Venti Blog

La Biblioteca Civica di Cosenza è affare di tutti

Intervista alla Presidente dell’Associazione CivicaAmica, Gilda De Caro                          

Se consideriamo la cultura come asse portante del nostro Paese, grande importanza rivestono le biblioteche, luoghi di conservazione e valorizzazione del nostro passato. Incontriamo oggi la Presidente dell’Associazione CivicaAmica di Cosenza che da anni si batte per la riapertura della Biblioteca Civica della città, un bene dal valore storico e culturale inestimabile, di cui oggi i cittadini sono privati a causa di un dissesto finanziario creato nei decenni passati.

Ci può spiegare Presidente, come nasce l’idea dell’associazione?  E qual è la sua missione?

«Civicamica nasce dallo sgomento di tre persone, rappresentanti di altre associazioni accorse a sostegno dei dipendenti in agitazione, nell’autunno del 2016, all’arrivo della notizia del ridimensionamento del contributo del Comune, annuncio calato in una situazione di mancato pagamento degli stipendi già da mesi. Si è improvvisamente delineato un aggravamento dello stato della Biblioteca, in una cornice istituzionale sempre più difficile, dato che la Provincia da allora non deteneva le deleghe per la cultura per effetto della legge Del Rio. Per esprimere quindi, solidarietà ai dipendenti, ma anche per essere di sostegno e supporto alla Biblioteca Civica, che si è ritenuta e si ritiene bene inalienabile e prezioso della città, si è deciso di fondare un’associazione con il compito primario di creare un ampio movimento di opinione pubblica. Così è stato, nella primavera del 2017 è registrata la fondazione di Civicamica». 

Può descrivere brevemente quelli che sono i tesori custoditi nella biblioteca?

«Il patrimonio librario è unico, ampio, ricco e raro. Si va da fondi familiari unici provenienti da importanti famiglie cosentine alle Opere di Telesio a stampa e manoscritte, Cinquecentine a stampa edite in svariati anni provenienti dalle migliori stamperie europee, incunaboli preziosi, un testo rarissimo quale “I segreti della signora Isabella Cortese” pubblicato a Venezia nel 1561 e l’opera di Antonio Serra, fondatore dell’economia politica, con il suo libro “Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d’oro e d’argento dove non sono miniere con applicazione al Regno di Napoli” del 1613. Poi i Corali provenienti dai conventi all’indomani dello scioglimento degli ordini religiosi, pergamene preziose, tutte le opere degli accademici umanisti, una larga collezione di classici in svariate edizioni una emeroteca rilevante e fonte preziosa di documentazione per gli studi storico-sociali e tanto, tanto altro ancora».

Qual è il valore della Biblioteca Civica per i cittadini di Cosenza?

«In questi anni di continuo contatto con i cosentini e le cosentine abbiamo potuto rilevare che esiste una relazione molto forte tra l’avanzamento culturale registrabile nella città e la frequentazione della Civica, abbiamo verificato una radicata consapevolezza del valore della Biblioteca tra coloro che hanno usufruito del servizio di documentazione e prestito e un certo rammarico tra chi, per le più diverse, ragioni ne è stato privato. Questa costatazione diventa per Civicamica un motivo di impegno, non riusciamo a immaginare la vita delle future generazioni senza l’accesso al sapere e alla conoscenza ritrovabile in quelle sale».

L’associazione ha messo in campo diverse iniziative nell’ambito della raccolta fondi a sostegno della biblioteca attivata attraverso la piattaforma Produzioni Dal Basso: può descriverci le principali?

 «È stato avviato un vero e proprio programma, secondo lo stile che Civicamica: l’Orchestra giovanile di Fiati di Delianuova ha offerto un concerto per la Civica, vi è stata poo la proiezione speciale del docu-Film “Il Figlio di Tarzan” in nome della inclusione e contro ogni discriminazione, per la regia di Maria Grazia Moncada e prodotto da Ficarra e Picone, decisi a essere testimonial della campagna stessa. Numerosi sono poi gli incontri con gruppi di lettura, associazioni e comunità che sentono il bisogno di esprimere il loro appoggio. Il Primo di aprile si terrà una esibizione del coro di donne “Vushe Grash” diretto da Anna Stratigò con i maestri Pallone e Naccarato, presso la Casa della Musica. Le attività si protrarranno fino al 25 aprile per continuare la raccolta e incentivarla, presentando spunti culturali e artistici significativi e speciali».
Qual è stato il riscontro da parte delle amministrazioni locali alle vostre attività e quello della cittadinanza? 

«La nuova amministrazione comunale ha cercato di riparare il danno inferto dalla precedente ripristinando il contributo alla Biblioteca Civica, nonostante il dissesto e le gravi difficoltà economiche in cui la giunta si dibatte. Per il piano di rientro è prevista l’imposizione di ticket per le strutture comunali. La Commissione Cultura è stata la struttura che maggiormente ha seguito l’evoluzione della campagna rendendosi parte attiva verso soluzioni per le attività delle associazioni, condivise da maggioranza e opposizione, dando quindi dalla campagna per la Biblioteca un buon segnale: lavorare per la cultura unisce e non divide».    

Come immagina la Biblioteca Civica del futuro?

«Arricchita dalla presenza di personale giovane, qualificato e appassionato, aperta con orari lunghi, confortevole, accessibile per tutti, fruibile come luogo di studio, ma anche di incontro, di conversazione e di silenzio. Insomma penso alla Civica che ho sempre frequentato, con una più diffusa e accogliente vivibilità, che conserverà un altro documento speciale e unico: l’albo d’onore con tutti i nomi dei donatori individuali, di gruppo e aziendali e professionali che avranno contribuito alla raccolta fondi a perpetua memoria della dignità riacquisita».
Quale messaggio vorrebbe lanciare alle cittadine e ai cittadini affinché possano partecipare tutti a questo ambizioso progetto? 

«Mobilitatevi, per favore, perché una città può perdere la sua propria dignità, come è avvenuto a Cosenza in questi anni di inedia culturale, ma non può smarrire l’anima: per questo non faccio altro che ripetere che la Biblioteca Civica è un affare mio. Poi aggiungo che no, la Civica è un affare nostro, ma camminando per Cosenza mi convinco sempre più che la Civica è un affare di tutti!».

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni

Exit mobile version