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Animali Fantastici: prodotto commerciale o il meglio deve ancora venire?

Tra la chiusura di tantissime realtà cinematografiche e l’entrata a gamba tesa dello streaming nell’economia multimediale, la notizia che il terzo capitolo dello spin-off cinematografico “Animali Fantastici: i segreti di Silente”, nato da una costola dell’amatissima saga letteraria di Harry Potter, stia sbancando al botteghino riempie di speranze gli appassionati del settore. Difatti, il pubblico italiano sta premiando la pellicola incentrata sulle vicende taciute del preside di Hogwarts, la quale ha ottenuto il primo posto al box office incassando più di 4 milioni di euro solo nella prima settimana. Un dato oltre le aspettative per Warner Bros, che deve ringraziare i fedeli all’universo magico di J.K. Rowling, sempre sul pezzo quando si tratta di prendere una passaporta e catapultarsi nel fortunatissimo franchise Wizarding World. 

Una regia d’eccezione, tra alti e bassi

Va ammesso che la trilogia di David Yates, già regista degli ultimi quattro capitoli della saga di Harry Potter, ha fatto fatica a decollare per una serie di ragioni: dai problemi logistici causati dalla pandemia, i quali hanno allungato inverosimilmente i tempi di produzione, alle vicende legali che hanno interessato alcuni dei protagonisti (il processo Johnny Depp/Amber Hear è sotto gli occhi di tutti, le vicende legali di Ezra Miller pure), il film ha subito una serie di rallentamenti che hanno contribuito a complicare un progetto nato, in parte, già debole. Senza dubbio, la mano del regista passa nuovamente inosservata, così come fallisce la possibilità di donare finalmente una propria impronta stilistica all’interno dei capitoli da lui diretti: poca sostanza, infinite panoramiche (per quella su Hogwarts verrà sempre perdonato) e qualche sequenza dark che si fa fatica a comprendere.

La trama di Animali Fantastici, tra complessità e tentativi di indipendenza

La trama, eccessivamente e inutilmente complessa soprattutto nel secondo film, farebbe pensare ad un prodotto meramente commerciale prima che ad un progetto solido, che soffre l’assenza di una base letteraria già esistente. La coerenza narrativa, perciò, si perde all’interno di informazioni incoerenti, a tratti ridondanti, che contribuisco a creare solo incomprensione agli occhi dello spettatore.

D’altro canto, è apprezzabile come Animali Fantastici abbia cercato, almeno nel primo film, di proporre una storyline indipendente dalla saga madre, focalizzando l’attenzione su personaggi secondari o totalmente marginali, come lo è il suo protagonista Newt Scamander, famoso “solo” per essere l’autore di uno dei libri della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Il legame tra lui ed Albus Silente fa riaffiorare immediatamente il legame che si instaurerà tra il preside e Harry, la sua storia da eterno emarginato è senza dubbio un punto di forza, come lo è il suo rapporto con la spalla-babbana Jacob. 

Al contempo, è evidente come l’interesse del pubblico risieda nella figura dello stesso Silente, e di conseguenza, in tutti i più piccoli collegamenti con la saga principale. Jude Law veste egregiamente i suoi panni, rendendolo molto più umano rispetto all’Albus conosciuto. Vengono così svelate molteplici sfaccettature della vita di Silente, sconosciute prima d’ora per chiunque non abbia letto i libri: dalla sua velata e mai dichiarata omosessualità, dall’amore, quasi venerazione, per Grindelward, alla scelta di diventare un mago diverso, mai scomposto, innaturalmente incorruttibile, eternamente saggio, che sceglie di combattere per un bene superiore diverso da quello scelto in adolescenza, tanto da ripudiare ciò che avrebbe potuto essere. Dall’altro lato, vi è un nemico distante da ciò a cui aveva abituato Voldemort, interpretato da tre attori differenti in tre film, adatti in egual modo nel ruolo, i quali hanno rappresentato aspetti diversi di un personaggio tanto istrionico come lo è quello di Gellert. Un eterno adolescente, a tratti Loki, a tratti Frollo, mago potente, dotato di un carisma magnetico ed eccellente manipolatore. 

È chiaro come l’obiettivo per quello che potrebbe essere il capitolo conclusivo o il giro di boa di questa nuova serie di pellicole, sia stato quello di risolvere la confusione creata dal suo predecessore, ed in parte riesce nell’intento, grazie anche alla caratterizzazione dei due personaggi chiave che si ritrovano ad essere i protagonisti indiscussi di una saga che aveva cercato di addentrarsi in un sentiero ben diverso. 

“Eterna gloria” è questo ciò che attende lo studente che vincerà le tre prove del torneo Tre Maghi, prove che Animali Fantastici non riesce ancora a superare. La domanda è: ci riuscirà?

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni

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