The Host – Stephenie Meyer

Di Lidia Giudice

The_HostC’è chi ci crede e c’è chi non ci crede. Sono queste le alternative per i grandi misteri dell’universo: si passa dai fantasmi, a i coccodrilli di New York; al mostro di Lockness o ai vampiri; alle streghe e al malocchio; i più scettici pensano anche a Dio, e ai miracoli della Chiesa; si pensa agli alieni che volano nello spazio e a quelli che ogni tanto si fanno una capatina in un campo di grano. Predisposizione di animo, cultura popolare, esperienze di vita, fede, racconti o ricordi, tutti questi fattori determinano in ogni essere umano una tendenza o meno a credere a ciò che non si vede. Decidere di credere o meno in qualcosa è una questione intima e personale, che dovrebbe sempre rimanere tale e mai andare oltre la sfera di individualità di una persona. I problemi nascono, naturalmente, nel momento in cui qualcuno decide che il proprio “credere a qualcosa” sia più giusto rispetto al non credere di un altro. Si eviterebbero molte questioni, sciocche e inutili, se accettassimo semplicemente che qualcuno la pensa come noi, ma molti no, e che comunque questo non ci impedisce di continuare a crederci.

Stephenie Meyer madre della famosissima saga di Twilight, tra un vampiro luccicante e un lupo mannaro con fattezze da modello, ci regala un libro ai più sconosciuto: The Host (L’ospite). E’ già stato annunciato un sequel, che prenderà il nome di The Seeker; a completare la trilogia , molto probabilmente, sarà The Soul, ma la notizia non è stata ancora confermata. Dal libro, nel 2013, è stato tratto un film.

In un futuro ipotetico, ma non troppo lontano, le “anime” conquistano la Terra per liberarla dalla tendenza alla violenza, alla brutalità, e all’inganno che caratterizza gli esseri umani. Non si tratta di una forma di invasione “convenzionale”, le anime subentrano nella mente, appropriandosi del passato, del presente e del futuro di una persona e diventando tutt’uno con essa. L’essere umano “conquistato” sparisce, l’ “anima” vivrà al suo posto. Protagoniste assolute di The Host sono Viandante, un’anima meglio conosciuta come Wanda, e Melanie, una giovane ragazza che si ribella a questa forma di invasione che cancella sensi e sentimenti degli esseri umani. Wanda, dopo essere stata introdotta nel cervello di Melanie, si rende conto, che al contrario di quanto avviene normalmente, la ragazza è ancora viva dentro di sé. Iniziano così a convivere nello stesso corpo, condividendo non solo i ricordi, ma anche pensieri, sensazioni, affetti e dolori.

The Host colpisce, a primo impatto, per le descrizioni molto dettagliate, per la scrittura semplice e fantasiosa, per i protagonisti forse un po’ stereotipati (il tipo bello e dannato), non è uno di quei libri che si fa notare, uno di quei libri che a primo acchito capisci che ti faranno crescere, sembra la solita storia d’amore e d’alieni. E così succede che più lo leggi e più rimani sorpreso da un intreccio così ben costruito, dalla cura così profonda verso la psiche di ogni essere vivente e verso ciò che ci distingue gli uni dagli altri, dalla complessità dei sentimenti dei protagonisti, ma soprattutto dalla mancanza di spirito di persuasione che pervade il libro. The Host non cerca di convincerti che gli alieni esistono; racconta di un’invasione, e ti da le motivazioni, ma l’asse portante della storia si sposta subito sui protagonisti e su ciò che li circonda; non ti importa quindi se ciò sia possibile o meno, te ne dimentichi del tutto, cerchi solo di capire cosa succederà a Melanie e a Wanda, che siano alieni o esseri umani passa in secondo piano, le differenze non contano più.