Il luogo del nostro viaggio

Di Marilù Greco

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Quando vivi in un luogo a lungo, diventi cieco perché non osservi più nulla. Io viaggio per non diventare cieco“. Così si esprimeva Joseph Koudelka, fotografo ceco, relativamente alla sua passione per il viaggio. Non può esserci frase più vera.

Oggi, nell’era dei viaggi low cost, easy-jet e last minute, viaggiare è diventata una prerogativa proprio di tutti. Scoprire nuovi posti costituisce un mondo per evadere dalla routine quotidiana, consentendo di immergerci, dunque, in altre realtà che, proprio perchè diverse, risultano foriere di fascino e motivo di attrazione per chiunque.
Reduci di un’esperienza, seppure di qualche giorno, in una Paese straniero, si torna a casa pieni di cose da raccontare, da descrivere, in preda quasi ad una euforia esagerata ma che nasconde, forse, qualcosa di più profondo. Un arricchimento interiore che è conseguenza, come sottolineato acutamente da Koudelka, di un cambiamento di prospettiva nel vedere ciò che ci circonda e, soprattutto, nel non dare per scontato quello a cui siamo abituati. Quel luogo in cui vivi a lungo che ci fa diventare ciechi.

Viaggiare ti fa più intelligente” : è questo il titolo di un interessante articolo di Wired, in cui riportando a sostegno della tesi studi della Columbia Business School, si arriva alla conclusione che viaggiare accresce la creatività, cioè la capacità di sinapsi del nostro cervello. Uscire dal proprio guscio ci aiuta ad avere un senso più profondo di noi, a realizzare quali sono i nostri valori e le nostre convinzioni. L’ambizione  riposta nel viaggio è, dunque, assai elevata.

Ma quale posto si dovrà mai visitare, quale tipo di viaggio selezionare e per che tipo di vacanza si dovrà mai optare per raggiungere questa emblematica consapevolezza?
Bè se state pensando ad una fantastica spiaggia caraibica con il mare color turchese e la spiaggia soffice e dorata, vi state sbagliando. In realtà tutto dipende dal saper osservare. Ebbene sì, perchè d’altronde quello che distingue il semplice turista dal viaggiatore è proprio la capacità di osservare. Osservare gli usi, i costumi, le tradizioni, parlare e dialogare con persone che appartengono a culture diverse è, quindi, il vero motivo di arricchimento perchè ci costringe a vedere la realtá da altre prospettive, così da consentirci, tramite il confronto, a mettere in gioco noi stessi.

Basta spostarci di poco, quindi, per scoprire dei mondi diversi e affascinanti rispetto a quelli cui siamo abituati. Anche rimanendo a casa propria, si puó dunque viaggiare. Questo perché, anche se a volte o per eccessiva distrazione o per superficialità non ce ne rendiamo conto, siamo circondati da persone che vengono da realtà diverse dalla nostra e che sono di per sè dei piccoli mondi.
Viaggiare non significa, come potrebbe sembrare dalla frase di Koudelka, cercare posti lontani ed evanescenti, ma osservare con spirito critico e attenzione la realtá esteriore e confrontarsi costantemente con essa perchè solo così si può apprezzare pienamente. Penso quindi che questo fantomatico luogo fonte e sorgente di crescita interiore non richieda immani sforzi fisici o economici; forse per alcuni è più accessibile di quanto si pensi o per altri più difficile da raggiungere di quanto sembrerebbe, dipende. E dipende perchè è un luogo dell’anima.

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