I vicoli della cultura: la vera anima di Napoli che illumina e dona speranza!

I miracoli non sono solo un regalo dei Santi.
I miracoli sono tutte quelle piccole o grandi occasioni che regaliamo al prossimo con un gesto che, all’apparenza, può sembrare privo di alcun significato ma il cui eco divampa e accende nei nostri cuori la fiamma più luminosa di tutte: la speranza. 

Siamo nel cuore pulsante dell’Italia, a Napoli, nello specifico nel Rione Sanità: svoltando l’angolo di Santa Maria Antesaecula, dove nacque il grandissimo Totò, immersi in quei vicoli intrecciati e ricolmi di gente, a Via Montesilvano, sorge oggi una nuova occasione, un’occasione di riscatto per i giovani napoletani.
Ebbene, in un bene confiscato alla criminalità organizzata, è stata costruita una “biblioteca a cielo aperto” con lo scopo di distribuire libri e condividere cultura accendendo la fiamma della conoscenza, che alimenta poi quella della speranza, proprio in quei vicoli in cui la criminalità organizzata ha spento la luce della ragione e della legalità. 

Prendendo spunto dalla cultura partenopea, lì dove i Borbone nel 700 installavano le edicole sacre per illuminare le strade e renderle meno insicure, oggi i ragazzi di Opportunity Onlus, guidati dal Presidente Davide D’Errico, hanno creato le prime edicole culturali per vincere la criminalità organizzata con la cultura e la bellezza. 

Davide è il nipote di Lucio D’Errico, un imprenditore di Ponticelli, che fu ucciso dalla camorra nel 1993 per aver rifiutato di pagare la tangente al racket: il vicolo della cultura nasce proprio intorno a un bene confiscato ai clan ed è simbolicamente dedicato a chi ha avuto il coraggio di opporsi alla violenza.

Maria Prisco, Jessica Abate e Davide D’Errico gestiscono –  rispettivamente come Project Manager, Architetto e Presidente –  l’Onlus che ha deciso di ridare la dignità a tutto il vicolo. Maria è appassionata della storia di Napoli e ha concepito per la prima volta le edicole culturali; Jessica, invece, ha dedicato il progetto della sua tesi ala ristrutturazione dei beni confiscati di via Montesilvano e ha creato l’arredamento interno con materiali di riciclo e ha curato il processo creativo di rigenerazione urbana del vicolo.

“L’idea è quella di trasformare il vicolo dello spaccio di droga nel vicolo dello spaccio di libri. Il nostro nasce come progetto anticamorra. Via Montesilvano, dove appunto abbiamo istituito il primo vicolo della cultura, è una via nota alla cronaca come centro del traffico di droga nel Rione, e oggi ospita due beni confiscati alla Camorra e restituiti alla collettività grazie all’Opportunity Onlus.”

“La nostra è una storia anche di riscatto: questi siti sono dedicati proprio alla memoria di mio nonno e rappresentano, oltre che un modello virtuoso di sviluppo, replicabile in tutti i rioni popolari, una bellissima storia di rivincita per la mia famiglia e per un territorio, quello del Rione Sanità, che ha fame di speranze e buone pratiche.” 

Da dove nasce l’idea dei Vicoli della Cultura?
“La cultura salva le anime: il modello culturale che Opportunity ha lanciato al Rione Sanità con questo progetto parte dal presupposto che la CULTURA possa salvare i territori e donare speranza ed opportunità ai più piccoli e ai più poveri di Napoli. La cultura, messa a sistema, rappresenta un modello di sviluppo che materialmente dona spazi, illuminazione, libri e workshop a minori a rischio e giovani del Rione.”

Importate le tradizionali edicole votive e le trasformate in culturali:
“Esatto! Nel 700 per debellare un fenomeno criminale noto come la truffa delle fune ed illuminare i vicoli bui di Napoli, Padre Gregorio installò centinaia di edicole votive con lampada ad olio poste ai loro lati. Ciò garantì l’illuminazione delle strade e divenne un deterrente per la criminalità organizzata, che non avrebbe più potuto agire al buio. 300 anni dopo, noi di Opportunity Onlus abbiamo attualizzato l’intenzione di Padre Gregorio.”

Cosa sono quindi queste edicole culturali?
“Si tratta di installazioni a muro che riprendendo nella forma le più note edicole votive e consentono ai napoletani di poter donare o prendere gratuitamente libri da leggere, fungendo da vere e proprie biblioteche pubbliche all’aperto. Al posto dei santi, rappresentati nelle edicole volitive, le edicole culturali ripropongono le frasi ed i volti più noti della cultura partenopea, perché con la cultura, il senso di appartenenza e l’illuminazione si intende dare una nuova speranza ai nostri quartieri.”

Il Vicolo della Cultura è riconoscibile per il grande intervento di restauro, messa in sicurezza e per le installazioni artistiche presenti in strada che raffigurano i volti e la storia della vera Napoli:
“I muri che erano degradati adesso raffigurano i volti di Totò, Sofia Loren, Edurardo De Filippo, Massimo Troisi, Pino Daniele: loro sono i veri simboli di Napoli, e mostrando la loro storia speriamo di allontanare i giovani dalla cultura della Camorra. Infatti l’unica vera luce è la cultura: le Edicole Culturali esattamente come quelle volitive di notte si illuminano. In questo modo rendono più sicura la strada ed attirano i turisti e i cittadini rendendo vivibile il vicolo anche di notte. Inoltre, metaforicamente la luce viene emanata proprio dal luogo che contiene i libri, lanciando un messaggio di cambiamento che parte dalla cultura”.

Progetti per il futuro? 
“L’idea è quella di esportare il progetto come “best practice” e renderlo un vero e proprio deterrente alla criminalità organizzata in ogni angolo in cui le sue erbe maligne mettono le radici, per estirparle con l’unica arma a nostra disposizione, il sapere”.

Con opere di street art, finanziate dai club Round Table, Rotaract Napoli e Rotaract Napoli Ovest, il vicolo della Cultura è oggi una realtà illuminata e illuminante: le opere artistiche, prodotte da Mario Schiano e Gianluca Raro, fanno da cornice alle edicole culturali, contenitrici di libri esposti al pubblico che pullulano di cultura partenopea.

Napoli, come l’Italia tutta, non ha bisogno di eroi, ma di persone che investano sui giovani e sulla cultura per liberarci da questo cancro chiamato criminalità organizzata e ridare luce e speranza ai giovani e, quindi, al nostro futuro.

Articolo già pubblicato sul Quotidiano del Sud – l’Altravoce dell’Italia di lunedì 10/02/2020