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Le Olimpiadi del Dragone

Febbraio, mese pieno di emozioni. C’è chi segue Sanremo e chi ha aspettato con ansia il 4 febbraio per la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi invernali 2022. In un “turn of events” piuttosto bizzarro sono due anni di fila che ci sono le Olimpiadi, andando così a interrompere l’alternanza biennale tra le estive e le invernali.

Ma come si è preparata Pechino per queste Olimpiadi che vanno a chiudere il ciclo asiatico (Corea-Giappone-Cina)? Ai telegiornali degli ultimi giorni abbiamo sentito che c’è un cluster di atleti che sono risultati positivi. Ma ciò non preoccupa la Cina, che dalla sua ha messo in pratica manovre di contenimento più rigide rispetto a quelle del Giappone nel 2021, imparando dai suoi predecessori. Alle olimpiadi non vi sarà pubblico straniero e, in generale, si potrà accedere solo su invito agli eventi, per i quali sarà necessario seguire regole piuttosto rigide prima, durante e dopo. Inoltre, i viaggi verso la capitale sono stati ridotti al minimo, così da ridurre la possibilità di potenziali viaggiatori a rischio.

La misura forse più interessante, però, è la cosiddetta bolla in cui verranno messi giornalisti, atleti, giudici e staff delle olimpiadi. Per entrare in queste bolle è necessario essere totalmente vaccinati oppure fare una quarantena di 21 giorni. Forse le persone messe più a dura prova dalle bolle sono i membri dello staff, tra cui volontari e cuochi, i quali non potranno interagire con nessuno, inclusi i familiari, al fuori delle bolle.

Inoltre, per far sì che gli atleti e il loro entourage possano viaggiare in tutta tranquillità, il governo ha predisposto dei mezzi ad uso esclusivo di questa cerchia ristretta di persone, arrivando persino a consigliare a chiunque incorra in un incidente stradale con uno di questi mezzi di evitare ogni tipo di contatto.

Ovviamente, oltre alle regole predisposte eccezionalmente per le Olimpiadi, non bisogna dimenticare che i viaggi per la Cina e all’interno della Cina sono estremamente limitati già da due anni, così da contenere il più possibile i contagi dall’esterno. A queste misure generali, inoltre, si aggiungono le quarantene di due settimane presso strutture alberghiere apposite e, nella maggior parte delle città, ulteriori quarantene più brevi e, persino, una settimana di monitoraggio in cui ogni interazione sociale è assolutamente da evitare.

Considerando l’ondata di fuoco mediatico, politico ed economico che ha colpito la Cina allo scoppio della pandemia, queste misure così rigide di contenimento non stupiscono. Forse, tenendo conto dei numeri spaventosi delle vittime del Covid in Italia e in Europa, in termini più generali, alcune di queste misure potrebbero essere introdotte anche da noi.

I XXIV Giochi olimpici invernali, però, presentano una somiglianza con le Olimpiadi estive dello scorso anno. Infatti, anche in questo caso ci sono delle proteste: l’anno passato si manifestava principalmente per l’azzardo di ospitare le Olimpiadi quando i casi continuavano a salire; quest’anno le proteste hanno un filone decisamente più politico. Il movimento #IWillNotWatch, infatti, boicotta le Olimpiadi a causa delle violazioni dei diritti umani a Hong Kong, in Tibet e a Xinjiang (territorio che ospita un vasto bacino di etnie, tra cui gli Uiguri turchi) di cui si è macchiato il Partito al potere.

Avendo quindi visto come la Cina sta gestendo le Olimpiadi non ci resta che vedere cosa aspetta l’Italia, la quale ha sfilato per penultima in posizione d’onore, subito prima della Cina stessa, in quanto ospite dei prossimi giochi invernali.


Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni

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