Quanto costa “scendere giù” a Natale

Il divario, tra il nord e il sud dell’Italia, salta all’occhio guardando una cartina dei mezzi di trasporto ferroviari o aerei. I collegamenti, soprattutto nel centro nord, seppur carenti in alcune aree, sono molto fitti, e si diradano man mano che si scende verso il sud e le isole, per essere totalmente assenti in alcune zone. Questo divario è ancor più evidente e sentito in questo periodo dell’anno, con l’avvicinarsi delle festività natalizie, quando i prezzi dei biglietti di treni o aerei per il sud, salgono alle stelle, rendendo difficile a tutti quei ragazzi del sud, studenti o lavoratori al nord, di ritornare a casa dai propri cari. I biglietti aerei, soprattutto per la Sicilia e la Calabria, hanno prezzi esorbitanti e, proprio in questi giorni, sta girando una testimonianza del 2016 di una ragazza, che ha postato uno screenshot di un preventivo per un volo Alitalia da Milano verso Catania, nel periodo delle vacanze natalizie, del costo di 700 Euro. Dopo tre anni la situazione è rimasta pressoché invariata, così come l’indignazione per una situazione insostenibile. L’invito delle compagnie aeree è di prenotare con anticipo i voli per questi periodi caldi, ma questo non può certo giustificare i prezzi esorbitanti e penalizzare chi non può prenotare con mesi d’anticipo. 

Pare assurdo pensare che un volo interno possa costare quanto un volo intercontinentale per New York e più di un volo per Londra, ad esempio, ma la realtà è questa e ne’ i governi locali ne’ il governo nazionale, ad oggi, si sono attivati per cambiare qualcosa. Solo la Sardegna ha emanato un bando per la continuità territoriale, garantendo 5 milioni di posti a tariffe bloccate per i residenti. I governi della regione Sicilia, invece, non si sono mai premurati di provvedere in tal senso.

I mezzi alternativi per tornare al sud ci sono, treni, bus e gruppi organizzati in macchina, ma sono solo un’altra conferma di una Italia a due velocità. 

I collegamenti ferroviari ad alta velocità terminano a Salerno, dopo, pur continuando  il percorso con i Frecciarossa o Frecciargento, si percorre solo la vecchia tratta ferroviaria, a velocità ridotta rispetto alla potenza reale dei nuovi treni, con la conseguente dilatazione dei tempi di percorrenza. Cristo si è fermato a Eboli, ancora una volta. Per raggiungere le zone più remote dell’Italia, quindi, l’unica alternativa economica, non certo veloce, è l’autobus. La maggior parte dei ragazzi preferisce, infatti, spostarsi in pullman, perché è possibile prenotare anche con pochi giorni d’anticipo pagando un prezzo ragionevole. Dal sondaggio lanciato sulle piattaforme social di Venti, è emerso, infatti, che la maggioranza dei ragazzi che tornerà a casa per le festività natalizie lo farà in pullman, prenotando circa una settimana prima e spendendo meno di 100 Euro per un viaggio di andata e ritorno. Pochi ragazzi, invece, prenderanno il treno per spostarsi, spendendo meno di 200 Euro, sempre per un viaggio di andata e ritorno. Chi vive non troppo lontano da casa, infine, preferisce usare la macchina, organizzandosi con gli amici o tramite i servizi di condivisione dei viaggi in macchina come BlaBlaCar, che permette loro di condividere i costi di carburante e caselli autostradali.

Da questo breve quadro emerge sicuramente la disponibilità a sacrificare comodità e velocità negli spostamenti, preferendo economizzare con un mezzo come il pullman. Gli spostamenti in treno, seppur forse più comodi, sono comunque lenti e dispendiosi e alcune zone non sono coperte dalla rete ferroviaria. 

Questa mancanza di collegamenti efficienti e, soprattutto, economici non penalizza solo i fuorisede, ma anche le aziende, le regioni stesse e l’economia nazionale in generale. Non si può pensare di creare posti di lavoro, fare impresa e far crescere l’economia per dare nuova vita al sud, povero e abbandonato, se non si investe innanzitutto nelle infrastrutture e nei trasporti, se non si agevola chi vuole visitare il sud. Come si può pensare di sviluppare il turismo al sud se i turisti non posso arrivare? 

Lo spopolamento del Meridione è una piaga in costante aumento, fino ad ora poco è stato fatto per arginarla, e forse investire sulle infrastrutture può essere un buon punto di partenza per far ritornare i giovani che sono andati via. 

Ogni anno il problema dei prezzi dei biglietti dei mezzi di trasporto si ripresenta e ogni anno siamo pronti ad indignarci e lamentarci, ma cosa si può fare in concreto per cambiare questa situazione vergognosa? 

Tenere alta l’attenzione mediatica è sicuramente importante, ma servono azioni concrete, come petizioni e comitati che si occupino di trovare una soluzione concreta di concerto con la  politica e le aziende, per dare una seconda possibilità al sud e ai suoi abitanti, perché, come recita l’art.3 della Costituzione, “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”, almeno sulla carta. 

Articolo già pubblicato sul Quotidiano del Sud – l’Altra voce dei Ventenni di lunedì 25/11/2019