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#cheanno. 2014, il ranking delle cose da ricordare. O anche no

Di Nicola H. Cosentino

Quando si avvicinano le feste, le poche certezze dell’italiano medio rispetto a cosa aspettarsi dalla vita si restringono a 1) la straordinaria attenzione dei media per le new entries tra le statuine di San Gregorio Armeno (per gli interessati, ci sono Rocco Hunt, Benítez, il cane Dudù, Paolo Sorrentino e Harry d’Inghilterra completamente nudo) e b) il discorso del Presidente della Repubblica, che quest’anno sarà – prevedibilmente – il monologo d’uscita di Napolitano. Quel discorso lì, da quando è stato inventato, è sempre un po’ la versione diplomatica di ‹‹Che cosa abbiamo imparato stavolta?›› più una serie di coraggiosi proponimenti per l’avvenire. Che venga impartita dal Quirinale o che sorga spontanea nelle menti lucide di casa nostra (messe a dura prova da sfiancanti baccanali familiari) l’arte del tirare le somme è comunque una cosa divertente. Utile, molto meno. Ma se non altro allena la memoria. Io per esempio avevo assolutamente rimosso che la Lettonia, a partire dal 2014, ha adottato l’euro. E che Raffaella Fico, a settembre, ha lanciato un secondo singolo, Déjà Vù. Pensate al mio stupore nel constatare che un secondo singolo ne presuppone un primo. Niente, tabula rasa. Assurdo non saperne niente.

Questo è il ranking degli eventi del 2014, così per come vengono in mente. Ci sono avvenimenti importanti ed alcuni assolutamente insignificanti che per qualche ragione sono diventati più importanti di quelli importanti. Sta a chi legge, con scarsi margini di suggerimento da parte mia, decidere quali buttare dalla finestra come le sedie vecchie di nonna Belarda e quali conservare, se non altro per trarne insegnamento.

10. San Valentino di Sangue

Ogni anno, a scanso di guerre mondiali, è anno di elezioni. Il 2014 italiano è iniziato con un Presidente del Consiglio non eletto che ha lasciato il posto al suo successore. Non eletto. Per dire, è andata meglio in Iraq e in Afghanistan. Solo che noi siamo tanto romantici, e le dimissioni sono state date il 14 febbraio. Che bel gesto.

9. Gavettoni

Milioni di persone, per una buona parte dell’anno, si sono fatte riversare in testa secchiate di acqua gelata. L’Ice Bucket Challenge, ben supportato dallo star system e da Youtube, è servito a catalizzare un’insperata attenzione sulla ricerca contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica, e a raccogliere un buon numero di fondi. Bene. Sull’onda lunga del successo delle secchiate è recentemente arrivato, per sostenere la ricerca contro il cancro, l’After Eight Challenge, prova di abilità che consiste nel farsi arrivare in bocca un cioccolatino posizionato sulla fronte. La più brava è stata Coleen Rooney, moglie del capitano della Nazionale inglese, che ha mangiato il cioccolatino in tre secondi netti. Ciò ci insegna che la nuova frontiera della sensibilizzazione, visti gli straordinari traguardi raggiunti, è quella di far fare a persone famose cose assolutamente imbecilli e trarne vantaggio. In pratica guardare Pechino Express potrebbe curare la fame nel mondo.

http://www.liverpoolecho.co.uk/news/showbiz-news/watch-coleen-rooney-takes-after-8207534

8. “No One” Million

Anche Youtube ha fatto i suoi bilanci, e se da un lato quel capolavoro di bruttezza che è il Gangnam Style di PSY ha superato le colonne d’Ercole del limite di visualizzazioni su YouTube (da San Jose dovranno reimpostare il limite oltre i due miliardi, il che significa che un terzo della popolazione mondiale ha già visto questo video e magari non ha mai sentito parlare di Hakuna Matata) dall’altro, nella classifica del 2014, il video di suor Cristina Scuccia che canta No One alle selezioni di The Voice of Italy è il quarto più visto al mondo. La precedono, in ordine decrescente, First Kiss di Tatia Pilieva e il corto-spot Nike Football: Winner Stays. Al primo posto, Mutant Giant Spider Dog di SA Wardega, ovvero una serie di scherzi da prete fatti in notturna a ad alcuni passanti. Protagonisti, enormi ragni pelosi magistralmente manovrati. Questo è il video più visto del 2014. Consola trovare nella top 10 Goku vs Superman. Epic Rap Battles of History Season 3, una parabola sull’infinita quantità di tempo libero di certe persone.

7. Una nuova opera d’arte

Nel 2014 le web serie sono state ad un passo dall’entrare tra i beni riconosciuti dall’Unesco. Se ne sono viste ovunque e di tutti i tipi, di altissima o bassissima qualità, fantasy, drammatiche, persino rai fiction-type, come la versione online di Una Grande Famiglia di Rai 1. Qualche sera fa i miei migliori amici me ne hanno segnalato una, davvero sorprendente, che le sorpassa tutte. Si chiama The Lady. Tra gli attori protagonisti, Natalia Bush e Costantino Vitagliano. La regia, ma anche la sceneggiatura, il montaggio, i costumi, la fotografia, la scenografia, le riprese in macchina e il music editing sono di Lory Del Santo. Di Lory Del Santo. Di Lory Del Santo. Di Lory Del Santo. Di Lory Del Santo. Di Lory Del Santo. Di Lory Del Santo. Di Lory Del Santo. Di Lory Del Santo.

6. Winnie Pooh, quel pervertito

Una domanda, negli ultimi mesi, ha imbarazzato e angosciato milioni di persone. Di che sesso è Winnie the Pooh? Io pensavo fosse un no-brainer: maschio. E invece da un osservatorio privilegiato, l’assessorato ai parchi pubblici del comune di Tuszyn, Polonia, si fa sapere che l’orso, avendo solo una maglietta ma non i pantaloni, sarebbe non solo dal sesso incerto (perché, ovviamente, non si vede nulla), ma anche pervertito, perché o stai tutto nudo, come gli orsi, o ti vesti di tutto punto, come le persone: la maglietta e basta può creare dei problemi. Così l’idea di intitolare a Winnie un parco per bambini a Tuszyn è stata abortita. La cosa angosciante, però, non è che la gente vede il marcio ovunque, ma che certa stampa ha provato a rispondere all’interrogativo, sostenendo che il sesso dell’orso fosse fuori questione: femminile. Nel dubbio, a questo punto solo mio, saluto il suo doppiatore ufficiale, Marco Bresciani. Buon Natale, signora Bresciani.

5. Medaglia nobel + assegnazione nobel

I Nobel sono stati assegnati, con ricca soddisfazione dell’opinione pubblica. Modiano, Tirole, Malala e Kailash Satyarthi, sono alcuni dei medagliati di quest’anno. Ma la notizia più significativa l’ha fornita James Watson, premio Nobel per la medicina nel 1962. Per intenderci: uno degli scopritori della struttura del DNA. Il dottor Watson, noto per alcuni suoi scivoloni diplomatici circa le differenze fra africani e occidentali e tra eterosessuali e omosessuali, si è deciso a mettere all’asta la sua medaglia, in polemica con la comunità scientifica e tutto il mondo creato che, a suo dire, l’avrebbe allontanato dai suoi incarichi accademici portandolo praticamente sul lastrico. Un gesto forte, di grande rottura. Se non fosse che un miliardario russo ha comprato la medaglia e gliel’ha restituita. Speriamo non diventi un’abitudine, a questo punto.

4. Critica Preventiva

Un libro che si chiama Il Desiderio di Essere Come Tutti ha vinto il più prestigioso tra i premi letterari italiani. Ho passato dei mesi a criticarne aspramente le intenzioni, i toni, la genericità, le diaspore comuniste, le incomprensioni comuniste, i comunisti che odiano gli altri comunisti perché sono comunisti, i comunisti, i non comunisti. E mi dispiaceva, criticarlo, perché Francesco Piccolo è uno che mi piace tanto, ha scritto Il Caimano, tanto per dire una cosa. Mi dispiaceva odiare questo libro, perché questo libro parla anche di me, e delle persone che odiano spesso le cose in cui credono. Poi è successo che l’ho letto, questo libro, e mi è piaciuto tanto. Quindi niente, mi potevo stare zitto.

3. Caressa, la mia fidanzata

Nonostante il mio più grande traguardo sportivo nel 2014 sia stato il campionato di upstandig davanti H&M in attesa della mia ragazza, ho comunque saputo riconoscere alcuni degli accadimenti agonistici più significativi dell’anno. Il più delle volte, per merito proprio della mia ragazza. Mi ha fatto notare i giochi olimpici e quelli paralimpici invernali di Soči. I campionati europei di Nuoto a Berlino. L’Euroleague di Pallacanestro a Milano. I campionati europei di ginnastica artistica, a Sofia. E poi la coppa del Mondo. Lì, siccome anche da solo mi ero accorto che c’erano i mondiali, mi ha fatto notare prevalentemente Marchisio. Io ho sublimato il rancore (e la sconfitta) guardando con accanimento Ginnaste Vite Parallele. Vai Carlotta.

2. Le bimbe cantano, le bimbe ballano

La più grande meraviglia artistica di quest’anno è l’inversione di rotta delle canzoni pop. Vi consiglio di controllare la pagina della musica, lì c’è gente più seria che ne parla, ma io mi sono innamorato senza soluzione dei video – e dopo, della canzone – di Kiesza, Hideway, che balla per un piano-sequenza di 5 minuti girato a marcia indietro (una cosa che…non ho parole, veramente) e di Sia, Chandelier, con quella bambina contorsionista (una cosa che…meno parole di prima). Nonostante i miei gusti personali, è facile per tutti capire che se da un lato la canzone dell’anno è Happy di Pharrel Williams (anche solo per quei video, Happy from Cuccuruccuccù e via vagando), dall’altro Let it Go da Frozen ha avuto il suo bel da rimpinguare tasche. E, soprattutto, da far cantare le bambine per strada una canzone dei cartoni animati, cosa che non vedevo dal 1997. Per me, al secondo posto delle cose più belle successe quest’anno, c’è il gruppo di bambine esagitate che giocava a Elsa, questa primavera su Union Street, mentre andavo a lavoro. All’alba, a Londra, una cosa piuttosto Frozen in effetti.

1. La Grande Bellezza

E’ stato un anno facile. Se non fosse morto il mio scrittore preferito, avrei potuto dire “senza troppa tristezza”. Certo, c’è stata l’ebola, la Crimea, l’Isis, il Medioriente in subbuglio – come sempre, purtroppo. Ho scelto però di ricordare alcune cose stupidissime e altre che meritano una conservazione, per celebrare l’ovvio, ovvero che ogni anno ha una sua bellezza. Nel bene, nel male e nell’assurdo. La nostra, quest’anno, è stata ben rappresentata da un film che, piaciuto o meno, ha fatto applaudire il mondo come ai tempi in cui tutti ammiravano l’Italia per l’arte presente, e non solo per quella passata. Già da quest’anno non andrà meglio, lo sappiamo, ma è giusto così. Facciamo miracoli una tantum, forse per goderceli di più. Il momento più bello del mio 2014 è stata la vittoria della Grande Bellezza agli Oscar. E l’intervista di Giovanni Veronesi, uomo elegante, che diceva dell’incoronazione di Sorrentino ‹‹E’ come vincere ai mondiali››. Ecco, facciamo conto che basti anche per quello. Magari un giorno i pianeti si allineeranno e vinceremo sia l’Oscar che la coppa del Mondo che i campionati mondiali di Ginnaste Vite Parallele. Nel 2050. La buona notizia è che Marchisio avrà 64 anni. La brutta è che Carlotta Ferlito si sarà ritirata da un pezzo. C’est la vie.

 

 

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