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La falsa ripartenza della musica dal vivo, tra aspettative e scontro con la realtà

Quando solo poche settimane fa era stato annunciato il tanto atteso ritorno alle capienze al 100% nei luoghi della cultura, noi appassionati di musica dal vivo avevamo esultato. Dopo un’estate di lenta ripartenza, che sapeva di speranza ed era stata caratterizzata da mascherine, posti contingentati e concerti da seduti, ci era sembrato di poter toccare di nuovo con mano la normalità per come la conoscevamo. Già pregustavamo quei concerti ripetutamente rinviati, la riscoperta dei club che hanno fatto la storia della musica dal vivo, la possibilità di ballare e cantare abbracciando i nostri vicini, ma così non sarà. Bisogna innanzitutto fare una precisazione: per i teatri, i cinema e le sale da concerto la capienza è tornata sì al 100%, ma di quella consentita (quindi inferiore a quella reale), sia all’aperto che al chiuso; per quanto riguarda discoteche, sale da ballo e locali assimilati, la capienza non può essere superiore dal 75% di quella massima autorizzata, sia all’aperto che al chiuso. I paletti imposti dal legislatore mal si conciliano con i sold out da migliaia di spettatori in venue come l’Unipol Arena di Bologna o il Mediolanum Forum di Assago e i costi organizzativi di grandi eventi – dall’affitto fino alle utenze e al lavoro delle maestranze già messe in ginocchio dallo stop prolungato – sono spesso difficili da coprire con gli ingressi contingentati. È così che ci troviamo di nuovo di fronte a un autunno fatto di cancellazioni e rinvii, a partire dall’esperimento di Cosmo previsto all’Arena Parco Nord di Bologna, passando per il tour nei palazzetti di Brunori Sas fino a quelli di Aiello e Mahmood nei club. La musica dal vivo ha bisogno sì di regole, poiché la situazione pandemica impone di mantenere alta l’attenzione, ma anche di spazi di espressione. L’auspicio è che questo rinvio sia davvero l’ultimo e che concerti come i sold out degli Eugenio in Via di Gioia a Torino, in piedi e senza distanziamento, siano la dimostrazione che la ripartenza in sicurezza sarebbe finalmente possibile.

Già pubblicato su Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei Ventenni 01/11/2021

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