Omosessualità e transessualità sono due parole del nostro vocabolario che richiamano un modo di essere, un modo di esprimersi: l’una indica l’attrazione emotiva e sessuale verso persone dello stesso sesso e l’altra l’identificazione con un genere diverso da quello in cui si è nati.
Questi termini talvolta, però, rimangono estranei e quasi banditi nel linguaggio quotidiano, familiare o scolastico. Questo perché molti pregiudizi non sono stati superati nel corso del tempo.
Continuano a essere frequenti gli episodi di violenza basati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, e persistono anche i casi di bullismo legati a tali motivi. La diversità e il pluralismo sono valori fondanti della nostra civiltà e sono posti alla base della nostra Costituzione, ma sembrerebbero non essere completamente riconosciuti all’interno della società.
Bisogna chiedersi, allora, perché esistono situazioni in cui si tenta di arginare la diversità e di combatterla. Credo che alla base di tale contesto vi sia un problema antropologico, culturale e, quindi, educativo.
Per arginare queste problematiche è nato il recente disegno di legge, la cosiddetta “Legge Zan”, che introduce una nuova fattispecie penale avente a oggetto atti discriminatori fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.
Il testo legislativo è stato recentemente approvato dalla Camera dei deputati ed è attualmente al vaglio del Senato per la definitiva approvazione.
Innumerevoli, inoltre, sono state le proposte di legge aventi a oggetto l’introduzione dell’educazione sessuale come materia curriculare e multidisciplinare all’interno delle scuole. Proposte, purtroppo, rimaste inattuate.
Tuttavia, è necessario proprio porre l’attenzione sulla formazione scolastica per sensibilizzare il bambino e l’adolescente al rispetto dell’altro e delle sue scelte sessuali. La soluzione ai crimini contro il diverso passa anche per percorsi didattici appositamente elaborati, che possano favorire l’integrazione e contrastare l’odio.
Educare oggi per garantire un domani.
Articolo già pubblicato sul Quotidiano del Sud – l’Altravoce dei ventenni di lunedì 07/12/2020