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Furto di identità: le prime vittime i senza tetto

Avvocato di strada sventa i furti d’identità dei senza fissa dimora

Se c’è chi, come Avvocato di strada, una onlus senza scopo di lucro che dà assistenza legale gratuita ai senza fissa dimora, si fa in quattro per aiutare coloro che spesso vengono considerati “gli ultimi”, al contrario vi è anche chi pensa di lucrare sulla condizione dei senza tetto.

Avvocato di strada nasce quando Antonio Mumolo, avvocato di Bologna originario di Brindisi, facendo del volontariato per l’associazione “Piazza Grande”, si capacita di una lacuna incolmabile del nostro ordinamento a danno dei senza fissa dimora. 

Coloro che finiscono per strada normalmente perdono la residenza e questo non gli permette di accedere ai servizi minimi garantiti dalla nostra Carta costituzionale, come un eventuale ricovero in ospedale o l’accesso al gratuito patrocinio. Per intenderci, se un senza tetto presenta una normale appendicite, finché questa non diventa peritonite e dunque categorizzabile come codice rosso, non avrà diritto ad un ricovero ospedaliero, in quanto ha diritto solo alle cure di pronto soccorso e non ha accesso al sistema sanitario nazionale. Chi non possiede una residenza non può votare, non può ricevere una pensione anche se ne ha diritto e non ha neanche il diritto di ricevere assistenza da parte dei servizi sociali.

E così, da questa lacuna nasce l’associazione Avvocato di Strada, ad oggi lo studio legale più grande d’Italia – conta infatti più di 50 sedi – ma anche “quello che fattura di meno”, come appura giustamente Antonio Mumolo.

Ogni giorno, passando per le vie delle nostre città vediamo dei senza tetto sui quali spesso vengono fatte spiacevoli considerazione, e magari infondate, come: “Beh, perché non si cerca un lavoro?”, oppure, “Sicuramente l’ha voluto lui!”, invece no, non è così che funziona la povertà, ed è bene ricordare che non è una condizione che si acquisisce alla nascita, povero lo può diventare chiunque dall’oggi al domani (e questo il coronavirus avrebbe dovuto insegnarcelo).

Gli anni dentro questa associazione, come volontaria, lo hanno insegnato a me e a tutti gli altri membri che si spendono per aiutare il prossimo. Abbiamo ascoltato tramite i nostri sportelli centinaia di storie, molte delle quali, grazie ad Avvocato di Strada, hanno avuto un lieto fine.

Tra i tanti casi ascoltati, uno di quelli che mi ha maggiormente colpito, riguarda il c.d. furto di identità

A Modena, durante uno dei nostri soliti sportelli, si scopre che un nostro assistito risultava, a sua insaputa, proprietario di una macchina che era stata utilizzata per una rapina. Per questo motivo, ha subito un processo, dal quale ne è uscito assolto grazie all’assistenza prestata da Avvocato di strada che tramite i suoi avvocati è riuscito a dimostrare che l’acquisto della vettura fosse stato effettuato da terzi i quali avevano rubato la carta d’identità al nostro utente.   

Purtroppo, questo non è stato un caso isolato; anni addietro, infatti, presso il nostro sportello si presentò un signore accompagnato da un operatore che lo seguiva per conto di un dormitorio della città. Il signore in questione risultava intestatario di una Società (Srl) a Brescia, e tramite la stessa erano stati commessi dei reati, di cui l’intestatario avrebbe dovuto rispondere. Peccato che il socio fondatore della Società fosse un senza tetto, che non aveva fatto un danno di 800 mila euro, il quale il giorno in cui la Società venne costituita a Brescia, si trovava nel dormitorio di Bologna. 

Grazie alle stringenti regole del dormitorio che registravano la presenza del nostro assistito presso lo stesso, e con l’aiuto dell’avvocato è stato possibile dimostrare il furto d’identità, ma questa possibilità non è data a tutti. 

Rubare l’identità ad un senza tetto è semplice, basta chiedergli i documenti fingendo di aiutarlo a cercare lavoro ed il gioco è fatto. Spesso il furto l’identità avviene per opera della criminalità organizzata, che in questo modo non si scomoda neanche a cercare un prestanome. Così tra i rischi concreti che già si corrono vivendo in strada, si aggiunge anche quella di vedersi sottratta l’unica certezza: l’identità. Questo può capitare a coloro che sono in possesso di una carta di identità, ma a volte questa fortuna non è data a tutti, perché chi una casa non ce l’ha a sua volta potrebbe non avere una residenza e dunque neanche un documento di riconoscimento. 

Ogni giorno, Avvocato di Strada, tramite i suoi splendidi operatori e volontari, riesce a smascherare situazioni come quella dei furti di identità, oppure si adopera a mediare tra utente e uffici comunali per far si che l’avente diritto possa ottenere una residenza, anche fittizia.

Tutto questo però non basta, il problema abitativo così come quello della residenza è un problema grave ed attuale, che deve essere risolto dai nostri più alti rappresentanti.

Per ovviare ai suddetti problemi, la nostra normativa stabilisce che ogni città si debba dotare di una via fittizia in cui dare la residenza ai senza fissa dimora.

La via fittizia è essenzialmente un via che non esiste fisicamente, ma che permette anche alle persone che vivono in situazione di precarietà abitativa di accedere ai servizi del territorio.

Una persona senza una fissa dimora può richiedere agli operatori comunali di iscriversi all’anagrafe e il comune provvederà all’iscrizione in questa via inesistente, creata appositamente, non presente nello stradario.

Tocca dirlo però, non tutti i Comuni si sono attrezzati istituendo una via fittizia e troppo spesso le stesse amministrazioni negano questo diritto avendo una scarsa conoscenza delle normative vigenti.

Resta dunque un problema effettivo a cui ancora non è stata data una soluzione: quello dei senza fissa dimora. La loro condizione li mette in una posizione di vulnerabilità che non può essere ignorata dalle istituzioni; avvocato di strada, come altre associazioni, ci mette tutto l’impegno possibile ma a volte non basta. Chiediamo a gran voce un intervento e delle tutele maggiori per i senza dimora da parte dello Stato. Noi continueremo a fare il possibile per ridare un’identità a chi troppo spesso risulta invisibile.


Articolo già pubblicato sul Quotidiano del Sud di lunedì 15/06/2020

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