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POSE: la donna al centro del mondo

Anche se con molta fatica l’estate 2020 sembra essere finalmente alle porte. Distanze sociali, zero giochi d’acqua e nessun contatto ravvicinato: ecco il vademecum da seguire. Eppure, qualcosa resta uguale: il volersi sentire a proprio agio sul bagnasciuga. A questo ci pensano due giovani imprenditori cosentini, Michele Mirabelli e Nadja Volpentesta che sfruttano i mesi di quarantena forzata per dar vita ad un progetto dalle mille sfaccettature.

Nasce, così, “Pose” un marchio che trova ispirazione nella celebre frase di Andy Warhol “Più che fare, conta comunicare” per sottolineare quanto possa esserci dietro ad un semplice capo di abbigliamento. Michele e Nadja danno vita alla loro linea di costumi ispirata agli anni 60/70 aggiungendo delle rivisitazioni in chiave contemporanea. “Pose” è un brand giovane e affascinante che attraverso un viaggio nel tempo cerca di fondere l’eleganza tipica degli anni Settanta con i giorni nostri.

La collezione di costumi da bagno prende il nome di “Power lady” che ha come concept la donna al centro del mondo. La donna, dunque, non il suo corpo. La donna in quanto tale, la donna in tutte le sue meravigliose forme e sfaccettature. La donna che non ha paura di subire attacchi di body shaming (atti di derisione legati all’aspetto fisico di una persona). Qualsiasi caratteristica fisica può essere presa di mira: l’adiposità o la magrezza, l’altezza, la forma e le dimensioni del seno, del bacino, della muscolatura. “Pose” vuole sottolineare che ogni forma ha la sua bellezza e che il corpo non è nient’altro che l’involucro di un’anima. Ho incontrato Michele e Nadja per scoprire qualcosa in più sulla loro idea imprenditoriale.


Come nasce l’idea di Pose e la voglia di avvicinarsi al mondo dei costumi femminili?
In realtà non partiamo dai costumi da bagno- risponde Michele- ma dall’idea di creare qualcosa di nostro a livello di abbigliamento che sia all’avanguardia, particolare e inclusivo. In tempo di quarantena, essendo comunque bloccati in casa, io e Nadja abbiamo ideato e creato questa linea di costumi sfruttando i giorni che sembravano tutti uguali e dando una direzione al nostro progetto. “Pose” non è un semplice marchio ma è proprio una cultura perché parte dall’uso che questa parola aveva nelle street anni Ottanta in America: “Pose” era uno stile di vita, un atteggiamento, una condivisione di vedute. Noi abbiamo preso ispirazione proprio da questo: un modus vivendi da far confluire in una linea di abbigliamento per non creare nessuna differenza tra chi indossa i capi “Pose”.


Quali aspetti della moda di un tempo possono aiutare, a livello culturale, i corpi di oggi?
Considera che tutto ciò che è stato indossato un tempo, prima o poi ritorna! Non solo nella moda, ma anche nella musica, nella storia e nelle abitudini. La moda è un continuo riadattare e reinventare. È proprio questo il bello: l’eterno ritorno dell’uguale, come diceva Nietzsche. La moda è in continua evoluzione, sì, ma per guardare al futuro prende ispirazione dal passato: solo così si può guardare avanti. La moda di un tempo calata nei giorni nostri può aiutare a sentirsi bene, a proprio agio. “Non ci sono cattive giornate ma solo vestiti sbagliati” (Michele riadatta questa citazione sottolineando come un vestito, un costume, possa fare tanto per dare sicurezza a chi li indossa). È proprio questo che vuol fare “Pose”, dare sicurezza ma con stile.


Negli ultimi tempi tantissimi brand focalizzati sulla lingerie hanno promosso l’idea che debba essere il vestito ad adattarsi al corpo e non viceversa, mostrandosi sempre più inclusivi. Questa rinomata emancipazione aiuta ad abbattere l’idea che esista un solo corpo ideale? In questo che ruolo possono avere i costumi da bagno?
Un solo corpo non può esistere concettualmente perché esistono svariate forme di corpi. È proprio questa la cosa importante- interviene Nadja- non soffermarsi sull’idea di un corpo ideale ma andare oltre e pensare che l’unicità di ognuno di noi è data dall’accettare che esistano forme diverse e che si possa star bene indistintamente in ognuna di esse. La moda è in continuo movimento anche grazie agli influencer– aggiunge Michele- che sottolineano come la moda sia ormai alla portata di tutti. Un tempo veniva fatta dagli stilisti che si ponevano, vuoi o non vuoi, su un gradino superiore. Invece, oggi, viene fatta da persone a persone ed è proprio questo che abbatte le barriere: perché è la persona che fa capire allo stilista di cosa ha bisogno. Nasce la necessità di ascoltare per creare, proprio perché tutti devono star bene “nei propri panni”. Nel caso specifico della linea di costumi “Power lady” ci siamo immedesimati nella donna che scende in spiaggia per il gusto di farlo e non per sentirsi inferiore a nessuno: questo è ciò che vogliamo ottenere in un’ottica di lungo periodo perché, purtroppo, ancora oggi esistono delle discriminazioni. Sicuramente il costume è, per la maggior parte delle donne, una sorta di problematica da affrontare perché, anche involontariamente, si tende a non sentirsi sicure sotto l’ombrellone. La nostra linea di costumi riuscendo a vestire varie fisicità non crea differenze concettuali: per noi è importante anzi necessario che una donna che indossi “Pose” si senta libera di essere sé stessa.
Siamo noi ad esserci adattati al corpo delle donne, pensando “Pose” e dandogli vita.


È così che Michele e Nadja parlano, fieri, del loro progetto.
In un momento storico difficile c’è un estremo bisogno di sentirsi liberi senza la paura di un giudizio altrui.
Accade ancora, purtroppo, di ricevere degli attacchi gratuiti sul proprio corpo ma la speranza è che tutto questo, un giorno, possa non esistere più: ecco l’auspicio dei due giovani imprenditori cosentini che non vedono l’ora di vestirvi della loro idea.

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud- l’Altravoce dei ventenni del 15 giugno 2020

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