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Capire l’economia: la deflazione

Di Marinella Amato

Come promesso lo scorso mese, eccoci qui a parlare di deflazione.
Cos’avete risposto alla domanda “Che cos’è la deflazione?”? Se pensate che sia il contrario dell’inflazione, siete stati bravi, è la risposta esatta! Al contrario, la diminuzione dell’inflazione (intesa come crescita dell’inflazione ad un tasso più basso) è nota come disinflazione.

Diamo una definizione della deflazione per poi passare ad esaminarne cause e conseguenze.

La deflazione è definita come una diminuzione del livello generale dei prezzi. Sebbene a prima vista possa sembrare un evento positivo, in realtà non lo è e, anzi, è spesso un indicatore che le condizioni economiche si stanno deteriorando.

Le principali cause della deflazione sono:

. Cambiamento nella struttura dei mercati dei capitali: spesso la struttura dei capitali dell’economia cambia e le imprese hanno un accesso più facile ai mercati del debito e del credito e di conseguenza maggiori opportunità di investimento. Ci sono molte ragioni per cui le imprese possono avere un più facile accesso ai capitali: diminuzione dei tassi di interesse, cambiamento delle policy bancarie o cambiamenti nell’avversione al rischio degli investitori. Ad ogni modo, quando le imprese utilizzano questi nuovi capitali per aumentare la produttività, molto probabilmente devono ridurre i prezzi dei prodotti per far fronte alla maggiore offerta e questo causa deflazione.

. Aumento della produttività: un insieme di cause, come la diminuzione del costo dei fattori produttivi o la presenza di innovazioni di prodotto e/o di processo, aiutano ad aumentare la produttività e l’efficienza delle imprese che in ultima analisi portano a prezzi più bassi. Sebbene alcune innovazioni interessino soltanto alcune industrie, altre potrebbero avere importanti conseguenze sull’intera economia. Ad esempio, all’epoca del crollo dell’Unione Sovietica, in molti dei paesi che ne facevano parte, i lavoratori iniziarono a chiedere salari molto bassi e le compagnie negli Stati Uniti spostarono le loro fabbriche in questi paesi e poterono così ridurre significativamente i costi, aumentando così la produttività. Inevitabilmente, questo portò ad un aumento nell’offerta dei beni e ad una diminuzione del loro prezzo che innescò un processo deflativo verso la fine del ventesimo secolo.

. Diminuzione dell’offerta di moneta: quando l’offerta di moneta diminuisce, i prezzi diminuiscono affinché le persone possano permettersi l’acquisto di beni. Uno dei modi in cui l’offerta di moneta diminuisce è tramite il sistema delle banche centrali. Ad esempio, quando fu creata la FED, ci fu una significativa contrazione dell’offerta di moneta degli Stati Uniti e questo portò ad una forte deflazione nel 1913.

Dal lato delle conseguenze si evidenziano:

. Riduzione dei ricavi: le imprese devono ridurre i prezzi dei loro beni per restare competitive e questo porta a una diminuzione dei ricavi. Sono tuttavia costrette a tagliare sempre più i loro prezzi fin quando la deflazione persiste e, sebbene queste imprese operino con una maggiore efficienza (come evidenziato precedentemente tra le cause della deflazione), i loro margini di profitto continuano a diminuire poiché i risparmi di costo sono compensati dai minori guadagni.

. Diminuzione dei salari: sempre per ridurre i costi, le imprese diminuiscono i salari fino ad arrivare a dover licenziare personale. Questo ovviamente non fa altro che accentuare il ciclo deflativo, poiché i potenziali consumatori si trovano con meno risorse da spendere.

. Cambiamenti nella spesa dei consumatori: mentre inizialmente i consumatori beneficiano della diminuzione del livello dei prezzi, quando le imprese tagliano i salari per far fronte alla diminuzione dei profitti, i lavoratori dispongono di un reddito minore e quindi meno risorse da spendere, aggravando così il ciclo deflativo.

. Diminuzione nella quota di investimenti: nei periodi deflativi, gli investitori vedono il contante come il miglior investimento possibile; inoltre i tassi d’interesse che ricevono per gli investimenti spesso diminuiscono significativamente poiché le banche centrali tentano di combattere la deflazione riducendo i tassi e ciò è un forte disincentivo per gli investimenti stessi.

. Diminuzione del credito: in questi periodi è probabile che chi presti denaro non possa recuperare l’intero valore del prestito nel caso in cui il debitore non possa adempiere alle proprie obbligazioni. Questa probabilità appare molto verosimile in quanto la posizione finanziaria del debitore ha alte probabilità di cambiare (data la propensione delle imprese a tagliare posti di lavoro).
Le banche centrali tentano di incoraggiare a prendere a prestito e spendere di più, riducendo i tassi di interesse per sostenere investimenti e consumi, ma molti soggetti non risultano idonei ad ottenere prestiti.

Pertanto come vedete, la deflazione può trasformarsi in una pericolosa spirale, da cui risulta molto difficile uscire e i cui effetti, interconnessi tra loro, si continuano ad avvertire per diverso tempo anche una volta usciti dalla spirale.

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