Intervista alla fondatrice di E-bike Tour Cilento, con un occhio alle vacanze
Voglia di vacanze, nonostante i rincari e l’inflazione galoppante: uno studio dell’istituto Demoskopika rivela che più di un italiano su due trascorrerà un periodo di riposo in una località di villeggiatura. Altrettanto incoraggianti i dati sugli arrivi dall’estero: 35 milioni di presenze, una cifra persino superiore a quella registrata nel 2019. Le città d’arte e le località balneari sono sempre in cima alle preferenze del popolo dei vacanzieri. Eppure, c’è chi preferisce mete più appartate, lontane dai grandi centri, in cui ritrovare atmosfere e sapori rarefatti. Luoghi da scoprire un po’ per volta, magari a piedi o in sella a una bicicletta. Turismo e mobilità sostenibile: il binomio sul quale ha investito E-bike Tour Cilento, l’attività fondata nel 2020 da Annalia Cutolo a Teggiano, in provincia di Salerno. Le escursioni nel Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni non sono soltanto l’occasione per abbandonarsi alla bellezza: chi percorre questi itinerari su una bici a pedalata assistita mette in circolo un’idea di sostenibilità (e una buona pratica) che può fare la differenza nella vita di tutti i giorni.
Annalia, com’è nata questa sinergia tra mobilità sostenibile e turismo?
«Fin dalla sua fondazione, E-bike Tour Cilento ha creduto nelle enormi potenzialità del territorio e, al tempo stesso, ha puntato sulla mobilità sostenibile anche a livello turistico, seguendo l’esempio di analoghi progetti già avviati da molto tempo in altre regioni d’Italia. Io e mio marito Enrico abbiamo così deciso di portare avanti questa attività anche nel nostro parco nazionale. Dal 2020 a oggi, tanti appassionati di due ruote hanno scelto i sentieri del Cilento, del Vallo e degli Alburni non solo per pedalare in mezzo alla natura su una bici elettrica, ma anche per assaporare i nostri cibi a chilometro zero nei nostri aperibike».
Com’è cambiata l’offerta turistica con l’ascesa del turismo “lento”?
«C’è da dire che questo tipo di vacanza piace soprattutto agli amanti della natura. Nel periodo dell’emergenza sanitaria, con le limitazioni agli spostamenti oltreconfine, avevamo registrato un sensibile aumento delle prenotazioni: oltre ai classici visitatori, tantissime persone della zona volevano scoprire il Cilento in bici. Una volta tornati alla normalità, lo scenario è un po’ cambiato: la maggior parte dei turisti predilige mete lontane. Tuttavia, c’è chi sceglie ancora il Cilento e le due ruote per le sue vacanze».
Perché bisogna scegliere il Cilento?
«Una premessa necessaria: la maggioranza dei turisti si concentra sulla costa. Località come Acciaroli, Palinuro e Marina di Camerota, in un certo senso, si “vendono” da sole: parliamo di luoghi fantastici, con un mare stupendo. Pertanto, non è semplice avvicinare le persone alle aree interne e ai loro tesori, che purtroppo non sono adeguatamente conosciuti: penso al Monte Panormo (la vetta della catena degli Alburni, ndr), a paesi come Corleto Monforte, Ottati, Sant’Angelo a Fasanella. Nei prossimi anni, sarà importante ridurre ancora di più le distanze tra mare e montagna».
Qual è il principale difetto di comunicazione, secondo te, che impedisce di apprezzare fino in fondo le bellezze del Parco nazionale?
«Tutto sommato, il turismo dalle nostre parti vive una fase di crescita. Ciò non toglie, però, che sia necessario lavorare su molti servizi essenziali per il benessere dei visitatori. Inoltre, non si riesce a elaborare una strategia comune che ci consenta di percorrere la stessa strada e di raggiungere un obiettivo condiviso».
Cosa serve per superare le fratture e le divisioni che impediscono di remare nella stessa direzione?
«Un proverbio africano insegna che da soli si va più veloci, ma insieme si va più lontano. Dunque, se i proprietari di un’attività di ristorazione o di una struttura ricettiva capissero che non è sufficiente operare nel proprio settore, ma è necessario offrire una serie di servizi aggiuntivi al turista che arriva nel Cilento o nel Vallo di Diano, l’intera comunità del Parco potrebbe esprimere fino in fondo le sue potenzialità».
Quale itinerario consiglieresti ai nostri lettori per le imminenti vacanze agostane?
«Ne consiglio due: il primo conduce da Ottati fino alla cima del Monte Panormo attraverso boschi e faggete meravigliosi; il secondo, invece, parte dalla fontana di Sant’Elia a Corleto Monforte, attraversa Roscigno Vecchia e le gole del Sammaro per poi concludersi nell’insediamento longobardo di Sacco. In questi anni, i turisti hanno dimostrato di apprezzare soprattutto i tracciati che prevedono il passaggio vicino a torrenti e corsi d’acqua».
E-bike Tour Cilento è molto attiva sia sul fronte della mobilità sostenibile, sia sul versante della sicurezza stradale. Dal tuo punto di vista, è maturata una nuova sensibilità verso la bicicletta intesa non solo come mezzo di locomozione alternativo all’automobile, ma anche come veicolo di benessere psico-fisico?
«Negli ultimi anni, l’interesse verso questi temi è cresciuto anche nel Vallo di Diano: conosco molte persone che raggiungono il posto di lavoro in bicicletta. Il nostro territorio si presta moltissimo agli spostamenti in bici e, per la sua stessa natura, una e-bike riduce anche lo sforzo. Se riuscissimo a creare un movimento in grado di comprendere l’importanza della bicicletta non solo per lo svago, ma anche per le più comuni esigenze quotidiane, i risultati sarebbero eccezionali. Per il futuro, sogno un Cilento e un Vallo di Diano a mobilità sostenibile».
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni