GoT, il ritorno

Di  Maria Teresa Pedace
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Il mondo si divide in due categorie: chi non guarda GoT (Game of Thrones, precisazione per eventuali profani) e chi guarda GoT.

Le due categorie, a loro volta, sono composte da sottocategorie: alla prima appartine chi non guarda GoT per una sorta di innata spocchia, perché andare controcorrente è il nuovo mainstream quindi deve storcere il naso per forza appena sente nominare i Lannister o la Madre dei Draghi; oppure chi semplicemente non apprezza GoT e, in questo caso, mi chiedo che problemi abbia.

Alla seconda categoria, fiera ed indomita, appartiene chi non ne può più di sentir parlare di quell’assassino seriale che è George R. R. Martin o di Approdo del Re senza comprendere di cosa si stia parlando e allora, esasperato, guarda tutte le prime serie in un week end, adotta un personaggio, inventa scenari nella sua mente e cerca di sopravvivere come un moderno Jon Snow. Ma, soprattutto, a questa categoria appartiene il fan prototipo, che magari ha letto i libri della saga quindi guarda tutti dall’alto in basso; oppure non li ha letti ma, ad ogni modo, è campione di carpiato tra spoiler, sfoggia rosse occhiaie a causa delle dirette con la messa in onda della HBO, chiama gli amici con la voce rotta dall’emozione per domandar loro “Hai visto la puntata? Cosa ne pensi?” e lanciarsi in supposizioni.
Per chi non guarda GoT, non ho pietà.
Per chi invece lo segue, il mese di Aprile è il mese del grande ritorno, della spasmodica attesa delle note della sigla, del dolce viso di Sansa e dell’affilato sguardo di Cersei, dell’arguzia di Tyrion e della nuova strana vita di Jamie. La quinta stagione, appena iniziata, è stata definita quasi rivoluzionaria, dal momento che si distaccherà dallo scorrere degli eventi narrato nei libri. Con somma gioia di chi, come me, ha quasi sbadigliato durante alcune puntate precedenti.

Quel che sembrava essere un countdown agli sgoccioli, un’attesa condivisa, si è trasformato in un incubo per le alte sfere di produzione e per molti fan dall’alta moralità: sabato 11 Aprile, ventiquattro ore prima della messa in onda della quinta serie, i primi quattro episodi sono comparsi sui maggiori motori di ricerca torrent. L’epilogo è facilmente intuibile, tra legali al galoppo in difesa dei Sette Regni e download selvaggi. Lo ammetto: io stessa ho già divorato le puntate in questione. Perché? Sono sempre stata ligia alle attese, fedele ai tempi di rilascio di qualunque libro o film, ho sempre rifuggito spoiler e trailer ma, questa volta, la suspence e le aspettative create dalla prima puntata hanno fatto sì che cedessi alla tentazione.

Reale leak? Manovra studiata ad hoc? Chi lo sa. La stessa HBO ha dichiarato, a mezza voce, di aver inviato le puntate ad alcune persone fidate. A ciò, si aggiunge un grave hacking subito dalla Sony lo scorso Novembre. Tra etica del lavoro ed etica del fan, la tempesta non si è ancora placata.

Ma, aguzzando la vista e l’udito, ci renderemo tutti conto di una cosa: Game of Thrones spopola, ancora una volta. E la fama del Trono di Spade resiste alle attese e agli hacker per la perfetta descrizione del potere, per la sua affascinante ferocia, per l’arguta intelligenza e la forza bruta.

L’Inverno sta arrivando.

E tutti noi, in fondo, siamo pronti.

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