Intervista a Beatrice de Grandi, Founder & CEO di VIBE Italy

Questo mese di dicembre la rubrica di innovazione ha per protagonista Beatrice de Grandi, founder & CEO di VIBE, startup dedicata all’artigianato Made in Italy che tramite una piattaforma e-commerce (www.vibeitaly.com) promuove e valorizza le creazioni di artigiani italiani in tutto il mondo.
L’abbiamo intervistata ed ecco com’è andata.

Ciao Beatrice! Partiamo dal principio, perché non ci racconti come nasce VIBE?

Appena iniziata l’Università ho subito capito che lavorare nel mondo della finanza o in un banca non faceva per me. Ero attratta invece dal mondo dell’imprenditoria ed ammiravo chi aveva il coraggio di lanciarsi e sviluppare una propria idea, renderla un business. In realtà anche io avevo un’idea: dopo aver vissuto un anno negli Stati Uniti, ho realizzato come l’artigianato locale Made in Italy fosse apprezzatissimo all’estero, ma, allo stesso tempo, come fosse arduo trovare canali che vendessero prodotti artigianali Made in Italy a prezzi ragionevoli. Così iniziai a pensare di creare un marchio tramite il quale gli artigiani italiani venissero valorizzati e trovassero un modo di accrescere la loro clientela e i loro canali di vendita. Subito mi venne in mente che il modo migliore per raggiungere il maggior numero di clienti in tutto il mondo fosse quello di creare una piattaforma e-commerce, così mi misi all’opera per creare VIBE (nome che in inglese significa vibrazione positiva, mentre in italiano è un richiamo al mio nome – BE di Beatrice), un sito web che vende borse, gioielli ed accessori luxury Made in Italy e artigianali.
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All’inizio non è stato per nulla facile: quando ho iniziato avevo solo 19 anni e trovare persone disposte a dare fiducia ad una giovane studentessa è stato davvero faticoso. Per fortuna, grazie ad un’amica in comune, ho trovato una bravissima artigiana disposta a realizzare per me le borse. Una volta creato il sito e il primo network è stato più facile trovare la fiducia e la disponibilità delle persone: sono stata contattata da numerosi altri artigiani che volevano collaborare con me e ho trovato una stagista che si occupa di PR e promozioni a Londra. Ho anche una partnership con Aspria Harbour Club Milano, dove sono esposti i miei prodotti, e un negozio ad Ibiza che durante la stagione estiva propone gli accessori VIBE.

Ora, dopo due anni, con un nuovo sito e un’offerta sempre maggiore di prodotti, posso ritenermi soddisfatta dei risultati raggiunti finora.

Ricordiamo che sei una ragazza giovanissima, neolaureata in Economia Aziendale e Management, in Bocconi. Come sei riuscita a conciliare la tua vita universitaria con l’impegno necessario per VIBE?

Devo dire la verità, è stato molto impegnativo, soprattutto per il fatto che ero da sola in questa avventura e ho dovuto utilizzare molte energie nel cercare di far crescere e conoscere il mio brand. Quando ho deciso di lanciarmi e aprire una start-up ho messo in conto nei miei calcoli che la mia media universitaria ne avrebbe risentito. Molto spesso, invece che studiare, dovevo andare fuori città per incontrare i miei fornitori, organizzare eventi commerciali, oppure dedicarmi alla semplice e ordinaria amministrazione.

Nonostante ciò, sono riuscita a concludere in tempo il mio percorso di studi (sono infatti appena diventata Dottoressa da solo una settimana!). Certo non avrò avuto la media del 30 e lode, ma vi assicuro che avere sul curriculum un’esperienza come VIBE non passa inosservato. L’università Bocconi inoltre mi ha aiutata molto attraverso il suo Career Service, riconoscendo anche dal punto di vista istituzionale tutto l’impegno che ho messo in VIBE anche mentre frequentavo l’Università; sono molto grata a loro per questo.

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Ho sempre creduto che le esperienze così dette “extra scolastiche”, come partire per studiare all’estero o intraprendere uno stage/attività lavorativa, contribuiscano a formare l’individuo, offrendogli un’apertura mentale e nuovi punti di vista che difficilmente si riescono ad acquisire chiusi in biblioteca. In un periodo di grande competizione nel mondo del lavoro, sono questi i dettagli che fanno la differenza.

Specie per chi, giovanissimo, intraprende una nuova attività, molti sono gli elementi da considerare per i quali neppure un intero corso universitario riuscirebbe a garantire un’adeguata preparazione. Quali sono state allora le principali difficoltà e le tue sfide personali derivanti da questa nuova attività?

Guardando al mio percorso per creare VIBE le maggiori difficoltà sono state principalmente due: la diffidenza e la gestione di risorse monetarie limitate.

Per quanto riguarda la diffidenza, è stata – ed è tuttora – l’ostacolo più grande da sconfiggere. All’inizio la diffidenza riguardava il mio progetto: come ho già accennato prima, quando ho iniziato ero davvero una ragazzina e senza ancora nulla di concreto da far vedere. Le persone non credevano che sarei riuscita da sola a portare avanti il progetto e che mi sarei arenata a breve. Gli artigiani stessi, seppur offrissi un servizio che andava ad agevolarli, non si fidavano di una sconosciuta di 19 anni e diffidavano dei mezzi tecnologici. Ho ricevuto molte porte in faccia e ho imboccato qualche vicolo cieco. Alla fine, però, sono riuscita a trovare un’artigiana che ha voluto darmi fiducia e credere in me; grazie a lei, sono riuscita a partire, costruire un sito professionale e creare il network. Ottenuto qualcosa di concreto, ho iniziato a sconfiggere la diffidenza nei miei confronti e nella mia giovane età.

Ho dovuto però iniziare a lottare contro un altro tipo di diffidenza: quella verso la tecnologia. Purtroppo noi italiani, a differenza di molti paesi esteri, siamo ancora molto restii all’acquisto online. Per questo, organizzo sempre tanti eventi offline, per far toccare con mano i miei prodotti e far constatare di persona l’effettiva qualità. È molto importante avere un sito web funzionale e professionale, ma è altrettanto importante combinare una strategia offline per farsi conoscere da chi ancora non si fida dell’e-commerce.

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Il secondo grande ostacolo è stata la gestione delle limitate risorse monetarie. Ho cominciato con davvero pochi soldi e ho dovuto farmeli bastare per organizzare tutto. Man mano che sono arrivati i primi guadagni li ho reinvestiti tutti in progetti di sviluppo per VIBE, non tenendo nulla per me. Lavorare gratis a volte è pesante ma è altresì normale e giusto per i primi tempi di una start-up.

Un altro aspetto difficoltoso è quello di cercare di conciliare la creatività degli artigiani con il demand dei clienti. Spesso chi è molto creativo fa fatica ad entrare nei meccanismi del business e capire perché è importante produrre prodotti di un certo tipo anziché di un altro, che magari vendono di più. Ma come ho detto abbiamo trovato il nostro equilibrio perfetto.

Dietro ogni storia di successo vi è spesso il lavoro di un team coeso. Parlaci un po’ delle persone che hanno avuto un ruolo significativo lungo tutto questo percorso.

In realtà sono sempre stata abbastanza un lupo solitario. Avevo iniziato con una ragazza che però ha abbandonato ancora nella fase embrionale del progetto per paura di non riuscire a conciliarlo con lo studio (VIBE, infatti, sta per le iniziali di Vittoria e Beatrice – Vittoria non ha voluto proseguire ma il nome è rimasto perché mi piace molto il significato della parola in inglese). Da allora ho sempre proseguito da sola; come dice il detto “chi fa da sé, fa per tre”: certo la fatica è doppia, ma le soddisfazioni sono tutte per me!

Ho chiaramente potuto contare sull’appoggio dei miei genitori, che mi hanno sempre consigliato in momenti di indecisione. Per quanto riguarda i miei amici, penso che la maggior parte di loro agli inizi fosse abbastanza scettica sull’effettiva riuscita del progetto; tuttavia, sono ormai da due anni in pista e posso contare sul loro appoggio e sostegno.

La cosa che più mi spinge ad andare avanti sono i messaggi che a volte ricevo da sconosciuti, dicendomi che la mia storia li ha colpiti e a volte magari persino ispirati ad inseguire un loro sogno imprenditoriale. Le loro parole mi motivano tantissimo e mi spingono a fare ancora meglio.

Da qualche mese poi, mi aiuta da Londra la mia fantastica social media manager, Alessia, che mi dà una mano a gestire tutti i canali social e la comunicazione. Per ora è solo in stage ma mi piacerebbe in un futuro, quando terminerà gli studi, che diventasse parte fissa del team.

Ultime ma non meno importanti, devo menzionare le mie artigiane che, anche se non fanno ufficialmente parte di VIBE, hanno con me un rapporto che va oltre la semplice fornitura del prodotto. Con ciascuna di loro ho un legame diverso, costruito giorno dopo giorno in base alle caratteristiche della loro personalità. Devo specificare che non conoscevo personalmente nessuna di loro, ma siamo entrate in contatto solamente per motivi lavorativi. Nonostante ciò abbiamo imparato a conoscerci e ad aiutarci nel realizzare gli obiettivi reciproci. Ci è voluto del tempo per costruire l’equilibrio perfetto ma ormai sono perfettamente in sintonia con tutte loro.

Quali sono i progetti in serbo per il futuro di VIBE?

Sicuramente un ampliamento di gamma, progetto che è già in corso. Infatti, quando ho cominciato, il focus erano solo le borse, un sito basico e poca varietà. Già adesso ho introdotto nel nuovo sito due linee diverse di gioielli. Il mio progetto futuro è di offrire tanti altri prodotti (vestiti, quadri, arredamento), tutti però sempre rientranti nelle categorie “artigianato” e “made in Italy”.

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Inoltre, ho in programma l’organizzazione di altri eventi di presentazione del prodotto; ho visto che riscuotono sempre molto successo. Ne ho organizzato uno ad inizio mese al Tom, un noto locale milanese, e il format è stato davvero ottimo per un’azienda giovane come VIBE. Vorrei inoltre organizzare altri eventi nelle capitali europee: avevo organizzato la scorsa primavera una giornata VIBE a Londra ed il prodotto era stato molto apprezzato dalla clientela straniera.

Infine, non nascondo che mi piacerebbe trovare un socio o comunque un collaboratore fisso che mi aiuti ancora di più in questo progetto di espansione e crescita del brand. A volte da sola è davvero faticoso! Finora non sono ancora riuscita a trovare qualcuno con il giusto “commitment” ma se mai trovassi la persona che fa per me, VIBE è pronta ad accoglierla a braccia aperte.

Quali sono i consigli che senti di dover condividere con tutti coloro i quali aspirano ad intraprendere una propria strada imprenditoriale?  

Prima di tutto, andate avanti per la vostra strada, non mollate. Se avete una buona idea, determinazione e l’appoggio delle persone che ritenete più affidabili nella vostra vita, avete allora già tutti gli elementi necessari per una buona riuscita. Non sono necessari milioni per cominciare: io ho iniziato davvero con “due lire”, il cash flow si è generato pian piano e per i primi tempi ho deciso di reinvestire tutto quello che entra in progetti di sviluppo e di crescita. Davvero, l’importante è darsi da fare, essere curiosi, testardi e a volte anche rompiballe. Ho ricevuto moltissime porte in faccia, ma a volte sono rimasta fuori a bussare così tanto che alla fine mi hanno aperto. 

Createvi un buon business plan, in modo da aver ben chiaro l’orientamento che volete dare al vostro progetto. Certo, bisogna anche essere flessibili e pronti a cambiare strategia, ma è importante avere almeno una strada iniziale definita.

Infine, è raro che le aziende appena nate abbiamo un successo esplosivo immediato. È importante ricordarsi che il successo si costruisce giorno dopo giorno, e magari i risultati arrivano dopo anni di fatica. In ogni caso, l’esperienza e le competenze che si acquisiscono intraprendendo la difficile strada dell’imprenditoria non possono essere insegnate in nessun libro, risultando così uniche e preziose. Non abbiate paura di sacrificare qualche punto ad un esame o al voto di laurea: è anche grazie alle esperienze che ci si costruisce la strada per il futuro. A prescindere di come andrà con VIBE, sono felicissima di aver intrapreso questo progetto, specialmente e soprattutto per tutto ciò che ho imparato.