Roma Caput Mundi: frammenti dell’inizio del mio lungo viaggio

L’uomo e il viaggio

Quello che conta è il viaggio.
Da un po’ di tempo questa frase è diventata un mio mantra.
Ulisse è sempre stato un personaggio che mi ha colpito. Un eroe estremamente moderno, principale esponente del viaggio.
Incantato dalle sirene, coraggioso verso Polifemo e ancor più affascinante con Dante.
Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza.”
L’uomo e le sue potenzialità.
Ricordo ancora la tesina fatta per la maturità: correva l’anno 2007, dovevo inserire questo personaggio come immagine dell’uomo che corre verso l’infinito, che affronta le sue paure e sfida inesorabilmente il destino… Ed ecco fatto il trinomio D’Annunzio –  Ulisse – James Joyce.

Il viaggio è sempre stata una costante nella mia vita. Sin da quando ero piccola, ho sempre amato viaggiare.
Per me non era solo sinonimo di vacanze, ma un’occasione per scoprire nuovi mondi, vivere nuove avventure, ma soprattutto momenti in cui potevo assaggiare attimi di indipendenza e autonomia.
Staccare dalla routine, evadere, sperimentale, immergersi in diverse realtà, assaporare e respirare un’aria nuova..

Il primo capitolo del mio viaggio

Alla parola viaggio, le città che mi vengono in mente sono Roma, Londra, Dublino e Amsterdam. 4 città così diverse, ma così speciali, ognuna a modo suo. Voglio raccontarvele condividendo con voi i ricordi dei miei viaggi e i posti che conservo nel cuore.
Il primo capitolo del mio viaggio è proprio lei, la città eterna, la città che per prima – ovviamente dopo Cosenza, la mia città – mi ha rubato il cuore.

Sarà che Roma al contrario è Amor, ma, proprio come il primo amore, Roma non si scorda mai.
Ammirare la maestosità dell’Altare della Patria, attraversare il Lungotevere, gettare la monetina e esprimere il desiderio davanti alla Fontana di Trevi (lo ammetto: lo faccio ancora!), perdersi nei meandri del Quartiere Coppedè, ammirare il Colosseo, gustare Roma dall’Aventino, o meglio, dallo Zodiaco… che magia!

roma

Avevo appena quattro anni quando ho visitato Roma per la prima volta e ricordo ancora il brivido di quella prima volta. In particolare, ricordo che rimasi incantata alla vista del Palazzaccio  – la Cassazione -, il maestoso edificio sul lungotevere (sarà stato un segno del destino?)… così, da quel momento ho iniziato a ripetere: “Quando sarò grande andrò a vivere a Roma”.
E così fu: settembre 2007, quasi 14 anni dopo, senza avere ancora compiuto i 18 anni, mi sono trasferita nella capitale per studiare giurisprudenza.

Roma, i ricordi e i miei posti del cuore

Amici – vecchi e nuovi – alcuni persi per strada, altri sempre al mio fianco.
Roma, che mi ha dato e continua a darmi tanto.
Proprio il Palazzaccio è un luogo di tanti ricordi… Non avrei mai pensato che qualche anno dopo mi sarei ritrovata lì, a scrivere la tesi nella fantastica biblioteca, a respirare l’odore dei vecchi manuali, a visitare quelle aule magiche per una studentessa di giurisprudenza, dove potevo respirare il diritto per eccellenza –  la Corte di Cassazione! – e sentirmi piccola tra tutti gli avvocati già esperti che sapevano muoversi e districarsi tra i labirinti di piazza Cavour.

Ma il Palazzaccio è stato anche un luogo di svago, che ricorda quante volte ho attraversato il ponte di notte per andare alla Cabala o anche solo per andare a bere qualcosa tra i vicoli di Piazza Navona o nei localini lungo il Tevere d’estate.
Con le mie amiche ricordo in particolare degli episodi memorabili, legati al parcheggio tattico, agli incontri fortuiti, alle imitazioni di Piero Pelù, ai tacchi che facevano male, alla ricerca disperata di un taxi, alle file al freddo…

E cosa dire di Ponte Milvio? Federico Moccia e i suoi lucchetti… Una volta, durante un trasloco, con le mie amiche scherzavamo dicendo: “Se non troviamo casa, andiamo sotto Ponte Milvio insieme a Moccia e i lucchetti!

E Piazza Euclide? Luogo di inizio e di fine. Dei primi pianobar, dei primi e degli ultimi appuntamenti, degli incontri e delle “sole” , come si dice a Roma , date e ricevute…

Roma mi ha visto da studentessa, da dottoressa, da avvocato. Mi ha visto ridere, piangere, soffrire, amare, odiare, riflettere, agire. Roma ha visto il mio meglio e il mio peggio, è stata e sta sempre lì, nei momenti belli, ma anche in quelli brutti, pronta a far festa con me e ad essere panacea di tutti mali.
Basta uno sguardo e una passeggiata sul Tevere per mettere in ordine tutti i pensieri, e alla fine…
Roma mia – ti prego sempre – non far la stupida stasera… ma mi combini dei grandi casini!