Secondo Immanuel Kant, illustre filosofo tedesco: “Puoi conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui egli tratta gli animali”. Di recente ho letto una notizia che mi ha fatto riflettere, negli Stati Uniti una famiglia in procinto di partire ha abbandonato la propria cagnolina, una splendida husky dagli occhi dolci e malinconici. I proprietari hanno deciso di partire senza di lei, poiché al momento dell’imbarco si sono resi conto di non avere i documenti necessari per portarla con loro; così hanno incredibilmente scelto di abbandonarla, legandola fuori ad un palo, lasciandola sola e al gelo. Per fortuna la cagnolina è stata soccorsa e data in adozione. Kola è stata salvata, ma penso anche a tutte quelle volte in cui l’epilogo è ancora più triste: tutte quelle volte in cui i padroni senza cuore li abbandonano in autostrada, sotto il caldo rovente, in piena estate, nel periodo delle vacanze, il momento dell’anno in cui avvengono più abbandoni.
Spesso il cane scende dalla macchina fidandosi del suo padrone, convinto che il motivo della “sosta” sia per fare una passeggiata, ed invece appena lo vede allontanarsi in tutta fretta insegue l’auto, correndo a perdifiato, incapace di pensar male, ignaro di ciò che sta veramente succedendo; solo dopo aver corso invano diversi chilometri prende corpo il terribile dubbio di esser stato dimenticato. Ma come può un cane comprendere la cattiveria umana? Non può concepire l’idea di essere stato abbandonato, dopo tutto l’amore che ha dato. Un cane si accontenta di poco e si dona tutto. Il problema dell’abbandono e del maltrattamento riguarda anche la nostra società. Per fortuna c’è sempre più sensibilità sull’argomento e negli ultimi anni c’è molta più attenzione ai diritti degli animali, sono state create nuove leggi con pene più severe. Nell’art.727 del codice penale leggiamo: “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze”. Gli animali meritano rispetto, non sono giocattoli, adottarne uno significa prendersene cura con responsabilità, portarlo dal veterinario quando ne ha bisogno, favorirne la socialità, stare attenti all’alimentazione e occuparsi del suo benessere psicofisico. Ricordiamoci che anche loro possono cadere in depressione.
Adottare un cucciolo è una promessa d’amore, hanno l’anima negli occhi e ci dimostrano il loro affetto ogni giorno. A volte siamo noi ad insegnargli qualcosa, ma la maggior parte delle volte siamo noi ad imparare qualcosa da loro: fedeltà, fiducia e amore incondizionato. Capisco che non tutti hanno la possibilità di prenderne uno con sé, ma è importante sapere come agire nel caso in cui se ne incontri uno in pericolo o abbandonato. A tal proposito sono sorte molte associazioni di volontariato attive nel territorio. L’ ENPA (Ente nazionale protezione animali) è la più antica e grande associazione animalista italiana, ci si può iscrivere come volontari donando il proprio tempo e rendendosi utili in maniera concreta e nel mondo che si preferisce (vedi sito). Vi consiglio anche di consultare il sito dell’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) che spiega molto bene come comportarsi in ogni situazione: troverete un prontuario di soccorso per animali in difficoltà, che in modo dettagliato spiega come agire.
Inoltre ho letto una splendida notizia: a Roma verrà costruito un ospedale pubblico gratuito per cani e gatti bisognosi di cure, all’inizio accoglierà gli animali abbandonati e più avanti anche quelli dei residenti; un aiuto concreto dunque per le famiglie che spesso si trovano a sostenere spese elevate per curare i propri cuccioli. Ho sempre amato e rispettato gli animali, ma dal giorno in cui a casa è arrivato Sissi, un gatto meraviglioso, ho scoperto veramente il mondo magico che c’è in loro; lo abbiamo amato moltissimo e quando se n’è andato – dopo tanti anni insieme – abbiamo sofferto molto. A volte si preferisce evitare di prendere un animale per il dolore di perderlo, ma in questo modo ci si priva di un grande affetto, di un legame, che rimarrà per sempre nei nostri cuori. Adesso ho una cagnolina, Mia. Ogni volta che la guardo la stringo e immagino che il calore di quell’abbraccio possa arrivare a tutti gli animali bisognosi di affetto, di una casa, di una cuccia calda e accogliente. Quando stiamo male o siamo giù di morale loro lo percepiscono, sono empatici e fanno di tutto per confortarci. Diventano parte della famiglia. I nostri cuccioli sono una cura contro la solitudine. Infatti molte persone sole o anziane trovano conforto nell’affetto e nell’amore per un quadrupede. Se avete amore da dare, visitate un canile, adottate un cane o un gatto, e scegliete di regalargli (e regalarvi) una vita piena di gioia. Sono compagni di vita, il loro affetto ci colora le giornate, ed è la cosa più preziosa.
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni