. Ciò che caratterizza una persona, o una proteina, è il percorso che ha fatto, le relazioni che ha avuto ed i cambiamenti che queste le hanno lasciato.
Ma la vera magia delle proteine arriva studiando le loro relazioni ed interazioni.
Le proteine possono interagire con mille altre diverse, ma solo con poche, pochissime, si crea un legame stabile e duraturo, anche per tutta la loro esistenza. Noi non siamo diversi: possiamo avere tante storie, più o meno durature, ma le vere storie d’amore sono ben poche. Spesso, una soltanto.
Tuttavia, un legame proteico può finire così come una storia d’amore. Due proteine che hanno stretto una fortissima interazione fra loro, rimangono strettamente legate fin quando le condizioni rimangono uguali. Al varare delle condizioni (temperatura, acidità ed altre condizioni fisico/chimiche), può variare anche l’attrazione tra le due proteine. In alcuni casi, il legame finisce e le proteine possono addirittura preferire altre con cui interagire, stabilmente, nelle nuove condizioni.
Concludiamo quindi tornando a noi.
Iniziamo ad innamorarci sin da piccini, magari negli anni della scuola e dei licei. Poi il tempo passa, iniziamo l’università o il lavoro, andiamo in un’altra città. La nostra relazione non è più la stessa, i partner ci dicono che noi siamo cambiati e anche noi vediamo loro diversamente.
Non siamo noi ad esser cambiati. Né lo sono loro.
Son cambiate le condizioni in cui viviamo e, come per le proteine, non siamo attratti sempre dalle stesse cose ed il nostro legame finisce.
Anche crescendo, le nostre nuove storie potrebbero trovare spesso nuove condizioni da dover affrontare. Un nuovo lavoro, una nuova città, nuovi impegni e responsabilità. Nuovi obiettivi e successi. Nuove delusioni e rammarichi.
Strano dover ammettere che il modo migliore per far durare una storia è lavorare su noi stessi, sulla nostra stabilità.
Costruiamo le nostre condizioni, manteniamo stabili i nostri obiettivi, rincorriamo i nostri successi.
Prima o poi, arriverà la proteina che non aspetta che noi. Allora saremo pronti. Nulla distruggerà il nostro legame.