Il Record Store Day, letteralmente “il giorno dei negozi di dischi”, nasce come movimento e poi come vera e propria celebrazione dei negozi di dischi indipendenti, circa otto anni fa in America.
L’evento, giunto alla sesta edizione anche in Italia, si contraddistingue per l’uscita di anteprime, edizioni speciali, ristampe di classici e numerosi eventi sparsi per il paese.
Ma l’importanza di tale evento dove risiede?
L’industria discografica negli ultimi anni ha vissuto un periodo non proprio roseo. L’avvento di Napster, iTunes, Torrent, ha radicalmente ridotto sia le vendite ma anche la vera e propria domanda di dischi. Di conseguenza purtroppo abbiamo assistito alla chiusura di numerosi negozi di dischi, sia indipendenti sia facenti parte di vere e proprie catene di negozi musicali.
Per spronare quindi il mercato e di conseguenza le nuove generazioni a toccare con “mano” il passato glorioso della musica, si è pensato di coinvolgere centinaia di artisti in tutto il mondo e le relative case discografiche a pubblicare vinili in edizione limitata, ristampe, vinili colorati.
Evento che non solo ha entusiasmato i collezionisti del vinile, ma ha risollevato le sorti di numerosi negozi di dischi indipendenti ormai alla deriva, che si sono ritrovati pieni di vecchi clienti, ma anche di giovani, pronti a sostenere ciò che di più ha accompagnato le loro vite, cioè la musica.
Si è riscoperto il piacere di andare alla ricerca del proprio artista preferito in scaffali immensi e polverosi, di assaporare il suono “caldo” del disco in vinile. Perchè diciamocela tutta, nessun iPod di ultima generazione potrà mai eguagliare il rumore della puntina del giradischi che graffia sul vinile. Sentire la voce del tuo artista preferito come se fosse proprio lì al tuo fianco, senza effetti di nessun genere, senza il suono patinato del digitale. Sensazione romanzata al meglio nel film “Almost Famous” (di Cameron Crowe, 2000), dove si sosteneva che ascoltando un vinile con una candela accesa, si poteva intravedere il proprio futuro.
Quest’anno le novità di maggior rilievo sono state:
- La pubblicazione di “I Dig Everything” con sei brani, risalenti al periodo ’66, di David Bowie. Inoltre la pubblicazione con tanto di picture disc di “The Man Who Sold the World” e di “TVC15“. Pubblicazione che assume un sapore malinconico vista la dipartita del Duca Bianco proprio a febbraio di questo anno;
- “Best of” in vinile di Jhonny Cash, inerente al suo omonimo show “The Jhonny Cash Show” andato in onda nel 1969 e contenente la partecipazione di numerosi artisti scelti appositamente dal “Re” del Country;
- “Melancholy Mood” di Bob Dylan è disponibile solo in Giappone prima di questo evento, che precede l’uscita del suo nuovo album a maggio p.v. “Fallen Angels”;
- La versione in “cassetta” di “Antichrist Superstar” di Marilyn Manson. Perchè si, nei negozi di dischi non vi erano solo cd e vinili, ma anche le “musicassette”;
- Una versione particolare del demo “Delilah” con una cover di “Only Love Can Break Your Heart” di Neil Young ad opera di Florence and The Machine;
- Una riedizione di “Dandy” dei Rockin’ Vickers, con la presenza del giovane ma non ancora leader dei Motorhead, Lemmy Kilmister.
- Un vinile trasparente di “Paura“, vera “chicca” per i collezionisti, del premio Oscar Ennio Morricone;
- “Gangsterville” di Joe Strummer, fondatore, chitarrista di una delle più famose band britanniche, i “The Clash”;
Inoltre, gli ambasciatori di questa ottava edizione, i Metallica, hanno suonato live a Berkeley in California, in un negozio di dischi, e degna di nota è anche la pubblicazione di “Libertè, Egalitè, Fraternitè, Metallica!“, un cd del concerto svoltosi nel 2003 al “Bataclan” di Parigi, il cui ricavato verrà devoluto in beneficenza.
In sostanza, lunga vita ad una delle forme più belle dell’arte, la musica, ed a chi grazie al suo piccolo negozio permette ancora a noi, irriducibili sognatori, di credere di essere anche noi, nel nostro piccolo, delle rockstar.