Per questo mese con i nostri appunti di economia, vogliamo focalizzarci su un argomento molto discusso nelle ultime settimane, ma che ancora disegna espressioni perplesse sul volto di molti: il bail-in.
Il bail-in o salvataggio interno, è una misura di “risoluzione” delle crisi bancarie, che le Autorità di risoluzione, nel nostro caso la Banca d’Italia possono decidere di attivare in caso di crisi di una banca al fine di risanarne la situazione il più in fretta possibile.
Come spiega la guida Abi-consumatori, in caso di crisi bancaria, il capitale viene ricostituito utilizzando in maniera totale o parziale le azioni e altri strumenti finanziari posseduti dagli investitori della banca. Se questo non fosse ancora sufficiente, si passerebbe alle obbligazioni non garantite e in seguito ai depositi di privati e PMI superiori a 100.000 euro, soltanto per la parte eccedente questa soglia. Unica garanzia rimane quella che l’eventuale perdita per i creditori della banca non potrà mai essere superiore a quella che si avrebbe in caso di liquidazione (cioè chiusura) della banca stessa.
Il principio è quello che chi possiede gli strumenti finanziari più rischiosi, sarà il primo a risentire di una eventuale crisi della banca. Pertanto, le azioni sono al primo posto, come anche le azioni di risparmio e le obbligazioni convertibili, seguite dai crediti non garantiti (come le obbligazioni bancarie non garantite). Dal 2019 i depositi superiori a 100.000 euro seguiranno gli strumenti precedentemente elencati, mentre ora sono equiparate ai crediti non garantiti.
Ricordiamo ad ogni modo, che prima di arrivare al bail- in, vi sono altre fasi previste dalla normativa di cui questa misura fa parte, la BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive): la Banca d’Italia potrà intervenire anche durante la normale operatività della banca al fine di pianificare le eventuali azioni da intraprendere in caso di crisi e/o con azioni preventive calibrate in base alle criticità rilevate nella banca con misure ad esempio di rimozione e nomina di amministratori temporanei.