#MontagCapitolo 1 (ovvero Dell’Imperdibile Invisibile) – Natoli

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Rubrica dedicata alla lettura. Con la speranza di farvi conoscere qualcosa di nuovo o di ritrovare qualcosa di dimenticato. O rileggere, perché no, un buon usato garantito.


PERSEVERANZA, di Salvatore Natoli

Di Maria Teresa Pedace

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Acquistare “Perseveranza” di Salvatore Natoli è stato istintivo. E indubbiamente azzeccato.
Il filosofo e docente ha racchiuso in un compendio dalla copertina sui toni del bianco e dell’ocra la millenaria riflessione su una virtù che sembra caduta in disgrazia o, quanto meno, poco affine alla velocità dei tempi moderni ed alla svogliatezza delle nuove generazioni.
Con un linguaggio concreto, preciso, mai aulico, semmai acuto, l’autore incita il lettore a prender parte ad un viaggio alla riscoperta dell’etimologia e dello studio della perseveranza, delle virtù, dei vizi, passando per religione, filosofia, e storia, in un preziosissimo studio volto a mostrare ogni sfaccettatura dell’agire umano ispirato dalla fecondità, dalla fortezza, dalla perseveranza appunto.
Eroe moderno è, per Natoli, proprio il perseverante, colui che giorno per giorno affronta le difficoltà e gli imprevisti della vita, la caducità, la precarietà, trovando una motivazione solida per intraprendere la strada giusta.
È la perseveranza a fare la differenza, anche con la pazienza: in essa troviamo il carattere dell’azione costante, simile alla goccia d’acqua che giorno dopo giorno corrode la roccia. La lezione di Natoli, d’impagabile levatura culturale e coerenza descrittiva, è un’esortazione a non mollare, ad impegnarci. «Persevera chi continua a lottare per un’idea, anche quando le smentite della storia spingono ad abbandonarla»: è qui che interviene la filosofia, a spianare la strada all’uomo ed alle sue aspirazioni.
Un volume imperdibile, in formato già tascabile.
Al termine della lettura, non potrete fare a meno di specchiarvi, porvi un’infinità di domande e rimboccarvi le maniche. Consigliatissimo ai filosofi, anche a quelli della domenica del pallone, agli insicuri, agli spavaldi e, soprattutto, ai cocciuti.