Il petrolio è la commodity per eccellenza dei giorni nostri e, per quanto si stia cercando di sviluppare tecnologie per l’utilizzo di fonti energetiche alternative e pulite, fornisce insieme al gas e al carbone ancora oltre la metà dell’energia consumata al mondo.
Innanzitutto occorre ricordare che il petrolio è una risorsa non rinnovabile e che secondo molti studiosi si esaurirà in fretta. E proprio per questo, una volta deciso di sfruttare un giacimento in qualsiasi parte del mondo, ciascun governo dovrebbe avere il buon senso di utilizzare i ricavi derivanti dall’utilizzo di questa risorsa per garantire un futuro (ma anche opportunità concrete nel presente) alla popolazione locale e nazionale.
In questo capitolo degli Appunti, vogliamo condividere l’esperienza di tre Paesi nell’utilizzo dei ricavi del petrolio.
Altro esempio di utilizzo dei ricavi del petrolio e del gas naturale, è quello del Quatar, che ha investito in infrastrutture, ricerca&sviluppo, turismo, trasporti, energia, servizi finanziari e welfare, adottando politiche innovative di lungo periodo e incentivando negli ultimi tempi anche il settore green e dei prodotti e servizi tecnologici. Puntando su questi ultimi settori, il Paese si vuole assicurare un futuro prospero una volta che i giacimenti di combustibili fossili andranno in esaurimento, come testimonia anche il fatto che siano molto incentivati gli investimenti stranieri nel Paese e le joint venture con le società locali.
Come utilizzare quindi i proventi dell’oro nero presente nella nostra Italia, in Basilicata? Poiché le trivelle non si fermeranno, con buona pace degli ambientalisti, la popolazione locale potrà riuscire a trarre almeno qualche beneficio dallo sfruttamento del proprio territorio che non sia quello di vedersi riconosciuto un misero bonus idrocarburi, neanche fosse un contentino per tener buoni i votanti alle prossime elezioni?
I proventi del petrolio nella regione vengono ad oggi utilizzati per finanziare lo stato sociale: sistema sanitario, università, programmi di forestazione, diminuzione delle bollette energetiche e costo della benzina, un fondo di garanzia delle imprese. Ma cosa potrebbe succedere quando i giacimenti si esauriranno?
A tal proposito, sarebbe bene che i governi regionali e nazionali prendessero decisioni volte a portare effetti positivi veri sia a breve che a lungo termine per le popolazioni locali, investendo in maniera mirata nella ricerca e sviluppo di tecnologie rinnovabili o aiutando le imprese del territorio a modernizzarsi per arrivare all’efficienza o ancora meglio all’autosufficienza energetica; si potrebbe incentivare l’agricoltura biologica, la salvaguardia dell’ambiente e del territorio per quanto possibile. Un po’ per bilanciare il danno fatto dalle trivelle, un po’ per garantire un futuro al territorio una volta esauriti i giacimenti. Puntare sul settore green mentre viene trivellato il tuo cortile può sembrare una contraddizione, ma razionalmente la transizione energetica sta avvenendo e ci sarà, che noi arriviamo preparati o meno. Quindi perché non provare a sfruttare in modo intelligente quello che oggi minaccia di distruggere l’ecosistema di una delle regioni più belle d’Italia?