La magia di Harry Potter è tornata al cinema. In occasione dei vent’anni dall’uscita del primo film, nella sale è stato riproposto “Harry Potter e la pietra filosofale”. E’ la storia di un giovane mago celebre per essere sopravvissuto – grazie al sacrificio della madre – al temibile Lord Voldemort, e nei sette libri della saga (e otto film) la Rowling racconta il mondo magico e le avventure che i protagonisti vivranno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. A livello narrativo e cinematografico si è trattato di un caso unico, quello in cui i giovani protagonisti sono cresciuti insieme ai loro personaggi. Infatti mentre J.K. Rowling scriveva i libri, questi venivano trasposti cinematograficamente. Romantica, sorprendente, drammatica, a tratti spaventosa (ricordiamo la piega “dark” a partire dal terzo libro “Il prigioniero di Azkaban”) piena di buoni sentimenti, così la storia del giovane mago Harry Potter ha conquistato tutti, sia bambini che adulti, creando un sentimento di grande partecipazione e attesa.
Ricordo ancora la prima volta che andai a vederlo al cinema con la mia famiglia, mi innamorai subito della storia, e adesso da adulta riesco ad apprezzare ancor di più l’importanza del suo messaggio d’amore. Sono cresciuta con loro, essendo coetanea degli attori che interpretano i protagonisti del film – Harry, Ron ed Hermione – e in questi anni ho letto i libri più volte. Inoltre, da aspirante scrittrice, sono affascinata dalla fantasia dell’autrice, dalla sua capacità di farti immergere nella storia, una storia che commuove e i cui personaggi diventano familiari; la narrazione ti coinvolge emotivamente e negli anni ci siamo affezionati ai personaggi portandoli nella vita reale, provando gioia e dolore con loro. Penso che il talento di una grande scrittrice sia evidente dalla capacità di “mostrare”, la Rowling infatti non si limita a “dire”, e ciò lascia dentro un messaggio profondo che resta impresso in noi. Leggendo i libri infatti riusciamo a “vedere” le meraviglie di Hogwarts.
La Rowling è riuscita a creare un mondo magico pieno di valori, e rivedere Harry Potter al cinema è stato come tornare indietro ad un tempo pieno di sogni, genuino e un pò nostalgico, legato agli inizi della mia adolescenza. Si tratta di uno dei pochi casi in cui i film sono belli quasi quanto i romanzi, (dico quasi solo perché per me nulla è paragonabile al fascino di una buona lettura), dalle musiche meravigliose e dai grandi interpreti del calibro di Emma Thompson, Alan Rickman, Gary Oldman, Maggie Smith, Michael Gambon, solo per citarne alcuni, sennò farei una lista infinita. La lettura di Harry Potter è stata e continua ad essere per molti in tutto il mondo un caloroso rifugio, un mondo magico in cui sognare e lasciarsi trasportare, un universo pieno di sentimenti puri, fragili e forti nello stesso tempo, in cui valori come la famiglia, l’amore, l’amicizia, la generosità, il coraggio delle proprie idee sono vivi più che mai, in cui il male può essere sconfitto con la forza dell’amore – come la mamma di Harry che dà la vita per suo figlio; questi valori ci fanno sperare – e gli aspetti negativi come il dolore, la guerra, la morte, il razzismo, la depressione (rappresentata dai dissennatori) vengono raccontati attraverso il filtro della magia, ma rappresentano i mali del mondo reale, da combattere ogni giorno.
La lotta tra il bene e il male è infatti il leitmotiv di tutta l’opera: il “male” è rappresentato da Voldemort, un essere infelice che non ha mai conosciuto l’amore, che insieme ai suoi seguaci – i Mangiamorte – perseguita i “mezzosangue”, da lui ritenuti inferiori. Un altro messaggio importante è che in ognuno di noi c’è sia il bene che il male, sia luce che oscurità, ma siamo noi gli artefici del nostro destino, sono le nostre scelte a determinare chi siamo. Il duro impegno e il combattere sempre per ciò in cui che crediamo, l’importanza della generosità, del privarsi del poco che si ha per far felice chi amiamo, il non “giudicare” gli altri per ciò che hanno, bensì per ciò che sono.
Negli anni la regia è stata affidata a più registi ed insieme a loro cambiava l’atmosfera dei film: i primi con Chris Columbus sono caratterizzati da una bellissima fotografia, da luce e colore, e da una magia quasi infantile, mentre il terzo “Il prigioniero di Azkaban” con la regia di Alfonso Cuarón, assume toni più scuri e cupi ed è caratterizzato da un’atmosfera più “dark”. E’ indubbiamente il mio preferito, con i viaggi nel tempo con la giratempo di Hermione, accompagnando i personaggi nel difficile passaggio dall’infanzia all’adolescenza, con l’arrivo nella vita di Harry di Sirius Black – il suo padrino – e il messaggio che non tutto è come sembra: all’inizio tutti credono che Black sia un assassino, mentre poi si capirà che non è così.
Grazie all’uso della giratempo Harry ed Hermione salveranno Fierobecco – l’ippogrifo di Hagrid – e con un volo rocambolesco riusciranno a liberare anche Sirius. La scena più emozionante è quando Harry con un grido di felicità si libera in volo con Fierobecco sfiorando le acque del lago: in quel momento mette da parte le sue ansie e preoccupazioni, in quel momento Harry è davvero libero e felice. Anche la scelta delle musiche è perfetta. Hermione, l’amica del cuore, che con la sua intelligenza ha salvato più volte i suoi amici, è interpretata da Emma Watson – attrice che negli anni si è distinta per il suo grande impegno in prima linea nella difesa dei diritti delle donne e in campo umanitario: nel 2014 è stata nominata ambasciatrice di buona volontà dall’UN Women, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di parità di genere e del pari ruolo delle donne nel mondo.Interprete al cinema in ruoli come La bella e la bestia e Piccole donne, la Watson è l’esempio di come si possa davvero usare la propria fama e popolarità per aiutare gli altri,per creare qualcosa di bello e importante. Tornando ai romanzi, mi ha sempre colpito la capacità della Rowling di scrivere, la sua attenzione sorprendente per il particolari: alla fine della storia infatti ci rendiamo conto che tutti gli avvenimenti sono collegati tra loro, che la storia di Harry era ben chiara nella sua mente fin dall’inizio. Quando Luna dice ad Harry: “Se io fossi Tu-Sai-Chi vorrei che ti sentissi tagliato fuori da tutti gli altri, perché se sei da solo, non sei una grande minaccia..” dice una grande verità perché uniti si è più forti. Ciò vale anche nella vita di tutti i giorni, se si combatte tutti insieme, se ci si appoggial’uno all’altro, se si tende una mano al prossimo, si possono affrontare anche le paure più grandi. Un altro bel messaggio.
Questo fenomeno letterario si accompagnava ad una vera e propria corsa all’indizio sul prossimo libro: la Rowling infatti aveva un blog dove nascondeva indizi che accendevano la curiosità dei lettori. Da lì nacquero innumerevoli forum in cui confrontarsi e il famoso “mugglenet.com” (il sito dei babbani, i non maghi, ovvero noi). Harry Potter è sicuramente entrato nelle case di milioni di persone in tutto il mondo, rientrando a pieno titolo tra i romanzi più letti di sempre. E inoltre ha il grande merito di avere avvicinato i bambini alla lettura. Una delle frasi per me più significative è quella che Silente, il preside di Hogwarts, pronuncia nella sala Grande agli studenti: “La felicità la si può trovare anche nei momenti più bui, se solo ci si ricorda di accendere la luce…”. Mi viene in mente di avere letto storie di persone – anche adulte – che grazie alla lettura di Harry Potter riuscirono a venir fuori da periodi bui della loro vita. Hanno trovato nella lettura quell’ancora che gli ha ridato la speranza, tornando a vedere i colori. E nell’attesa di rivedere i protagonisti sullo schermo il primo dell’anno nuovo in una reunion storica, ricordiamo le parole della Rowling: “Sia che tu ritorni sulle pagine del libro o sullo schermo, Hogwarts sarà sempre lì ad accoglierti”.
Articolo già pubblicato sul Quotidiano del Sud – L’AltraVoce dei Ventenni del 27/12/2021