E’ dallo scorso lunedì mattina che ho in mente un pensiero: è possibile che siamo così diffidenti nei confronti delle persone, dell’“altro”, in generale? E’ possibile che da ciò che è sconosciuto non riusciamo ad aspettarci in modo spontaneo ed immediato qualcosa di positivo ma la reazione primaria è sempre stare in allerta, fare attenzione all’eventuale “pericolo”?
Lunedì mattina mi sono stupita di quanto possiamo essere diffidenti e di quanto, però, la vita, le persone, riescano a stupirci in modi bellissimi e inaspettati, sempre.
Qualche giorno fa riflettevo e scrivevo alcune considerazioni sull’importanza della gentilezza e “dell’effetto domino” che può innescare tra le persone; bene, lunedì mattina la mia diffidenza è stata sconfitta brutalmente proprio da un gesto sincero e gentile inaspettato, e ne sono felicissima.
Mentre ero in metro, alla stazione centrale di Milano, in procinto di ritirare il biglietto appena acquistato alla macchinetta, mi si avvicina a parlare un ragazzo con un accento un po’ particolare porgendomi il suo biglietto e dicendomi “prendi il mio biglietto, vale 3 giorni, l’ho fatto ma non lo uso”.
Nella mia testa, in modo spontaneo e automatico, si accende il campanello di allarme e penso “sarà l’ennesima persona truffaldina che si accosta al distributore dei biglietti per cercare di ottenere soldi vendendo il proprio biglietto usato e magari scaduto”.
Con la speranza che andasse via presto e mi lasciasse sbrigare di fretta la procedura, gli dico gentilmente ma un po’ scocciata: “no, grazie, me ne serve un altro tipo”.
In modo già di per sé inaspettato il ragazzo insiste e mi dice: “davvero, è buono… come vuoi, io vado, te lo lascio qui – indicando il bordo del cestino dei rifiuti – ciao!”.
Un po’ stupita gli dico “ok” e lo vedo andarsene, mentre io continuo ad aspettare che il mio biglietto valido 24 ore esca dalla macchinetta.
La curiosità di sapere se mentiva, però, in quel momento, si fa forte. Guardo il biglietto che mi aveva lasciato e che in qualsiasi momento rischiava di essere afferrato da qualcun altro o di cadere nella pattumiera. Così, appena afferrato il mio biglietto dalla macchinetta, decido di afferrare anche quello.
Con tutto il mio scetticismo lo studio e scopro che quel ragazzo da me giudicato male non mentiva: aveva obliterato il biglietto valido 3 giorni solo qualche ora prima di me. Era solo stato gentile a porgermelo, a regalarlo a qualcun altro che aveva visto in procinto di acquistare un altro biglietto.
In quel momento un mix di pensieri e sensazioni mi sono frullate in testa. Non solo ero dispiaciuta per non avere adeguatamente ringraziato il ragazzo, lui era stato così gentile e io non era stata in grado neanche di dirgli “grazie” nel modo giusto; allo stesso tempo, ero immensamente stupita di quanto fossi stata diffidente e superficiale nel giudicarlo al primo acchito, ma ero anche molto contenta di essere altrettanto stupita di quante persone gentili possano esserci e quanti piccoli gesti simili possano fare la differenza nel rapporto tra le persone.
E’ bastato un piccolo gesto per farmi dare attenzione alle piccole e grandi cose che fanno bene alla società, a tutti noi.
E’ bastato un piccolo gesto per incitarmi a far del bene a mia volta e a non focalizzarmi solo sulle prime impressioni.
E’ bastato questo breve incontro, all’apparenza insignificante, per farmi tenere a mente, d’ora in poi, che sì, bisogna stare attenti rispetto a ciò che ci circonda, ma bisogna anche essere consapevoli che ci sono persone “belle”, gentili, che agiscono e fanno del bene senza doppi fini.
La diffidenza è un muro che non bisogna sollevare, bisogna abbatterlo e dare più fiducia alle persone. O almeno provarci.
Non sono riuscita a ringraziarti in metro e allora lo faccio così, con questo post che magari in qualche modo ti troverai a leggere o che magari porterà qualcuno che lo leggerà a compiere un’azione gentile che, proprio grazie all’”effetto domino”, prima o poi tornerà a te.
Grazie sconosciuto della metro, per il biglietto ma soprattutto per il regalo che mi hai fatto con il tuo gesto.