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ANDARE A TROIA: UN RISCHIO PIU’ ATTUALE DEL PREVISTO

Di Nicoletta Soave

Il mito narra, in una delle sue tante versioni, che Achille non fosse affatto costretto a partire per Troia, ma che egli prese questa decisione dopo averne parlato con la madre. Teti, la più bella delle Nereidi, data in sposa al mortale Peleo, perché nessuno degli dei aveva intenzione di unirsi ad una donna il cui figlio -era stato profetizzato- sarebbe stato più forte del padre, precisò ad Achille che quella scelta avrebbe condizionato il resto della sua vita: se non fosse andato a Troia, avrebbe vissuto una vita lunga e felice, avrebbe avuto molti figli e sarebbe stato amato ed onorato dalla sua famiglia, ma alla morte dei suoi discendenti nessuno si sarebbe ricordato di lui, e la sua esistenza sarebbe finita nell’oblio, come quella della maggior parte degli uomini. Se invece fosse andato a Troia, era certo che sarebbe morto combattendo: ma la gloria che si sarebbe conquistato sul campo di battaglia sarebbe stata tanto grande che per secoli i poeti avrebbero cantato le sue imprese e non ci sarebbe stato mortale che non conoscesse il suo nome.

Posto in questi termini, il mito è di grande fascino, soprattutto per chi si trovi a un punto di svolta della propria vita e si renda conto che, mutatis mutandis, i termini della questione siano in sostanza sempre gli stessi. Al momento di prendere in mano la propria vita ogni ragazzo si pone la stessa domanda: me ne starò tranquillo a casa, accontentandomi di un impiego che non mi entusiasma, ma mi dà da vivere, conducendo una vita serena, lontana dallo spasmoso desiderio di successo che regola la società, oppure mi butterò a capofitto in quello che amo, abbandonando il mio nido sicuro per andare incontro all’ignoto nella speranza di fare qualcosa di grande per cui qualcuno possa ricordarsi di me, se non per secoli, almeno per parecchi anni?

Le pressioni di una società che vuole i suoi membri sempre più competitivi rendono la scelta di Achille estremamente attuale: tirarsi fuori da una guerra folle che lascia a terra molti più di quanti non incoroni come eroi, o buttarsi nella mischia correndo il rischio di essere calpestato, ma avendo l’opportunità di essere annoverato tra i grandi?

 

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