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Da Youtube allo sviluppo di videogiochi: La storia di Daniele Doesn’t Matter

Negli ultimi anni la scena videoludica italiana ha dimostrato di poter ambire a progetti interessanti e ricchi di spunti

Daniele Selvitella, noto sul web con lo pseudonimo di Daniele Doesn’t Matter, è uno dei pionieri di YouTube Italia. I suoi sketch e i suoi format hanno conquistato migliaia di utenti, generando milioni di visualizzazioni.

Daniele Selvitella, oltre ad essere un content creator a tempo pieno, è anche uno scrittore, un conduttore e uno sviluppatore di videogiochi. A partire dal 2020 decide di studiare programmazione per realizzare il suo primo gioco horror, ovvero Lost Alone.

Daniele Selvitella nasce a Casale Monferrato il 7 agosto del 1987. Laureato in scienze del design allo IAAD, inizia la sua carriera sul web a partire dal 2009 sotto lo pseudonimo di Daniele Doesn’t Matter. Fin da subito diventa uno dei protagonisti assoluti su YouTube Italia. Dal 2021 conduce su Radio Kis Kiss il programma KissKissenefrega.

Inoltre, Daniele è autore anche dei libri Come diventare famosi stando comodamente seduti in poltrona e E Buonanotte. Storia del ragazzo senza sonno. Di Quest’ultimo è stato anche realizzato un film con la regia di Massimo Cappelli e la partecipazione degli attori Pino Quartullo e Loris Loddi.

La prima domanda è piuttosto scontata, ma necessaria per conoscere i primi passi dello sviluppo del tuo videogioco. Come è nata l’idea di realizzare Lost Alone?

Partiamo dal presupposto che io sono un grande fan dei videogiochi. Come tutte le cose che mi piacciono, ad un certo punto non voglio solo essere uno spettatore, ma una persona che prova a creare le cose. Da sempre ho avuto questa passione nel provare a realizzare un videogioco. Una decina di anni fa mi sono avvicinato a RPG maker e ho fatto una prima versione molto basica in 2D di Lost Alone.

Il progetto è stato accantonato finché ho cominciato a fare le live su Twitch. Nelle live su Twitch gioco principalmente ai giochi horror indie, ma la maggior parte di questi titoli sono oggettivamente brutti e fatti male. Solitamente finisco per criticarli in maniera piuttosto aspra finché un giorno un utente, stufo delle mie lamentele, mi fece una provocazione. Questa persona mi disse: “Perché non provi a farne uno tu? Sapresti fare di meglio?”.

Ho preso molto sul vivo questa frase che mi è stata detta. Nel 2020 a causa della pandemia eravamo tutti chiusi in casa; pertanto, ho sfruttato queste ore per mettermi a studiare programmazione. Inizialmente doveva essere una demo giocabile di un gioco horror, giusto per rispondere a questo utente. Poi mi sono fatto prendere la mano ed è diventato a tutti gli effetti un videogioco.

Da creatore di videogiochi, ma anche da fruitore, cosa auspichi che i tuoi futuri utenti possano raccogliere da questa esperienza videoludica? Qual è l’emozione che speri possa arrivare all’utenza tramite Lost Alone?

La prima è che questa avventura possa essere d’ispirazione anche per le altre persone. Se c’è una cosa che ti piace, nessuno può impedirti di realizzarla, basta avere voglia, volontà e capacità di fare dei sacrifici. Ho studiato e mi sono impegnato molto per raggiungere questi risultati, anche perché le cose non si ottengono facilmente. La seconda emozione che spero di suscitare è chiaramente il terrore, essendo un videogioco horror.

Oltre ad essere un appassionato dei videogiochi horror, lo sono anche del cinema. Mi è sempre piaciuto studiare i meccanismi che scatenano l’ansia, il senso di claustrofobia e il terrore. Spero di esserci riuscito tramite Lost Alone.

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni

L’intervista completa continua su Videogiochitalia.it

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