L’Università della Calabria riapre le porte, tra musica leggerissima e cinema d’autore
L’Università della Calabria è molto più che un ateneo: è un luogo di condivisione da vivere appieno. Nasce così la rassegna “A riveder ed ascoltar le stelle”, che segna la ripartenza degli spettacoli nell’ateneo e la riapertura alla collettività. Il cartellone, allestito dal responsabile del TAU Fabio Vincenzi, dal Centro Arti Musica e Spettacolo presieduto dal professor Francesco Raniolo e dal delegato allo spettacolo professor Roberto De Gaetano, prevede proiezioni cinematografiche, concerti e la presentazione del nuovo numero della rivista “Fata Morgana”.
“L’esigenza – come spiega Raniolo – è proprio riappropriarsi degli spazi, far capire che ci siamo. È un segnale di fiducia e un auspicio per il futuro, fortemente voluto anche dal rettore Nicola Leone. Non è il periodo migliore per riaprire il campus e non è questa la condizione ideale, ma sentivamo l’esigenza di dare un segnale forte rispetto alla comunità accademica tutta, dagli studenti agli impiegati amministrativi, e al territorio. Da qui l’idea di proporre iniziative di spettacolo e intrattenimento, un modo per stare insieme, anche con i limiti imposti dalla COVID, e un tramite per le iniziative che organizzeremo prossimamente. La vera sfida è infatti il rilancio autunnale”.
“Proprio perché è stato ed è un momento difficile – precisa De Gaetano – abbiamo ritenuto che ci fossero le condizioni per riprendere con le attività all’aperto”. E possiamo dire con certezza che le proposte incontrano anche i gusti del pubblico più esigente: la rassegna ha preso il via il 15 luglio con il concerto di Colapescedimartino, proseguirà con la proiezione di un’accurata selezione cinematografica e la presentazione di “Fata Morgana – America” e si concluderà il 29 luglio con il concerto di Peppe Voltarelli.
“Abbiamo immaginato la proiezione di pochi film, ma belli e pensati – continua De Gaetano – La scelta è stata quella di omaggiare Ennio Morricone scegliendo tre film che raccontassero anche un po’ il mito americano: “C’era una volta Hollywood” di Tarantino, “C’era una volta l’America” e “C’era una volta il West” di Sergio Leone, ma anche tre film italiani recenti come “Martin Eden” di Pietro Marcello, “Lazzaro felice” di Alice Rohrwacher e “Miss Marx” di Susanna Nicchiarelli. Tradizione e linee più originali del cinema italiano contemporaneo, quindi, che compongono un panel sicuramente molto interessante per tutta la cittadinanza. Ed è bene sottolineare che le proiezioni saranno gratuite”.
Per Vincenzi, questa è “una rassegna di ripartenza e resilienza, di buoni propositi perché i numeri ci dicono che bisogna mantenere alta la guardia, ma l’università torna a esercitare la sua funzione di palestra per gli animi e le coscienze. Ogni volta che si propone qualcosa bisogna pensare che il pubblico dev’essere coccolato come se fosse di famiglia. Le proposte non devono essere semplici, devono essere soprattutto belle ed è questo lo spirito che anima questi eventi, che vogliono essere di buon auspicio affinché i luoghi della cultura tornino a essere fucina di calabresi pensanti”.
Non può che essere un segnale positivo l’avvio con il sold out del concerto di Colapesce e Dimartino che, accompagnati da Andrea De Fazio, Adele Altro e Kawasaki Ninja, tra atmosfere intime e giocose, l’ironia e il disincanto di chi da più di un decennio semplicemente racconta di tutti noi. Già lo scorso anno l’album “I mortali” aveva messo in chiaro le cose: i due cantautori siciliani, che sono anche musicisti eccezionali, sono destinati a dare nuova vita al pop d’autore. Poi sono arrivati Sanremo, il premio Lucio Dalla, i dischi di platino, i remix d’autore, le incursioni a Propaganda live, la collaborazione con Ornella Vanoni per l’irresistibile Toy boy. Le aspettative sono altissime e vengono ampiamente soddisfatte. Chi era lì solo per Musica leggerissima ha scoperto un mondo in cui convivono Normanni storditi da pozioni africane e satelliti, decadenza e amori come quello di Rosa e Olindo, cuori ancora interi e noia, l’esigenza di fare i conti con la mortalità e gli interrogativi sul ruolo del cantautore. Il pubblico è seduto, distanziato, munito di mascherina, ma è davvero difficile non lasciarsi trascinare in un viaggio che dura due ore e lascia a lungo i segni sulla pelle. Da Adolescenza nera a Luna Araba, da Raramente a Parole d’acqua, da Totale a Cuoreintero, tra unplugged e psichedelia, con pannelli sullo sfondo che sembrano prendere vita con giochi di luce, ci rendiamo conto di essere davanti a uno spettacolo maturo, raffinato, scandito da scambi di battute ironici e momenti intimi. La serata si conclude con un omaggio a Battiato e Majorana, un pezzo che parla di scomparire e dà la netta sensazione di aver assistito a una serata indimenticabile. E non è che l’inizio.
Già pubblicato su L’Altravoce dei Ventenni-Quotidiano del Sud 19/7/2021