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Comprendere e prevenire le situazioni di disagio dei nostri cani

Il parere dell’esperta cognitivo-relazionale per vivere un rapporto sano e profondo con i nostri amici a 4 zampe

Il più delle volte i cani che vivono nelle nostre famiglie non hanno problemi, ma siamo noi a rinchiuderli in cliché che appartengono solo al nostro modo di vivere la società. Da educatrice che lavora con approccio cognitivo-relazionale, che si occupa dell’aspetto psicologico del nucleo familiare del cane, durante consulenze cerco sempre di far cadere questo muro: etichettare se stessi o/e il proprio cane. Alcuni esempi pratici sono: “il mio cane abbaia agli altri cani, è davvero aggressivo, quindi lo sculaccio”, o ancora “il mio cane vuole stare sempre in braccio, è viziato”, “mi fa i dispetti”.

Quante volte avete pensato almeno una di queste cose? La cattiva notizia è che queste sono proiezioni antropocentriche e ci si rivolge spesso al cane come se fosse un bambino “monello” non considerando che è un animale che appartiene a un’altra specie. La buona notizia è che le persone vanno aiutate a capire e c’è chi può farlo. Sono troppe le situazioni in cui siamo noi a mettere i nostri cani a disagio, o a non comprendere che vorrebbero essere tirati fuori da quella condizione: ci pregano in ogni modo, ma noi crediamo che “stiano facendo i cattivi”.

Vediamo quali potrebbero essere le situazioni più comuni e come poter interpretare i segnali di stress dei nostri cani.

Se iniziamo a porci come ascoltatori scopriremo un sacco di cose, prima su tutte: i nostri cani non hanno problemi, mai. E noi?


Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni

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