Siamo a marzo 2020 e abbiamo capito che i Maya avevano sbagliato le previsioni solo di qualche anno, un po’ come il colonnello del meteo di Rai Uno nonostante le sue due lauree in Ingegneria e Scienze della Comunicazione.
E tra presunte terze guerre mondiali, pandemie globali e Renzi che si ostina a parlare in inglese (come se quello shish non gli fosse bastato) non potevamo che tornare anche noi di Venti con il format più irriverente e intellettualmente disonesto di sempre: #chepena.
Ci stiamo chiedendo da cinque minuti come introdurvi l’argomento coronavirus, ma non c’è niente da fare: è una catastrofe. Anche se, che prima o poi dovevamo morire, già lo sapevamo.
Ma come rendere una catastrofe ancora più catastrofica? Ce lo hanno mostrato Barbara D’Urso, Attilio Fontana, Elisabetta Franchi e tutti gli influencer che ci hanno spiegato come creare una mascherina con colla vinilica, forbici dalla punta arrotondata e glitter dell’Ipercoop.
Roba che se Giovanni Muciaccia non muore di coronavirus, lo fanno schiattare loro di (He)art Attack.
Il più credibile di tutti è proprio Attilio Fontana, che se mai dovesse fallire in politica, avrebbe il posto fisso assicurato nel ruolo dello scienziato pazzo nel remake di Ritorno al Futuro.
Ma Fontana non è l’unico. Abbiamo avuto modo di far entrare nelle nostre case tutti i politici italiani a turno.
Il sindaco di Lucera non si spiega come mai le estetiste siano aperte in quarantena in pieno inverno (“posso capire se era agosto e uno non poteva arrivare sulla spiaggia come King Kong”).
E come contraddirlo d’altronde.
Di Maio che, cogliendo la sfida poliglotta lanciata da Renzi, ha trasformato un virus in un vairus.
Pensiamo che l’inglese sia il suo tallone da killer.
Poi a volte è meglio restare senza parole come il sindaco di Afragola, che lo ha dichiarato apertamente: “il virus si trasmette… (pausa)… (panico)… (gesto convulso con le mani)… così.”
Zaia che, in tempi non sospetti, pare abbia visto i cinesi mangiare topi vivi. Aveva già previsto l’esito vittorioso della lotta contro il coronavirus del popolo italiano. Noi però abbiamo voluto smentirlo: nonostante la dieta mediterranea e l’evidente superiorità ariana, ci troviamo in piena quarantena a piangere più morti del numero totale dei defunti cinesi.
Paolo Fox vuole aggiungere il Ratto come tredicesimo segno dello zodiaco.
Salvini e Barbarella hanno deciso che per toccare il fondo bisognava rivolgersi al cielo e hanno recitato in diretta a mani giunte l’Eterno Riposo.
Non sarà forse un augurio per il collega Zingaretti a casa col virus? Nicola, amico caro, se ci sei ancora batti un colpo.
De Luca che, con accento napoletano e aplomb milanese, minaccia tutti con un lanciafiamme da vero erede al trono di Westeros, facendosi venire un attacco di drakaris e autoproclamandosi Khaleesi del Regno delle due Sicilie.
Ma l’unico politico che è realmente entrato nei nostri sogni più proibiti è lui: Giuseppe Conte (per gli amici Giuseppi). Ciuffo ribelle alla Mirko di Kiss Me Licia, giacca blu lapislazzuli e mani forti che ti fanno alzare tutto, finanche il patriottismo. Ci ha sfornato più decreti lui in tre settimane che qualsiasi governo fin dalla nascita della Repubblica.
Dopo i suoi discorsi non sai da che parte lacrimare. Sta di fatto che da quando è iniziata la quarantena, l’ISTAT ha registrato un incremento del 69% del numero di uomini eterosessuali convertiti.
Siamo passati dalle bimbe di Lilli Gruber alle bimbe di Conte in un battito di cosce. Pare che una equipe di neuroscienziati dell’OMS si sia riunita per cambiare ufficialmente il nome della Sindrome di Stoccolma nella Sindrome di Conte.
È l’unico uomo a cui abbiamo perdonato un ritardo di 35 minuti dall’orario prestabilito dell’appuntamento. Ma d’altronde, non è forse l’attesa di Conte essa stessa Conte?
Vi abbiamo stancati con la politica nazionale? Passiamo allora a quella internazionale.
Se pensate che essere decisi sia una dote politica, insegnatela a Boris Johnson. Ha cambiato più idee lui in 2 giorni che fidanzati Lory Del Santo in 61 anni.
Ad un certo punto ha deciso che l’unico metodo per tenere il Regno effettivamente Unito doveva essere il genocidio di massa, in cui il karma ha voluto dovesse essere incluso anche lui. Del resto, l’importante è essere positivi.
Stiamo ancora aspettando che qualcuno gli dica che l’immunità di gregge non funziona se non hai il gregge.
Ci spostiamo un po’ più giù in Repubblica Ceca, dove pare che il governo sia fatto di mariuoli, scugnizzi e Vanna Marchi. Infatti, mentre tutto il mondo creava mascherine con assorbenti e ce le inviava, loro se ne sono intascato mezzo milione destinato a noi.
Bravi! È così che si combatte il debito pubblico di un Paese. Un’ottima idea per rilanciare l’economia nazionale. Sempre che il malocchio di nonna Concetta di Calopezzati non vi faccia morire prima del virus.
Chapeau invece a Trump che non si smentisce mai, nemmeno in tempi di emergenza sanitaria globale. Parrucchino malandrino ha colpito ancora: si vocifera che i servizi segreti lo avessero avvisato molti mesi addietro del potenziale arrivo del virus negli USA. Ma a lui piace da sempre rimanere nel suo magico mondo fatto di lingotti d’oro e mogli trofeo, con “Felicità” di Al Bano in sottofondo.
Ha continuato a negare tutto, finché anche il Messico gli ha chiuso i confini.
Ah, la cara vecchia legge del contrappasso!
Ma se pensate che il degrado passi soltanto in TV, tranquilli: basta accendere la radio. E qual è quella radio che prende ovunque voi siate, dall’Everest al Triangolo delle Bermuda, dai vigneti Trevigiani fino ai corridoi della Conad privati finanche del lievito di birra?
Esatto, è Radio Maria!
Tra un Ave Regina Coelorum e un Regina Coeli, pare che anche il Papa si sia fatto la Genius Card. Così, visto che in guerra e carestia ogni SEPA è galleria, hanno chiesto ai fedelissimi in quarantena di continuare a versare il loro contributo economico tramite bonifico per sostentare l’emittente radio definita “dono di Maria.”
Fortunatamente, hanno ritirato l’annuncio dopo la purga dei fedeli. Anche in tempi di coronavirus c’è spazio per la redenzione.
Comunque, non vi preoccupate, a fare pena ci pensiamo anche noi comuni mortali. Il coronavirus ha tirato fuori letteralmente il peggio di noi.
C’è chi si annoia al punto di rischiare l’arresto pur di andare a fare trekking in Abruzzo, picnic a Mezzolombardo o a caccia di Pokémon a San Fermo. C’è chi invece si è fatto furbo uscendo con Furby, pensando che l’autorizzazione per portare a spasso gli animali includesse anche quelli di pezza.
Ma gli italiani non demordono e pur di aggirare le restrizioni governative, stanno valutando di scoprire la nuova frontiera degli animali domestici: polli e tacchini. Amazon ovviamente non è rimasto a guardare, offrendo prontamente pettorine catarifrangenti per polli e guinzagli personalizzati.
Il trash non si ferma qui. Anzi, esplode sui social come Tik Tok e Instagram. No, non stiamo parlando solo dei tutorial su come truccarsi sulla mascherina. Parliamo delle menti più brillanti del XXI secolo che hanno partorito la coronavirus challenge. Perciò, mentre Leopardi a 21 anni scriveva “L’Infinito” e Michelangelo a 23 scolpiva “La Pietà”, gli influencer hanno deciso di fare infinita pietà sfidandosi a chi lecca le tavolette del water più sudice. Dall’igiene sanitaria a quella mentale il passo è breve.
Noi, dal canto nostro, ci stiamo ponendo un’unica domanda, sulla quale invitiamo Federica Sciarelli a concentrare un’intera puntata di Chi L’Ha Visto: che fine hanno fatto i novax?