Realtà innovative in crescita con l’impronta internazionale e il cuore radicato nel territorio
Le start up in Italia sono una realtà che ha preso piede nel giro di pochissimo tempo e con un’imponenza decisiva sul mercato del lavoro. In Italia si contano circa 15.000 start up attive, che hanno apportato un cambiamento fondamentale con i loro contenuti innovativi e tecnologici.
Proprio nel 2022, in Italia, sono nate delle start up che hanno riscosso molto successo, nonostante non siano tra le più note, sono quelle che hanno ricevuto maggiori fondi finanziari, che hanno avuto l’idea più innovativa o che sono riuscite ad agganciarsi ad imprenditori importanti che hanno deciso di investire. Tra queste abbiamo: 1000Farmacie, una startup innovativa under 30, costituita nel marzo del 2020 a Milano in concomitanza con l’esplosione della pandemia da Covid-19; Caracol – Additive Manufacturing che converte supporti robotici in una tecnologia integrata di Additive Manufacturing grazie sullo sviluppo hardware di un sistema innovativo di estrusione brevettato e a degli algoritmi software proprietari; Casavo è una scaleup nel mercato immobiliare; D’Orbit è un’ex startup innovativa italiana attiva nel settore aerospaziale, che dalla costituzione nel 2011 a Milano ha messo al centro della propria mission la mitigazione dei “detriti nello spazio” occupandosi di logistica spaziale; Genenta Science è una società biotech che ha adottato un modello di ricerca italiano ma con un respiro internazionale. Queste sono solo tra le prime società italiane che hanno saputo investire nel nostro territorio utilizzando uno sguardo lungimirante che ha permesso loro di espandersi e diventare punti di riferimento e stakeholders sul mercato di appartenenza oltre che nella macro categoria delle start up.
Le realtà presenti sul nostro territorio vedono come protagonisti i giovani che, grazie ai fondi stanziati dall’UE per questi canali innovativi, sono riusciti a mettere in piedi realtà dinamiche e flessibili, capaci di interagire con le piccole e medie imprese vicine ma anche con le realtà più importanti non solo sul territorio italiano ma anche su quello estero. Resto al Sud, il bando europeo che permette ai giovani italiani di creare e stabilire la propria impresa nel meridione, favorendo non solo la possibilità di nascita di nuove realtà ma di crearle nel sud Italia, ha indotto una consapevolezza e nei giovani e una volontà nel rimanere nel proprio territorio senza dover rinunciare alla possibilità di crescita economica, personale e lavorativa. Proprio Resto al Sud ha dato vita a molte start up che oggi sono tra le più note del sud Italia, tra gli incubatori d’impresa certificati se ne contano cinque e sono diffuse in Puglia, Campania, Basilicata e Calabria. C’è una differenza tra start up e incubatori sociali, questi ultimi infatti devono possedere requisiti specifici che li distinguono dalle comuni realtà innovative. Devono avere strutture che possano accogliere attrezzature e forniture utili all’obbiettivo delle società e di conseguenza devono disporre dei giusti mezzi quali rete internet, macchinari adeguati, spazi condivisi. Inoltre devono essere gestite da imprenditori, persone professionalmente adeguate rispetto alle responsabilità economiche che dovranno gestire e infine dovranno dialogare sempre con università, istituzioni pubbliche e imprese locali e nazionali con cui potranno stipulare accordi e scambi di sviluppo reciproco. Ecco alcuni tra quelli presenti sul nostro territorio: The Hub Bari, attraverso Sprint Factory, è riuscita a “catturare” i fondi di Estrazione di Talenti, un bando della Regione Puglia cofinanziato dall’Unione Europea. L’obiettivo è diventare un punto di riferimento per startupper di tutta Europa nell’ambito delle attività digitali, creative ed inclusive; Entopan Innovation Srl, è nata a Caraffa di Catanzaro Con un fondamentale aspetto sociale, vuole aprire un hub per ospitare 50 big e 100 startup, l’intento è fare interagire start-up innovative, pmi ed imprese di livello corporate attraverso azioni di accompagnamento dalla nascita e per tutta la crescita delle aziende; Serea Srl è di Potenza ed ha ricevuto la certificazione nel pieno dell’emergenza covid, diventando il primo incubatore lucano nelle liste del Mise; 012factory è l’innovation hub più grande del Mezzogiorno per fatturato e numero di start up, ed ha sede a Caserta. Di recente si è trasformato in una Spa e Società Benefit. Nata nel 2013 con un capitale di 10mila euro, oggi ne vale 1,6 milioni. I suoi esperti aiutano sia le start up a nascere che a svilupparsi e a ricrearsi; Campania Newsteel Srl, con sede a Napoli, è l’incubatore promosso dalla Città della Scienza (Best science-based incubator d’Europa nel 2008) e l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Si occupa sia di startup che di spin-off. È stato il primo incubatore del Mezzogiorno ad essere stato riconosciuto dal MISE.
Le società innovative che abbiamo più vicino di quanto crediamo sono tante e sfaccettate, riescono a rappresentare gli interessi più svariati, raccogliendo giovani talenti che finalmente non fuggono via dall’Italia. Le opportunità in campo tecnologico e d’innovazione ci sono e sono tante, basta saper scegliere e utilizzare i mezzi che abbiamo a disposizione. I fondi da cui si può attingere per la realizzazione danno la possibilità di mettere in campo le proprie competenze dando vita a nuove e giovani realtà forti e utili per lo sviluppo economico e sociale del nostro territorio. Questi sono gli esempi lampanti di come il futuro sia qui, e saperlo cogliere significa essere cittadini del mondo senza recidere le proprie radici.
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni